Monterrey, seconda patria

Operaio, scrittore, insegnante, promotore culturale. Paolo De Francesco ha un progetto: dare vita a un'associazione di italo-messicani.
16 Gennaio 2008 | di
Monterrey
«La sua storia, le sue tradizioni familiari e il suo sforzo di valorizzare la cultura italiana e di emancipare i giovani e le comunità locali, sono uno straordinario esempio di dedizione e di servizio. Paolo De Francesco ha gli occhi lucidi quando legge le poche righe inviategli da Enrico Paolini, vice presidente della Regione Abruzzo. Righe di complimenti per quanto fatto in questi anni, e di incoraggiamento per il lavoro futuro. Righe che l’italiano di Monterrey merita a tutto tondo, e non solo dai vertici della propria regione d’appartenenza.
Paolo De Francesco, infatti, rappresenta un vero e proprio baluardo dell’italianità a Monterrey, città che non vantava certo una massiccia emigrazione tricolore ma che in questi anni ha assunto una sua specifica connotazione nell’alveo delle comunità italiane all’estero.
«Ogni mese – spiega Paolo – leggo almeno due o tre articoli italiani ai miei alunni dell’Università tecnologica, soffermandomi ovviamente sugli aspetti e le tradizioni abruzzesi. Io sono nato ad Atessa, patria del musicista e compositore Antonio Di Jorio, e di questa terra sono fiero. Da molti anni porto avanti una ricerca sugli italiani e sui loro discendenti che sono arrivati all’inizio del 1900, e poi hanno trovato lavoro in varie regioni del Messico. Il mio progetto è quello di costituire un’associazione per tutelare i loro diritti e per mantenere e rafforzare l’identità culturale d’origine».
Non sono semplici parole di circostanza quelle espresse dall’insegnante. Eletto nel 2007 presidente della Società Dante Alighieri di Monterrey, De Francesco ha davvero profuso tutte le sue energie per creare un ponte tra l’Italia e questo angolo del Centro America. Monterrey è lontana dalle mete turistiche che attirano gli italiani: Cancun, Città del Messico, Puerto Escondido, Guadalayara avevano molte attrattive ma non quella giusta per un giovane che aveva deciso di trovare in Messico le proprie soddisfazioni professionali.
«Sono arrivato in questo Paese all’età di 25 anni. Ho finito gli studi all’Istituto professionale per il commercio di Atessa, nel 1982. Dopo il servizio miliare, sono andato a lavorare come operaio in una ditta locale, e nel 1985 ho deciso di studiare la lingua inglese a Cambridge. Con i soldi accumulati quando ero operaio, ho deciso di partire e di studiare la lingua spagnola in Messico. Ho scelto Monterrey perché è una città industriale e commerciale ed è molto vicina al confine con gli Stati Uniti. Trovare un impiego non è stato facile, ma poi l’ho trovato in una ditta che importava prodotti italiani. Dopo poco tempo sono ritornato nel campo metallurgico e ho contribuito a migliorare la produzione di alluminio in una ditta messicana, importando apparecchiature da Brescia».
Negli anni trascorsi a Monterrey, Paolo De Francesco non ha mai smesso di amare la sua terra d’origine. Con grande energia ha deciso di dare corpo alla propria presenza in Messico attraverso la valorizzazione della cultura e delle tradizioni italiane.
«Nella mia vita mancava qualcosa. Ero contento del mio lavoro, ma avevo in mente di fare qualcosa per l’Italia. Terminato il lavoro ho iniziato a frequentare i corsi per l’insegnamento della lingua italiana e, nel 1991, ho ricevuto un incarico di responsabile culturale dal Consolato d’Italia a Monterrey. L’incarico mi ha permesso di iniziare a viaggiare per il Messico in cerca di gruppi idonei allo scambio culturale con l’Italia. Nel 1991 ho portato in varie città d’Italia il primo gruppo folkloristico messicano. Queste visite le ho poi ripetute nel 1993 e 1997. Nel 1998 feci arrivare nello Stato di Veracruz, in Messico, il gruppo folkloristico Coro di Atessa che fece visite anche a Nuevo Léon. Il Coro ritornò in Messico nel 2002 e nel 2005. Nel 1996 ho organizzato la Fiera di Milano qui a Monterrey».
