Misericordia: ce n’è per tutti!

Il Giubileo della misericordia, indetto da papa Francesco, giunge per ricordarci prima di tutto che, come dice sant’Antonio, è «il nostro Samaritano, Gesù Cristo» che si mette pazientemente per strada e viene in pellegrinaggio da ognuno di noi.
20 Ottobre 2015 | di

La cosa incredibile è che non è un’idea nostra. E neppure di papa Francesco. L’Anno della misericordia è un’idea di Dio! L’ha inventato lui, l’ha condiviso con noi da subito, facendone persino un obbligo (Lv 25). Poi noi ci siamo un po’ persi tra legalismo, altre quisquiglie devozionali e deliri di onnipotenza, per cui abbiamo presunto di poterne fare a meno. Dio, lui no. Se è pur vero che egli di sé afferma, persino giura a noi «stolti e lenti di cuore a credere» (Lc 24,25), di essere «amore» (1Gv 4,8.16), «misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6), non può che restare fedele a se stesso (cf. Dt 7,9). La sua misericordia non è faccenda da sovrano illuminato, e il suo perdono non è condono per risolvere il problema di affollamento dell’inferno. È il cuore della Trinità!

Il Giubileo straordinario della misericordia, indetto da papa Francesco, capita per ricordarci prima di tutto che è «il nostro Samaritano, Gesù Cristo» (Sant’Antonio, La resurrezione del Signore 2) che si mette pazientemente per strada, viene in pellegrinaggio da ognuno di noi sua meta agognata. Da raggiungere a ogni costo, anche a quello di sanguinare mani e piedi… Che bussa alla porta «santa» (Ap 3,20) delle nostre esistenze, famiglie, comunità cristiane, del mondo intero senza ulteriori distinzioni!

Si apriranno altre «porte sante» in tante chiese: per esortarci a passare dal vestibolo all’interno del tempio, dal sagrato alla chiesa, dalle sacrestie ai nostri fratelli e sorelle che sono fuori. Dalle nostre idee e teologie su Dio a un’esperienza vitale e concreta del suo amore. Parteciperemo a liturgie penitenziali e ci accosteremo alla confessione sacramentale. Non per sentirci semplicemente in pace con noi stessi, e ancor di meno per paura delle pene dell’inferno o per guadagnarci le delizie del paradiso (ma entrambi i motivi aiutano la nostra pigrizia). Ma perché Dio non si stanca mai di fare il «dio», e come un segugio ostinato ci insegue e ci stana anche quando svoltiamo gli angoli della vita!

Se ci lasciamo raggiungere dal suo amore, allora saremo davvero pronti per un’altra storia. Dove avremo accolto la nostra fragilità e il nostro limite umano come la bellezza e la grazia delle nostre vite! Come sfida per crescere e migliorare, ma soprattutto come occasione. Che se talvolta rende l’uomo ladro, sempre ne fa di lui la meraviglia della misericordia di Dio! Più che il dritto, possa davvero commuoverci il rovescio delle nostre vite! Lì dove la bontà di Dio le tesse con sapienza e fantasia, le annoda e le riannoda, con grande soddisfazione. Sua e nostra.

I frati della Basilica di Sant’Antonio di Padova vogliono condividere con voi un fascicoletto – lo trovate on line, sul sito del «Messaggero di sant’Antonio» (www.santantonio.org) – che, ci auguriamo, possa servirci a vivere con la miglior predisposizione spirituale la grazia di quest’Anno della misericordia. Di tale fascicolo è possibile anche scaricare una versione che parrocchie, diocesi o gruppi ecclesiali, potranno personalizzare e utilizzare liberamente.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017