Meglio mamme

01 Maggio 1997 | di

Delle varie ricorrenze inventate, la sola che sta resistendo con onore all'usura della consuetudine è la festa della mamma, che si celebra in maggio. Anche se contestata, essa è un occasione per un gentile gesto di gratitudine, ma anche per riflettere sul ruolo e l'importanza di una figura che in Italia sta per entrare nella categoria delle specie da proteggere perché in rischio di estinzione, con conseguente sparizione degli italiani. Con una crescita demografica a tasso zero, infatti, da qui a due secoli, stando alle previsioni di uno studioso americano, saremo più rari dei lupi marsicani.

All'origine della disaffezione delle donne verso la maternità , che un tempo rappresentava la più sentita delle aspirazioni non è estraneo a volte un briciolo di egoismo: i figli rappresentano un ostacolo nel perseguire la carriera prefissata o nel matenere una vita di agiata sicurezza cui non si vuole togliere nulla. C'è anche, se si vuole, il persistere di una mentalità  femminista vecchia maniera che nel rivendicare il diritto delle donne ad essere in tutto come gli umini, vede nella famiglia, e quindi nella maternità , la tomba di ogni aspirazione di riscatto, il carcere da cui evadere. Ma spesso vi sono anche obiettive difficoltà , perché sulle spalle delle donne cade quasi per intero il peso della crescita, dell'educazione dei figli e della conduzione della famiglia, da conciliare magari con il lavoro, a volte necessario per dare maggiore consistenza ai risicati stipendi dei mariti. E senza un adeguato supporto delle istituzioni, per cui il mantenere insieme tutte le cose diventa un inferno.

Tutto questo alla fine ha reso la famiglia una delle istituzioni più malandate del nostro tempo, con licenza di sfasciarsi al primo insorgere di difficoltà  tra i coniugi. Ma la famiglia è uno dei gangli vitali della società , per cui quando si sfascia, lascia sempre sul terreno qualche vittima, i figli principalmente, con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Per fortuna, proprio a causa dei guai provocati dallo sfasciarsi delle famiglie, qualcuno, che del fenomeno era stato complice, si sta ravvedendo e cerca di correre ai ripari. I segnali più vistosi di recente sono giunti dagli Stati Uniti: in una conferenza a Wasghington, patrocinata da Hillary Clinton, che radunava alcune tra le più accese femministe che avevano fatto dell'avversione alla famiglia la loro bandiera, molte di loro, recitati compunti mea culpa, hanno invitato 'le donne ad essere donne', a vedere la famiglia non come prigione da cui evadere, ma luogo in cui vale la pena di impegnare il proprio tempo e la femminilità .

Affermazioni che, per i pulpiti da cui vengono, hanno il sapore di una vera rivoluzione, ma che alla fine non fanno che ripetere quanto la chiesa sottolinea da sempre sulla famiglia, nobilitandola per di più da valore sociologico a 'luogo' teologico. Leggiamo nel catechismo per gli adulti: 'La famiglia cristiana si pone come segno e riflesso dell'amore trinitario e come attuazione originale dell'immagine della chiesa, tanto da meritare il nome di 'chiesa domestica' o 'piccola chiesa'. In modo proprio e peculiare partecipa alla vita e alla missione della chiesa, ricevendo e trasmettendo l'amore di Cristo, credendo ed evangelizzando, dialogando con Dio e servendo l'uomo'.

Tutti d'accordo allora sulla necessità  di rivitalizzare la famiglia, convinti che solo se le famiglie sono sane avremo una società  sana, il contrario è ampiamente documentato. Si tratta ora di convincere chi governa le sorti del paese ad attuare finalmente una politica della famiglia che valorizzi, anzitutto, l'insostituibile ruolo sociale che essa svolge, ma anche che la sostenga concretamente nei problemi con i quali ogni giorno è alle prese: fisco, sanità , scuola... Per fare un esempio, il fisco non può trattare alla stessa stregua famiglie che non hanno figli e famiglie che ne hanno più di uno: oggi chi mette al mondo figli praticamente è punito. Le famiglie dovrebbero avere la possibilità  di scegliere un tipo di scuola anche diverso da quella che lo stato propone, senza doversi dissanguare finanziariamente.

Anche la chiesa è chiamata, soprattuto in questa fase di preparazione al giubileo, a rinnovare l'impegno verso le famiglie, aiutandole a riscoprire la ricchezza originaria della loro vocazione ad essere collaboratrici di Dio creatore, stando vicina a quelle di esse che versano in difficoltà . Infine, sollecitando solidarietà  con le famiglie che vivono nel disagio.

C'è molto da fare. Ma il fatto che i problemi siano posti su nuove basi giustifica ogni speranza. Ci aiuti il Santo che, per impedire che una famiglia si sfasciasse a causa di una incosulta gelosia, fece parlare un neonato perché dicesse come stavano le cose.

La famiglia è unodei gangli vitali della società , per cui quando non assolve ai propri compiti e quando si sfascia, lascia sempre qualche vittima, i figli principalmente, con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017