Monaco, l’italiana
Secondo l";ultimo censimento, la Baviera ha 12.500.000 abitanti, ed è il Land più esteso della Germania. Vi risiedono (secondo gli schedari consolari aggiornati al luglio 2005) 104.649 cittadini italiani, di cui 75.211 nella Circoscrizione di Monaco, e 29.438 nella Circoscrizione di Norimberga. Degli italiani ricompresi nella giurisdizione di Monaco, i maschi sono 43.939, le femmine 31.273, in controtendenza rispetto alla popolazione globale del Land, dove la componente femminile è leggermente superiore a quella maschile. Gli italiani rappresentano l";8% del totale degli immigrati in Baviera, che ammontano a circa 1.200.000. Al primo posto si collocano i turchi con il 20,6%, al secondo gli originari dei territori della ex Jugoslavia con il 17,8%. Gli italiani sono al terzo con l";8%, seguiti dagli austriaci con il 7,7%. Gli italiani sono presenti particolarmente nell";industria meccanica, nei servizi, negli esercizi commerciali (soprattutto nella gastronomia). E non mancano i piccoli imprenditori.
Bettero. Che bilancio possiamo fare dei rapporti tra Germania e Italia visti dalla prospettiva del territorio sotto la sua giurisdizione? Quali sono i punti di forza e quelli di debolezza?
Scarlata. Limitandomi alla giurisdizione del Consolato di Monaco, posso senz";altro affermare che Italia e Baviera sono unite da un legame fra i più robusti dell";intera Europa. La caduta delle frontiere, la moneta unica, l";avanzare dei tempi hanno prodotto un ulteriore avvicinamento. Non passa settimana senza che a Monaco, ma anche altrove, come ad Augusta, Ratisbona, Lindau o Passau, vi sia un evento culturale direttamente collegato all";Italia. Il flusso turistico reciproco vive di grandi numeri. Pur in un periodo di crisi del turismo in Italia, i bavaresi non hanno affatto disertato le nostre tradizionali mete, riscoprendone di nuove: aumentano, ad esempio, i visitatori delle Marche e del Meridione. L";interscambio commerciale è assai florido e presenta cifre che superano, in termini relativi, i livelli dell";import-export italo-tedesco. Infatti la Baviera, che ha una forte vocazione per i rapporti internazionali, esportando più di Irlanda e Danimarca e importando più di Austria e Svizzera, esporta per un valore di 10.377 milioni di euro in Italia, che è il suo primo cliente, seguita da Gran Bretagna e Francia. L";Italia esporta molto in Baviera, anche se attualmente meno di quanto importi, per una cifra di 8.208 milioni di euro, classificandosi come secondo fornitore, dopo l";Austria. Un dislivello normale, tenuto conto di come la Baviera sia sede di importanti industrie come BMW, Audi, Siemens, ecc. da cui l";Italia tradizionalmente si approvvigiona. Comunque, ciò che impressiona è l";eccezionale simpatia che in tutti gli strati culturali e sociali della Baviera si indirizza verso l";Italia. Continua a stupirmi, fra le tante espressioni d";interesse per il nostro Paese, l";attenzione con cui vengono seguite manifestazioni che rispecchiano realtà socio-culturali italiane, anche fra le meno note, nonché il numero di tedeschi che ascoltano interventi in lingua italiana senza usare la cuffia per la traduzione simultanea.
Qual è l";identikit della comunità italiana che vive e lavora in Baviera?
Per quanto riguarda gli italiani qui residenti, si può dire che sono giunti ormai alla seconda e terza generazione, pur prevalendo ancora la prima. Non hanno problemi diversi rispetto a quelli del resto della popolazione, cioè dei bavaresi, i quali certamente, seppur in dimensioni un po"; ridotte, risentono della congiuntura negativa in cui questi anni è immersa la Germania. Si pone invece un";altra questione, che è quella dell";immobilità sociale della nostra comunità . Pur considerando che la società tedesca, come del resto quella di altri Paesi europei, non offre le prospettive di scalata di cui gli immigrati hanno beneficiato oltreoceano, dispiace vedere l";assenza di concreti progressi degli italiani in questo Land. Credo che la possibilità , esistente da alcuni mesi, di diventare cittadini tedeschi senza perdere la cittadinanza italiana, accelererà la mobilità sociale di quelli che ormai dovremmo chiamare italo-tedeschi piuttosto che immigrati.
Che rapporti esistono tra Consolato, Comites e Associazioni di italiani nel territorio sotto la sua giurisdizione? Quali sono le maggiori richieste che vi giungono dalla nostra comunità ? E come rispondete?
