Miti sì. Deboli no
Un 2008 nel segno di Venere, non di Marte. Lo vorremmo senza rifare il verso allo slogan hippy: «Fate l’amore e non la guerra». Vorremmo pensare a Venere, al principio femminile, per ritrovare qualità desuete come gentilezza, dolcezza e sensibilità.
Un tempo erano associate alle donne e ora non si sa più a chi associarle: forse sono in via di estinzione, visto che le donne arrivate al potere diventano dure quanto gli uomini. Marziane, figlie di Marte e dello scontro. O forse solo vittime della logica del più forte che domina i nostri tempi.
Non si capisce da quando è cominciato, ma ormai ogni giorno si esce di casa pronti a essere «tutti contro tutti», senza esclusione di colpi e senza rimorsi. E non stiamo parlando di Bush e Bin Laden, ma dei nervosismi maleducati in auto, delle code litigiose in posta, delle riparazioni insoddisfacenti – e senza ricevuta – di un artigiano, dei confronti armati con i colleghi. È la legge del più forte e del più furbo? Le regole della giungla riadattate al cemento? Di certo è un clima del quale, alla fine, nessuno è contento. Neppure chi vince gli scontri e sotterra i gentili.
Così diventa un miracolo abbassare le difese con una persona dolce che ti fa respirare aria serena. Sono più spesso donne, ma anche uomini che non accettano la logica cinica del successo a tutti i costi, dei soldi come unico faro d’orientamento. Insomma, potere e dolcezza rimandano a mondi diversi e contrapposti. Nelle nostre identità disorientate e sollecitate di continuo ad affermarsi, ci sentiamo forti se conquistiamo l’ultima parola e l’attenzione intimidita di uno o più colleghi, di qualche amico, persino di alcuni sconosciuti in treno che non rivedremo mai più. Scambiamo la forza vera con la prepotenza, il potere con l’autoritarismo. E pensiamo – sbagliando – che mitezza equivalga a debolezza.
Se il troppo cinismo d’oggi vorrebbe imporci la mentalità della battaglia, del vincere con ogni mezzo, ricordiamo come antidoto le donne di Leonardo, l’Annunciata di Antonello da Messina. Dal mistero e dalla bellezza sublime di quei volti pacati esce una quiete che contagia l’anima. Perché la dolcezza silenziosa racchiude la comprensione profonda della vita.
Rosanna BiffiUn 2008 nel segno di Venere, non di Marte. Lo vorremmo senza rifare il verso allo slogan hippy: «Fate l’amore e non la guerra». Vorremmo pensare a Venere, al principio femminile, per ritrovare qualità desuete come gentilezza, dolcezza e sensibilità.