«Miss volare», ora moglie e mamma felice
Era chiamata Miss Volare perché l'interpretazione che lei faceva del salto dorsale, inventato da Fosbury, era perfetta: le sue braccia, aperte nel salto, facevano pensare a delle ali e lei sembrava appoggiarsi sull'aria. Sempre sorridente e serena, dotata di grande professionalità e modestia: la gente lo ha recepito e, ancora oggi, le dimostra simpatia e affetto.
Sara Simeoni mi viene incontro sul vialetto che si inerpica in un giardino ordinato e che conduce alla sua bella casa, a Rivoli. Mi accoglie con cortesia, dimostrandosi disponibile e discreta. È quasi meravigliata di come in molti si siano ricordati di lei per il suo compleanno:Incredibile tutto quello che è stato scritto. Quando per strada la gente, anche la più giovane, mi riconosce, sono sorpresa ma felice! Dai 13 ai 33 anni, per vent'anni impegnata in atletica. Che cosa le rimane di quel periodo? Al di là delle medaglie e della soddisfazione del podio, mi sono rimaste le sensazioni forti provate in alcuni momenti, un misto di paura e impotenza in cui mi chiedevo che cosa sarei riuscita a fare: poi, all'improvviso, tutto tornava tranquillo. Tante vittorie, riconoscimenti: si sente più fortunata di altri? Sì ma solo perché ho realizzato, con lavoro e sacrifici, ciò che volevo, puntualizza Sara. Sono testarda e l'incontro con Erminio, più testardo di me, mi ha aiutata. Studiavo e mi allenavo tutti i giorni. Anche se non guadagnavo granché e i sacrifici erano tanti, mi sentivo fortunata di poter vivere questa esperienza e, grazie all'atletica, poter girare il mondo. Già , il mondo: nel '78 il mondo sportivo s'inchinò al suo record di metri 2.01. Oggi, come ripensa a quel record del mondo? Lo ricordo come un momento difficile da sostenere - confida Sara - non riuscivo ad avere un attimo di tranquillità . Dopo venti giorni avrei dovuto gareggiare ai campionati europei: invece ho vissuto quei giorni come se non sapessi più cos'era il salto in alto. Eppure quei campionati, nel '78 a Praga, li vinse. Non è un caso se Sara Simeoni è un nome fondamentale nella storia dell'atletica italiana: Ho vissuto un periodo bello dell'atletica italiana, un periodo di cambiamento in cui si è iniziato l'impegno per uno sport più organizzato, cosa non facile soprattutto per una donna. Il mio record del mondo è stato importante non solo per me, ma anche perché nel nostro ambiente non si era abituati a un record del mondo in campo femminile. Forse, è stato da allora che noi italiani abbiamo cominciato a credere alle nostre possibilità , a pensare che anche noi potevamo raggiungere dei risultati e avere un seguito di pubblico.
Oggi Sara Simeoni insegna Teoria e metodologia degli sport individuali alla facoltà di Scienze motorie dell'Università di Chieti e fa promozione nelle scuole per la Federatletica: Ho scelto di dedicarmi al settore promozione e giovani per staccarmi dall'agonismo di vertice e perché ritengo giusto portare la mia esperienza agli altri. A cinquant'anni, è inevitabile fare un bilancio Che per me è molto positivo sia per quanto riguarda l'attività sportiva sia per la mia vita privata, assicura Sara. Ho smesso di gareggiare non solo perché la pratica di uno sport è legata al periodo giovanile e io iniziavo ad avere problemi ai tendini, ma anche perché sentivo molto forte il desiderio di formare una famiglia.
La famiglia: una scelta importante
Sara Simeoni ed Erminio Azzaro: l'atletica li ha fatti incontrare, tutti e due praticavano salto in alto. Poi, a 19 anni è scoccata la scintilla: In un raduno sul Mar Nero - ricorda Sara - dove non c'erano distrazioni e si passava più tempo in compagnia. Così ci si conosceva da un punto di vista umano. Ne parla con dolcezza: allora esiste l'Amore? Lei conferma: Certo ma per stare insieme bisogna avere pazienza, adeguarsi alle esigenze dell'altro, saper cedere. È la vita di tutti i giorni che mette a dura prova un rapporto! Azzaro, smessa l'atletica, nel 1973 diventa il suo allenatore. La nostra è stata una sfida. Molti non credevano che potesse funzionare - rileva Sara - perché tra di noi c'era questo legame affettivo. Erminio non aveva esperienza come allenatore ma, poiché il Fosbury non era conosciuto, abbiamo deciso di provare. Stare sempre insieme in campo e fuori, in certi momenti non è stato facile, si accumulavano tensioni. Per altri aspetti è stato bello perché nel nostro rapporto tra tecnico e atleta si cercava di trovare sensazioni positive e personalizzate, si dava di più. E nel 1987, nella Chiesa di Sant'Anastasia a Verona, si sono sposati. Perché un matrimonio religioso? È sorpresa dalla domanda ma decisa nella risposta: Perché siamo credenti, il matrimonio è una cosa seria e ai miei genitori sarebbe dispiaciuto se non fosse stato così. Avrei voluto una cerimonia più intima ma le esigenze di allora non me lo hanno permesso. Sono molto credente - continua Sara - anche se, per la mia attività , poco praticante. Però gli insegnamenti che ho ricevuto dalla religione cattolica sono importanti e penso che, a livello sociale, ci sia il bisogno di riscoprirli. Mentre parla con calma mi chiedo come abbia potuto rimanere se stessa: Ci sono dei valori a cui non ho mai rinunciato come la famiglia, l'amicizia, il rispetto degli altri precisa Sara. Ciò che più apprezzo in una persona è la coerenza perché è un valore difficile da trovare. Sono spontanea. Nel momento del successo ho avuto problemi da parte di persone invidiose che mi hanno fatto male, tanto, da farmi pensare di lasciare l'atletica. Brutti momenti che ho superato grazie all'aiuto di Erminio.
