Mulieris dignitatem. Maschio e femmina li creò
«La Chiesa, dunque, rende grazie per tutte le donne e per ciascuna (…): così come sono uscite dal cuore di Dio in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità; così come sono state abbracciate dal suo eterno amore; così come, insieme con l’uomo, sono pellegrine su questa terra, che è, nel tempo, la “patria” degli uomini e si trasforma talvolta in una “valle di pianto”; così come assumono, insieme con l’uomo, una comune responsabilità per le sorti dell’umanità, secondo le quotidiane necessità e secondo quei destini definitivi che l’umana famiglia ha in Dio stesso, nel seno dell’ineffabile trinità». Sono parole scritte più di vent’anni fa da Giovanni Paolo II, cantore del «genio femminile», nella Mulieris dignitatem, la Lettera apostolica che il Pontefice volle dedicare alla «dignità e vocazione della donna in occasione dell’Anno Mariano».
È stato prendendo spunto da questo documento, vera pietra miliare nella storia della Chiesa «al femminile», che un anno fa, proprio in occasione del ventesimo anniversario della sua pubblicazione, è sorto a Roma, all’interno della Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura-Seraphicum, affidata alle cure dei frati minori conventuali, l’Istituto Mulieris Dignitatem per studi sull’unidualità uomo-donna.
Unidualità presente nell’organizzazione stessa dell’Istituto, a capo del quale, infatti, figurano due direttori, un uomo e una donna: padre Zdzisław Józef Kijas, responsabile scientifico, e la professoressa Laura Tortorella, responsabile didattica, alla quale abbiamo chiesto di illustrarci il significato di questa iniziativa.
Msa. Professoressa Tortorella, com’è nata l’esigenza di un Istituto dedicato all’unidualità uomo-donna?
Tortorella. Ci sembrava urgente e necessario dare rilievo al messaggio centrale della Lettera apostolica Mulieris dignitatem: umanità significa chiamata alla comunione interpersonale (MD 7). Oggi è più che mai auspicabile una ricerca antropologica che approfondisca l’identità dell’uomo e della donna come singoli e nel loro essere chiamati insieme a costruire la storia per dare vita a una cultura nuova, nella prospettiva, appunto, uniduale. Vogliamo dunque offrire una formazione accademica rigorosa e interdisciplinare che su ogni tematica affrontata – sempre legata all’attualità – spazi dall’area antropologica a quella sociologica, dalla psicologica alla teologica.
Che cosa significa affrontare in questa prospettiva le varie discipline d’insegnamento? Mi può fare qualche esempio concreto?
Il nostro Istituto vuole promuovere il dialogo fruttuoso tra uomo e donna al fine di far emergere le specifiche originalità, soprattutto nell’affrontare le questioni di attualità decisive per il futuro. Nei nostri programmi tentiamo di sviluppare ogni tematica da entrambi i punti di vista, quello maschile e quello femminile, per poi sottolineare le peculiarità della persona umana nel piano di Dio Creatore e Redentore.
Quali obiettivi vi prefissate?
L’obiettivo è quello di rispondere alla sfida lanciata da papa Benedetto XVI nel discorso ai partecipanti al Convegno organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici nel 2008 «Donna e uomo, l’humanum nella sua interezza», a seguito del quale abbiamo avvertito l’esigenza di creare l’Istituto. Si tratta di promuovere «una rinnovata ricerca antropologica che, sulla base della grande tradizione cristiana, incorpori i nuovi progressi della scienza e il dato delle odierne sensibilità culturali, contribuendo in tal modo ad approfondire non solo l’identità femminile ma anche quella maschile, essa pure oggetto non raramente di riflessioni parziali e ideologiche. Di fronte a correnti culturali e politiche che cercano di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali iscritte nella natura umana considerandole una costruzione culturale, è necessario richiamare il disegno di Dio che ha creato l’essere umano uomo e femmina, con un’unità e allo stesso tempo una differenza originale e complementare».
Chi frequenta l’Istituto e com’è organizzato?
Gli allievi sono persone differenti per età e formazione, che vogliono approfondire, per curiosità personale o per esigenze professionali, le tematiche da noi affrontate di anno in anno, nella prospettiva uniduale appunto.
Anche l’organizzazione, dicevamo, è «uniduale» e il più possibile aperta al confronto: oltre ad avere un direttore scientifico (padre Kijas) e un direttore didattico (la sottoscritta), l’Istituto ha un Comitato d’onore e un Comitato scientifico (uomini e donne di chiara e solida formazione umana) che affiancano i direttori nella scelta dei programmi e delle iniziative da portare a termine.
La proposta nasce all’interno di una Facoltà gestita dai frati minori conventuali. Qual è l’apporto specifico del carisma e della sensibilità francescana in quest’ambito di studio?
San Francesco e i suoi seguaci sentivano sin dall’inizio grande interesse per i problemi degli uomini e delle donne del loro tempo. Inoltre, Francesco e Chiara sono un evidente esempio di complementarità sia nella diffusione del messaggio evangelico sia nella loro amicizia spirituale: Chiara era come un «riflesso» di Francesco, e in lui «ci si vedeva tutta come in uno specchio», mentre Francesco era illuminato dalla luce della purezza e della povertà di Chiara.
