Nel paese degli Orologi
Nel paese degli Orologi vivevano papà Tempo e mamma Fantasia con i loro te figlioletti: Passato, Presente e Futuro. Papà Tempo era uomo preciso, sempre puntuale, grande lavoratore. Era così stimato da tutti gli abitanti, che lo avevano eletto sindaco. Voleva molto bene ai suoi tre bambini, ma purtroppo aveva sempre fretta e stava pochissimo con loro.
Mamma Fantasia era ancora molto giovane, sempre allegra e affettuosa con i suoi piccoli; ma, ahimè, spesso aveva la testa fra le nuvole e si distraeva; allora a casa succedevano guai. Infatti, quando papà Tempo tornava e trovava tutto in disordine, i tre birbanti che bisticciavano e mamma Fantasia in ritardo per la cena, andava su tutte le furie. In quelle brutte sere le sue urla si sentivano fin dalla piazza del Grande Orologio.
Gli abitanti del paese degli Orologi non vedevano di buon occhio la signora Fantasia perché faceva arrabbiare l`amato sindaco e dava, secondo loro, cattivo esempio ai suoi tre bambini. E così la poverina non aveva amici e pensava con nostalgia al paese in cui era nata, dove tutto era colorato e tutti facevano festa, e alla sua casa, dove si inventavano sempre nuovi giochi. «Ah, come mi divertivo un tempo ` sospirava `. Qui tutto è grigio, troppo ordinato. Mio marito pensa sempre al suo lavoro e non ha voglia di ridere con me e con i nostri figli».
Allora prendeva una scala, usciva di casa e andava a spostare le lancette del grande orologio. Così nel paese più ordinato del mondo scoppiava il caos: i grandi arrivavano tardi al lavoro, i piccoli facevano tardi a scuola, i negozi non aprivano mai, gli autobus e i treni si fermavano. Con grande gioia di Fantasia, che si divertiva un mondo e dimenticava per un po` le sue pene. Ma un bel giorno, anzi un brutto giorno, la colpevole fu scoperta e il sindaco, pieno di vergogna, decise di allontanarla dalla sua casa e dal paese.
In realtà Tempo voleva bene a Fantasia, ma pensava: «Io sono il sindaco del paese e ho la responsabilità di mantenervi l`ordine. Non posso fare brutte figure davanti ai cittadini lasciando correre un`azione così grave».
In quei giorni nella casa di Tempo e Fantasia c`era silenzio di tomba: i bambini non giocavano più, la mamma piangeva come una fontana e papà Tempo aveva il viso duro, ma triste da far pietà . Passato, Presente e Futuro provavano un grande dolore nel vedere i genitori così tristi, e allora escogitarono un piano per risolvere la situazione.
Passato era il più pessimista e dubitava della riuscita: «Sarà impossibile far tornare le cose come prima e perderemo la nostra mamma», diceva sconsolato. Il piccolo Futuro, invece, era pieno di entusiasmo: «Vedrete, vedrete... Mamma e papà torneranno a volersi bene come prima, anzi più di prima e saremo tutti contenti». Toccò a Presente, il più saggio, il compito di consolare il fratello maggiore e frenare lo slancio del più piccolo: «Sentite fratelli ` disse ` mi è venuta una bella idea, però dobbiamo impegnarci tutti e tre».
Da quel momento ogni pomeriggio i tre bambini correvano di qua e di là , parlavano sottovoce e spesso chiudevano a chiave la porta della loro cameretta. Finché una sera, quando mancava poco alla partenza della mamma, Passato chiese a Fantasia il permesso di preparare la cena con l`aiuto dei fratelli. La mamma si meravigliò ma, pensando che i suoi bambini volessero dimostrarle in quel modo il loro affetto, acconsentì fra le lacrime. Futuro allora la prese per mano e disse: «Mamma, questa sera facci contenti! Mettiti il tuo bel vestito colorato, quello che mi piace tanto e che piace anche a papà ». E accompagnò Fantasia nella camera da letto.
Quando papà Tempo aprì la porta, quella sera vide la tavola apparecchiata solo per due persone e si stupì, ma era troppo stanco e triste per fare domande. Baciò i bambini e non si accorse delle occhiatine che essi si lanciavano mentre lo spingevano verso la tavola e lo facevano sedere. A un certo punto Futuro spense la luce, Presente sistemò sul tavolo due candele e Passato accompagnò galantemente al suo posto mamma Fantasia, che era veramente bella con quel vestito pieno di colori.
La meraviglia dei due genitori cresceva sempre più nel vedere i loro bambini così impettiti e volenterosi nel servire la cena. Ma il bello doveva ancora venire.
All`improvviso, infatti, comparvero nella stanza Passato e Presente; uno indossava il grande cappello di papà , che gli copriva buffamente gli occhi, e portava la borsa che Tempo usava per andare in ufficio. L`altro, invece, cercava di stare in equilibrio sui tacchi delle scarpe di Fantasia e aveva tra i capelli il suo bel fiocco colorato. I due bambini imitavano con impegno, da veri attori, i gesti quotidiani dei genitori. «Ciao, cara Fantasia ` diceva Passato imitando il vocione di una persona adulta ` oggi il lavoro è stato faticoso ma sono contento di essere a casa, e ho tanta voglia di passare una bella serata con te e con i cari bambini. Mi è venuta una bella idea: inventiamo un gioco che ci faccia ridere a crepapelle».
«Ciao, tesoro ` rispondeva Presente, imitando il sorriso della mamma ` anch`io ho avuto una giornata piena di impegni. Sai, per badare ai nostri figli ci vuole molta pazienza, ma sono riuscita a prepararti una cenette con i fiocchi».
A quel punto Futuro, che se ne era rimasto in disparte, corse a dare un bacione al papà e alla mamma, che aveva gli occhi pieni di lacrime per la commozione.
«Sono stato proprio uno sciocco, cara Fantasia ` esclamò papà Tempo ` ho pensato troppo al mio lavoro e ho dimenticato di dimostrare ogni giorno a te e ai bambini tutto il mio affetto».
«La colpa non è soltanto tua, caro ` ribatté Fantasia ` anch`io ho sbagliato. Pensavo di farvi felici soltanto con l`allegria e il gioco, ma ho creato tanto disordine».
«Questa volta i nostri tre piccoli ci hanno dato una bella lezione e grazie al loro impegno e alla loro saggezza abbiamo riconquistato la felicità . Cerchiamo di non farla scappare più da questa casa». Quella fu una serata bellissima per tutta la famiglia, ma tante altre, altrettanto serene, dovevano venire.
Il giorno dopo Tempo annunciò a tutti i cittadini che aveva deciso di perdonare Fantasia, perché l`amava molto e la considerava una buona madre e una donna piena di allegria e di gioia. Vedendo il loro sindaco così felice, gli abitanti decisero di dare una grande festa nella piazza del Grande Orologio in onore di Tempo e di Fantasia, e quel giorno il sole brillò come non mai sul paese degli Orologi, che perse il suo solito grigiore e si accese di mille colori.