Credo davvero che i rapporti fra il Comites e l";Ufficio siano ottimi, grazie soprattutto all";egregia attività del Comitato e al valore dei Consiglieri eletti lo scorso anno. Si può dire la stessa cosa delle associazioni, benché "; e lo rilevo con rammarico "; il tessuto associativo italiano in Baviera sia debole, e quindi vi siano ben poche associazioni che effettivamente pesino. A proposito delle richieste della comunità , come dicevo poc";anzi, gli italiani qui residenti hanno ormai rari problemi che possano essere risolti in Italia o da chi l";Italia rappresenti. Viviamo in piena epoca di post-emigrazione, e le domande degli italiani stabilmente residenti in Germania trovano sostanziali soluzioni soltanto se rivolte alle autorità locali: ai Comuni, al Land, allo Stato centrale e alle varie articolazioni di questi enti. La stessa questione scolastica, sicuramente al centro delle preoccupazioni delle famiglie italiane, è frutto del sistema scolastico della Germania, già complicato di per sé perché troppo selettivo, e ancor più ostico per chi non sia ancora di lingua madre tedesca. Spetta agli elettori, se desiderano cambiarlo, esprimere un voto in tal senso. E gli italiani, quando diventeranno anch";essi elettori con l";acquisto della cittadinanza tedesca, potranno far sentire meglio la loro voce, con spagnoli, greci e portoghesi, se anch";essi si naturalizzano. Adesso votano solo alle elezioni comunali; ma una volta divenuti cittadini, giocheranno un ruolo importante anche in quelle per i Parlamenti federale e del Land.
Tutto sommato, dunque, le odierne richieste più pressanti invocano un miglior raccordo culturale e informativo con il Paese d";origine. Ma non mancano nemmeno esigenze derivanti dalla cattiva situazione economica della Germania, che si concretizzano in episodici interventi di assistenza sociale. In questa congiuntura storica, come da tempo sostengo, non è tanto la comunità italiana, o di origine italiana, all";estero, che rivolge domande alla nostra Pubblica Amministrazione. È piuttosto lo Stato che deve offrire un rinnovato rapporto con l";Italia, anche in assenza di esplicite istanze, per scongiurare la rescissione di un rapporto, che con il trascorrere delle generazioni, rischia di vanificarsi.
A Monaco è nato il primo asilo bilingue per bambini italo-tedeschi. Com";è oggi la situazione sul fronte dei corsi di lingua e cultura italiana? Quali iniziative sono in atto e quali altre in cantiere?
Il riferimento è, più che ad un asilo bilingue, all";accoglienza presso l";Istituto Montessori. Da settembre sono stati accolti alcuni bambini italiani. Altro, di concreto, non c";è all";orizzonte. Si tratta di ben piccola cosa di fronte alla generalizzata indisponibilità di posti negli asili tedeschi per i nostri piccoli allievi, che invece proprio nella scuola materna locale dovrebbero trovare l";indispensabile premessa per un decoroso futuro di studi. Circa i corsi di lingua e cultura italiana, dal settembre 2004, dopo la decisione del governo bavarese, si profila, purtroppo, la loro chiusura. I corsi, che rientrano nella competenza dell";Amministrazione locale, nell";ambito del normale ciclo tedesco di studi elementari, non saranno più finanziati dal locale Ministero della Pubblica Istruzione, che, a causa di difficoltà economiche, li sopprimerà gradualmente entro i prossimi quattro anni. Non è una misura che tocca soltanto la nostra comunità , ma tutte quelle, e sono numerose, che hanno finora beneficiato dei cosiddetti corsi di lingua madre.
Si stanno immaginando soluzioni alternative che consentano il mantenimento di lingua e cultura italiana nella scuola dell";obbligo, anche qualora venisse a mancare il finanziamento tedesco. Tra le opzioni allo studio, c";è anche una presa in carico da parte italiana, ma sussistono difficoltà di ordine economico, benché di spessore non ingente. Se così dovesse accadere, si realizzerebbe una completa innovazione, poiché finora l";Italia ha finanziato, seppure in misura ridotta, soltanto corsi di lingua tedesca, o di altre materie (ma non di lingua italiana). Era stata scelta questa strada, essendosi constatato che i nostri ragazzi erano ostacolati, nel loro percorso scolare, da deficienze soprattutto nella lingua tedesca. Il recupero linguistico e culturale del Paese d";origine, quantomeno in Baviera, sembrava potesse rimanere affidato all";Amministrazione del Land, pur con costante monitoraggio e cooperazione organizzativa del Consolato Generale.
Vogliamo parlare della Mostra sulla «Storia dei gelatai italiani in Germania»?
La mostra si è inaugurata con una grande manifestazione coincisa con il convegno dell";Associazione dei Gelatai in Germania: un organismo che svolge un";intensa attività . L";esposizione è focalizzata sulle tappe dell";affascinante percorso della gelateria italiana, attraverso le vicende dei suoi artefici, originari soprattutto del Nord-Est, via via trasformatisi da immigrati con pochi soldi e tanta genialità , in piccoli e medi imprenditori che si sono imposti al rispetto della popolazione tedesca. Di sicuro, un altro fattore di immagine positiva del nostro Paese.
Che rapporti esistono tra il Consolato e le Missioni cattoliche italiane e, in generale, con i missionari italiani?
Consolato e Missioni Cattoliche operano su due piani diversi, ma i punti d";incontro sono molteplici. L";uno e le altre, infatti, pongono l";assistenza alla comunità italiana al centro dei loro scopi. Le Missioni che operano in Baviera, con i sacerdoti e le suore che vi prestano così meritevole servizio, assicurano una presenza costante sul territorio, e spesso sono d";aiuto all";Ufficio Consolare che ha difficoltà a raggiungere tutti gli italiani ai quali desidererebbe arrivare.