Fra l’altro, in quest’anno in cui l’ordine francescano ricorda l’VIII centenario della sua fondazione ci è sembrato particolarmente opportuno reinterpretare la unidualità Francesco-Chiara per attualizzarla in termini accademici.
A breve partirà un Master promosso dal vostro Istituto sulla risoluzione dei conflitti: qual è la sua specificità?
Il Master in Gestione delle crisi personali e interpersonali – patrocinato dal Pontificio Consiglio per i Laici, dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e da Scint (Scuola di specializzazione in psicoterapia cognitivo-interpersonale) – si propone di affrontare le crisi (personali e interpersonali) insegnando a riconoscere i segnali di crisi prima che la situazione diventi dannosa per la persona, la famiglia, la comunità. Vi si possono iscrivere singoli, religiosi e religiose, genitori e tutti coloro i quali hanno la necessità di saper gestire delle crisi.
Quali altre iniziative avete realizzato di recente o vi accingete a promuovere?
Abbiamo iniziato le attività dell’Istituto lo scorso anno, uscendo dall’Ateneo. Abbiamo infatti organizzato una serie di incontri che hanno avuto per tema il lavoro e la dignità della persona, letteralmente portando l’attività accademica in una parrocchia della zona. Dall’iniziativa (sempre multidisciplinare e attenta all’unidualità uomo-donna) è nata una collaborazione con le Edizioni Messaggero Padova con cui pubblicheremo gli atti, all’interno di una nostra collana. Inoltre, saranno pubblicate anche le relazioni dei partecipanti a una Tavola Rotonda sull’infanzia, che abbiamo organizzato lo scorso novembre in occasione del ventesimo anniversario della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia promossa dalle Nazioni Unite e che ha avuto relatori di particolare rilievo.
Numerose, poi, sono le iniziative su cui stiamo lavorando per il 2010: incontri sul mondo giovanile, previsti per i mesi di febbraio, marzo e maggio, mentre il 12 giugno ritorneremo sulle problematiche relative all’infanzia dando più rilievo alle questioni giuridiche e psicologiche. L’intento è sempre quello di essere attenti e pronti ad affrontare le questioni attuali e urgenti cui l’uomo e la donna sono chiamati a rispondere. E, come sempre, non in una prospettiva di competizione o separazione, bensì in quella della complementarità nella diversità, vale a dire nella prospettiva uniduale che ci caratterizza.
Master. Gestire i conflitti
L’Istituto «Mulieris Dignitatem» per studi sull’unidualità uomo-donna promuove un Master di primo livello sulla «Gestione delle crisi personali e interpersonali». Si tratta, in estrema sintesi, di un’occasione per riflettere, anche in vista di una loro possibile soluzione, sulle crisi che possono coinvolgere un essere umano, uomo-donna, inteso come singolo (crisi personali) o un essere umano, uomo-donna, inserito in un contesto sociale (crisi interpersonali). Così, mettendo l’originalità maschile e femminile a servizio dell’uomo, promuovendo il loro dialogo, attraverso le lezioni frontali, i momenti di lavoro di gruppo, la proiezione di documenti a tema con relativo dibattito, potranno essere decifrate questioni di estrema attualità (disturbi del comportamento alimentare, tossicodipendenze, crisi adolescenziali, disturbi dell’identità sessuale, divorzio, separazioni, crisi nell’ambito di una vocazione alla vita consacrata, famiglie allargate, convivenze, bullismo, difficoltà nel ruolo genitoriale...) per poi evidenziare un fruttuoso passaggio che favorisca la maturazione personale e comunitaria al fine di affrontare le avversità della vita, sconfiggerle e uscirne migliorati.
Il Master ha durata semestrale ed è intensivo, dal venerdì alla domenica mattina. La frequenza è obbligatoria (non meno dell’80 per cento delle lezioni).
Le lezioni cominceranno il 19 febbraio, secondo questo calendario:
- I Modulo: Quali sono le crisi (19-21 febbraio 2010) 20 ore più laboratori
- II Modulo: Come si vivono le crisi (19-21 marzo 2010) 20 ore più laboratori
- III Modulo: Come si esce dalle crisi (16-18 aprile 2010) 20 ore più laboratori
- IV Modulo: Come vivere dopo la crisi (21-23 maggio 2010) 20 ore più laboratori
- V MODULO: Come difendersi dalle crisi (18-21 giugno 2010) 20 ore più laboratori
Termine per l’immatricolazione: 30 gennaio 2010
Info:
Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura-Seraphicum, Istituto «Mulieris Dignitatem» per studi sull’unidualità uomo-donna
Via del Serafico, 1 - 00142 Roma
tel. 0039 06 5192007 / 0039 06 51503208, fax 0039 06 5192067
e-mail: ist.mulierisdignitatem@gmail.com, sito: www.seraphicum.org