Natale di conversione

Gesù ci invita ad una rinascita che ci renda uomini nuovi, testimoni e costruttori di quella pace che gli angeli hanno annunciato a tutti gli uomini.
07 Febbraio 2001 | di

La festa di Natale mi fa rivivere una delle pagine più significative del diario di Paul Claudel, in cui lo scrittore francese racconta la sua conversione avvenuta nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Era il Natale del 1886 e Claudel, ancora miscredente, dopo aver partecipato alla messa del mattino, ritorna anche per i Vespri: «Cominciavo a scrivere e mi sembrava che, nelle cerimonie cattoliche, avrei potuto trovare un'ispirazione». Era quindi ritornato «perché non aveva nient'altro da fare», ma al canto del Magnificat, in piedi in mezzo alla folla, si verificò un avvenimento che trasformò la sua vita: «In un istante, il mio cuore fu toccato, e io credetti con una forza d'adesione che in seguito tutti i miei libri, i miei ragionamenti, tutte le vicende della mia vita agitata, non hanno potuto scuotere la mia fede. Un sentimento si imponeva: Dio esiste, Egli è là ; è qualcuno, è un essere personale come me. Egli mi ama». E aggiunge: «Ebbi in un istante il sentimento lacerante dell'innocenza, dell'eterna infanzia del Dio-Bambino».
Dal Natale 1886, inizia per Claudel un tempo di riflessione, un cammino solitario pieno di ostacoli che gli permette di trasformare la forte emozione religiosa provata a Notre-Dame, in una matura adesione alla Chiesa cattolica. Il passaggio decisivo dall'incredulità  alla fede avviene in un altro Natale, quello del 1890, in cui egli contempla «le miserable enfant», il Dio dei piccoli e degli indigenti, come segno dell'onnipotenza divina che salva il mondo. In quel Bambino indifeso, che lo rende finalmente felice, Claudel ammira colui che si definirà  «mite e umile di cuore» (Mt 11,29) e che proprio attraverso la mitezza e l'umiltà  attirerà  gli uomini d'ogni tempo e d'ogni continente.
Il mistero del Figlio di Dio fatto bambino per abbracciare senza riserve la condizione umana, ha trovato nei primi secoli della Chiesa dei forti oppositori che ritenevano indegno per un Dio diventare bambino. Non comprendevano l'esempio che Egli ci ha donato con l'umiltà  e la povertà  della sua nascita, facendosi simile a noi in tutto, fuorché nel peccato, per condividere la nostra quotidianità . La sua nascita nella povertà , accanto a Maria e Giuseppe, manifesta la profondità  dell'amore di Dio che non esita ad abbassarsi per avvicinarsi agli uomini con la semplicità  del bambino. «Il Figlio di Dio si è fatto carne per rendere possibile all'uomo ciò che con le sue forze non potrebbe conseguire: l'amicizia con Dio, la sua grazia, la vita soprannaturale, l'unica in cui possono risolversi le più profonde aspirazioni del cuore umano» (cfr. Bolla: Incarnationis mysterium, 2).
L'esperienza del Natale come incontro personale con il Dio Bambino, è presente nella vita di tanti santi. La tradizione ci ricorda il Natale di Greccio, in cui san Francesco volle rivivere nel «presepe vivente» il mistero di Betlemme; l'apparizione del Bambino Gesù a sant'Antonio a Camposampiero, prima della sua immatura morte e dopo aver affrontato il tiranno Ezzelino per salvare delle vite umane. Teresa di Lisieux in Storia di un'anima ricorda «la notte luminosa» del Natale del 1886, in cui ricevette la «grazia della conversione totale». Nascendo a Betlemme, il Figlio di Dio ci offre un insegnamento quanto mai attuale: il valore del bambino nella società  e il nostro impegno per garantire la sua crescita armoniosa nella comunità , nel rispetto dei suoi diritti. Celebrando questo Natale, anche noi, come i pastori, diciamoci gli uni agli altri: «Andiamo a Betlemme per vedere quel che è accaduto e che il Signore ci ha fatto sapere» (Luca 2,15).
Quest'anno lo celebreremo al termine dell'anno giubilare che ci ha offerto momenti di grazia e tante occasioni in cui abbiamo constatato l'universalità  della Chiesa. Entrando ora nel terzo millennio, dobbiamo sentirci più partecipi della storia, sull'esempio del Dio-bambino che si è inserito in una terra e tra la sua gente, per divenire nostro Salvatore.

Buon Natale a voi e a tutti i vostri cari, da parte mia e di tutti i frati della Basilica del Santo di Padova.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017