Sara e la maternità
Il 29 luglio 1990 nasce Roberto. La gravidanza - mi dice radiosa la Simeoni - è stata un'esperienza bellissima. In verità non avrei voluto solo un figlio però Roberto è arrivato con calma. Sognavo di veder crescere un figlio: oggi mi accorgo che un figlio è impegnativo, fare il genitore è un lavoro. Roberto pratica diversi sport e chissà che il suo Dna non lo porti a uguagliare mamma e papà : Mi piace l'idea che pratichi seriamente uno sport - spera mamma Sara - ma adesso sta crescendo e la crescita va rispettata. Mi auguro che nella vita riesca a fare qualcosa che gli dia soddisfazione. Per il momento ha in testa solo i motori: forse dipende dal fatto che, per i nostri impegni, fin da piccolo lo abbiamo portato in giro in macchina. Roberto è un bel ragazzino moro, alto: come vive la notorietà dei genitori? Da piccolo - mi racconta Sara - non sapeva niente della nostra storia perché non gli avevamo detto nulla. Però, ci ha sempre seguiti sui campi di atletica, dove si divertiva a giocare nella buca del salto in lungo e in quella delle siepi, in una perché c'era la sabbia e nell'altra perché c'era l'acqua. Ride divertita: Poco alla volta, è arrivato da solo a capire la nostra storia. Quando era piccolo e vedeva le persone che mi fermavano per parlare o per chiedermi l'autografo, lui, non capendone il motivo, mi dava calci nelle gambe e diceva: Mamma è mia, non lo conosci questo, non gli devi parlare!. Sara Simeoni fa una vita movimentata; chi si occupa di suo figlio quando lei a casa non c'è? Io e mio marito abbiamo fatto le nostre scelte convinti che tutto non si può avere. Anche la nostra organizzazione familiare è fatta in modo che uno di noi due sia sempre vicino a Roberto oppure, quando nostro figlio è in vacanza, ci segue nei nostri impegni. Atleta mondiale, ma sempre legata al suo piccolo paese: Mi piace la campagna, lo spazio, ascoltare gli uccelli che cantano, mi sento legata alle tradizioni della mia terra. Sia io che Erminio amiamo il nostro giardino. Quando ritorniamo dopo alcuni giorni di assenza e lo troviamo in disordine, anche se siamo stanchi ci mettiamo al lavoro come due forsennati e, solo dopo averlo sistemato, andiamo a riposarci! La dolce Sara è stata nominata Atleta del Secolo una definizione così grossa da metterla quasi in imbarazzo quando la ricordo: Essere stata scelta fra tanti campioni mi ha fatto piacere. Finché si gareggia è facile avere riconoscimenti, mentre averli dopo significa che le persone si ricordano di te!.
La scheda di Sara
Sara Simeoni è nata a Rivoli Veronese (VR) il 19 aprile 1953. Ha partecipato a quattro Olimpiadi: 1972, Monaco, sesto posto; 1976, Montreal, medaglia d'argento; 1980, Mosca, medaglia d'oro; 1984, Los Angeles, medaglia d'argento. Il 4 agosto 1978, a Brescia, ha stabilito il record del mondo con metri 2.01, tuttora record italiano. Ha partecipato per cinque volte ai campionati d'Europa, conquistando il titolo nel 1978 a Praga, la medaglia di bronzo a Roma nel 1974 e ad Atene nel 1982. Nel 1977 e nel 1981 ha vinto le Universiadi. Quattro volte medaglia d'oro (1977, '78, '80, '81) ai campionati europei indoor. Ha conquistato 26 titoli italiani. Il 14 settembre 1986 ha chiuso la sua gloriosa carriera di atleta. Ha sposato Erminio Azzaro, suo allenatore, ed è mamma di Roberto.