Masaccio, la vita si fa arte
Ha scritto Libero de Liberi: «Fu Masaccio il più giovane di tutti i pittori che siano stati giovani prima, durante e dopo di lui, in pochi anni di gioventù, a compiere il miracolo di risvegliare la pittura e di rianimarla con un";urgenza di vita, finalmente reale e terrena, che mai aveva avuto prima di allora».
Sono passati seicento anni dalla notte dell";equinozio del 1401, in cui vide la luce Tommaso (più tardi fu per tutti Masaccio) a San Giovanni in Altura "; oggi San Giovanni Valdarno "; in provincia di Arezzo.
Figlio di Giovanni di Mone Cassai, di professione notaio, e di monna Jacopa di Martinozzo, rimase orfano di padre all";età di 5 anni. La madre si risposò poco dopo con un uomo più vecchio di lei, speziale benestante, che garantì a lei e alla sua famiglia una vita piuttosto agiata.
Ben presto il giovane Tommaso fu chiamato da familiari e amici con il soprannome di Masaccio, non perchè "; come spiega Giorgio Vasari nelle sue Vite "; fosse una persona cattiva o viziosa ma per la grande trascuratezza con cui faceva le cose. Fin da giovanissimo, infatti, fu catturato dall";arte e distratto da tutto ciò che arte non era.
A sedici anni, trasferitosi a Firenze con la madre, rimasta vedova di nuovo, e con il fratello Giovanni (anch";egli pittore con il soprannome di Scheggia), Masaccio potè finalmente dare sfogo al suo innato interesse e talento per la pittura.
Nel 1422 si iscrisse all";Arte dei Medici e degli Speziali, iniziando così la sua attività di pittore autonomo. In soli sei anni riuscì a lasciare profonde tracce del suo passaggio terreno, imponendosi come primo pittore del Rinascimento. Morì, purtroppo giovanissimo, a Roma nel 1428, ad appena 27 anni.
Il primo artista rinascimentale
I maestri con cui Masaccio si formò furono Giotto, Brunelleschi e Donatello, ma lui riuscì a compiere una mirabile sintesi artistica, comprendendo profondamente il valore dell";«Uomo Nuovo» intravisto da Giotto, il significato della prospettiva di Brunelleschi e il senso di intensa umanità di Donatello.
In Masaccio l";uomo diventa un individuo vero, autentico, capace di provare pulsioni, passioni, sentimenti, ben conscio della fisicità e della concretezza della vita reale.
Masaccio fu davvero il primo artista rinascimentale capace di cogliere e interpretare la realtà più semplice, più quotidiana, e quindi più profonda dell";uomo. Nella sua pittura la rigorosa costruzione prospettico-spaziale, il sapiente uso del chiaroscuro e del colore si accompagnano a un profondo contenuto umano e morale espresso con intensa, partecipata e tragica drammaticità .
La sua fu una breve stagione ma abbastanza lunga da influenzare artisti del calibro di Leonardo, Michelangelo, Raffaello che cercarono di riprodurre le sue soluzioni pittoriche, di applicare la teoria della prospettiva che in quegli anni prendeva forma e che ebbe in Piero della Francesca il più maturo rappresentante.
Negli anni della formazione di Masaccio, la committenza nobile ed ecclesiale richiedeva dipinti in stile tardo gotico, e in quello stile furono realizzate le sue prime opere. Ma, a poco a poco, il prepotente talento dell";artista valdarnese venne fuori e consegnò alla stotria dell";umanità i suoi capolavori. Il Trittico della Chiesa di san Giovenale a Cascia (1422), la Madonna col Bambino e Sant";Anna (1424), gli straordinari Affreschi della Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze, assieme al Polittico di Pisa, presso la chiesa dei Carmelitani (oggi smembrato), e l";affresco La Trinità (1426 - ultima opera del maestro) nella Basilica fiorentina di Santa Maria Novella, esprimono la forza della rivoluzione masaccesca: lo spazio scandito dalle leggi della prospettiva, le luci e le ombre capaci di determinare il rilievo dei corpi, la forte e intensa capacità emotiva. Masaccio fu capace di lasciare all";umanità uno dei regali più belli: la consapevolezza di se stessi di fronte a Dio ed all";Eternità .
Alcune delle manifestazioni organizzate per il VI centenario della nascita di Masaccio
· Itinerari: «Masaccio e i pittori del suo tempo agli Uffizi»
Sede: Galleria degli Uffizi, Firenze
Fino al 20 dicembre 2002
· Museo Masaccio d";Arte Sacra
Sede: Pieve di San Pietro a Cascia, Reggello (Firenze)
Apertura nella primavera del 2002
· Percorsi Segreti
Sede: chiesa del Carmine, Firenze
date: dal 23 maggio al 31 dicembre 2002
· Mostra «Masaccio e l";origine del Rinascimento»
Sede: Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Arezzo)
da settembre a dicembre 2002
La Cappella Brancacci
Nella Chiesa di Santa Maria del Carmine, a Firenze, è conservata una delle più alte ed importanti testimonianze della pittura di tutti i tempi: gli affreschi della Cappella Brancacci eseguiti da Masolino e Masaccio, e completati, dopo la morte di quest";ultimo, da Filippo Lippi.
Il recente impegnativo restauro ha messo in luce l";unitarietà del grande ciclo decorativo che fu concepito ed eseguito dai primi due artisti in stretta collaborazione.
Attraverso le dodici scene con il Peccato Originale e le Storie della vita di san Pietro, viene illustrata la storia della salvezza realizzata dalla Chiesa attraverso l";apostolo Pietro.
Accanto all";elevata qualità pittorica di Masolino, gli affreschi rivelano tutta la grandezza di Masaccio nel rigore prospettico delle scene e nella potenza volumetrica delle figure, e costituirono per tutti gli artisti fiorentini del Quattrocento, un punto di riferimento.
Tra tutte le figure, è celeberrima la Cacciata dal Paradiso a cui Masaccio riuscì a dare novità rinascimentale, in opposizione alla mancanza di forza psicologica del tardo gotico Masolino.
Per Masaccio l";uomo, pur peccatore, non perde la sua dignità , non viene visto come un essere degradato, come lo era nella visione gotica. La nudità stessa delle figure diventa «nudità ideale», intesa come precarietà delle creature viventi.
Estremamente moderna è l";espressività della gestualità delle braccia di Adamo ed Eva: uno è ripiegato in avanti e chiuso dalle mani, come immerso in un cosciente dolore di ripensamento, l";altra grida all";esterno, alla terra, la sua angoscia. L";uomo moderno, con le sue crisi, i suoi dubbi, le sue laceranti domande ha nella pittura di Masaccio un importante avvio.