Viaggiatore instancabile – sono almeno 35 le visite al suo Abruzzo negli ultimi 15 anni –, Paolo De Francesco ora lavora come insegnante e traduttore per società commerciali, oltre che come segretario generale della sezione locale della Camera di Commercio Italiana in Messico.
«Iniziai a lavorare nella Sociedad Italo Messicana Dante Alighieri di Monterrey in qualità di professore di lingua italiana impartendo corsi a studenti messicani. Poi iniziai la fase di ricercatore e, successivamente, divenni coordinatore dei programmi e metodi della lingua italiana. Naturalmente per far questo ho dovuto studiare molto, e confrontare idee e progetti con varie scuole e università».
Sposato da sette anni con Myriam Claudette Martinez, il neo presidente della Dante Alighieri appartiene alle 6 mila persone con il passaporto italiano (là sono oltre 30 mila i messicani d’origine italiana), e intende continuare a costruire quel ponte che ha già espresso molti successi professionali italiani in Messico.
«Quando sono arrivato in Messico, l’emigrante non era ben visto. La prima volta che un ufficio mi presentò al Dipartimento impieghi, mi sentii dire: “Lei non può lavorare in Messico perché sta rubando il pane a un messicano!”. Ho superato tutto questo grazie ai valori umani insegnatimi dai miei genitori. Ed è proprio questo che mi manca: il dolce profumo dei frutti della campagna, il panorama delle colline piene di vigneti, la vista della Maiella e dell’azzurro Adriatico. Gli splendidi sapori della cucina abruzzese. Ecco perché continuo a promuovere in Messico le tradizioni del mio Abruzzo attraverso il gruppo Cantore e di Danza Giovani Voci Dijoriane di Atessa».
Il vulcanico insegnante ha tentato, due anni fa, anche l’avventura delle elezioni politiche, presentandosi come candidato al Parlamento in una lista indipendente, e portandola al terzo posto tra le preferenze italiane in Messico. «Non avrei potuto scegliere un partito tradizionale. Amo la libertà ma l’ordine e la disciplina sono miei alleati, e certi valori li ho potuti esprimere solo da indipendente. Sono stato felice di aver presentato agli italiani in Messico un’idea che ci univa tutti come un’unica entità, al di là delle proprie convinzioni politiche. Così come sono stato orgoglioso di lavorare insieme a mia moglie al libro sui proverbi italiani».
101 proverbi della lingua italiana: questo il titolo del volume edito proprio dalla moglie Myriam e dalla sua tipografia. Il libro, in italiano, è illustrato da 27 disegni, firmati da 3 architetti ed è stato presentato al Museo di Storia di Nuevo Léon, a Monterrey, a Veracruz, e alla Dante Alighieri di Ciudad Obregon sul Pacifico.
«Ogni popolo è attaccato alla propria terra, alla casa, alla famiglia, e a queste sono legati molti proverbi. I proverbi rappresentano l’esperienza dei nostri antenati. Conoscere l’Italia e gli italiani attraverso i proverbi è la maniera più diretta per capire la mentalità di un popolo».
La nomina a presidente della Sociedad Italo-Mexicana Dante Alighieri di Monterrey, ha permesso a Paolo De Francesco di dare un’ulteriore impronta alla propria fame di cultura. Confortato dall’ambasciatore d’Italia a Città del Messico, Felice Scauso, e dal primo segretario Alessandro Ferranti, l’infaticabile insegnante ha superato brillantemente molte barriere linguistiche. «Gran parte delle mie energie – afferma orgoglioso – arrivano da mia moglie: Myriam Claudette Martinez è una disegnatrice grafica. Durante gli anni Novanta ha studiato a Perugia. Lei è una pittrice e nel marzo di quest’anno ha realizzato una mostra sulle maschere di Venezia, nella Galleria Regia del Municipio di Monterrey. L’iniziativa ha avuto molto successo anche grazie all’impegno della dottoressa Rosalinda Lozano de Castillo, direttrice del nostro Istituto e insegnante di lingua italiana dal 1968, data di fondazione dell’Istituto. Lei mi ha aiutato a realizzare tanti progetti. Oggi, la nostra Dante impartisce corsi di lingua italiana a tutti i livelli, per oltre 250 alunni; e impartisce lezioni nelle principali università locali».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017