Nessuna vita vale più di un’altra

Un giovane non conta più di un anziano, un normale più di un handicappato. Non si possono selezionare embrioni per ottenere il figlio migliore, e così via...
06 Gennaio 2001 | di
   
   
L a Chiesa e la ricerca bioetica, un rapporto fatto spesso di incomprensioni. Ne parliamo con don       Guido Miglietta, 45 anni, docente di Bioetica e teologia morale all' università  «Urbaniana» a Roma e consulente della Caritas italiana per programmi sociosanitari internazionali.      

Msa. Don Miglietta, si può dire che la Chiesa cattolica «diffidi» della ricerca scientifica nel campo della bioetica?
Don Miglietta. Questo proprio no. Non c' è, da parte della Chiesa, nessuna diffidenza verso la ricerca scientifica. Anzi, c' è un grande incoraggiamento perché anche la ricerca ben fatta contribuisce ad accrescere nel mondo quella moltiplicazione del bene e della solidarietà  che costituisce la civiltà  dell' amore. La critica della Chiesa alla ricerca scientifica sorge quando si sentono in giro certi discorsi del tipo: sacrifichiamo una parte per il tutto. Per ottenere scoperte e vantaggi per tutti, una parte di esseri umani, che siano embrioni o feti o persone con handicap, o anziani, o quelli di una particolare etnia: per gli uni, la distruzione e per gli altri, il miglioramento della qualità  di vita. Questo non sarà  mai accettato, assolutamente no, né ora né mai dalla Chiesa. Non vogliamo essere complici di un mondo dove il benessere degli uni si fonda sullo sfruttamento dell' umanità  degli altri e ci dissociamo pubblicamente e politicamente.

     

Quali sono i valori di fondo ai quali la Chiesa richiama la coscienza degli scienziati?
 Il valore di fondo sta innanzitutto nella grande importanza data alla coscienza stessa dello scienziato che, consapevole di ciò che sta facendo, accetta di proseguire le ricerche perché con esse costruisce più rispetto e benessere per la dignità  di ciascuno; oppure, con coraggio, dice no perché le ricerche e le applicazioni sono alienanti della condizione umana a motivo delle sicure, o anche solo prevedibili, vittime che procurano, colpite nella vita, dignità  e libertà , salute, ecc. Giovanni Paolo II ha invitato gli scienziati di tutto il mondo a fare       obiezione di coscienza quando si rendono conto che la loro ricerca non serve alla vita, ma alla morte. Il valore di fondo è - dal momento che la coscienza non si compra - nel suscitare la fierezza e l' orgoglio degli       scienziati, capaci di prendere posizione contro i poteri costituiti culturali, economici, politici dove chi ha opportunità  ne ha sempre di più, e chi ne ha di meno o non ne ha, viene distrutto. I valori, poi, che ispirano le scelte degli scienziati sono la promozione e lo sviluppo della vita, della dignità  e della libertà , del benessere di ciascuno, quindi, immancabilmente, il rispetto di ogni essere umano in quanto essere dal primo istante del concepimento fino al termine naturale dell' esistenza.

     

Come può la Chiesa instaurare un dialogo fruttuoso con un mondo che sembra non tollerare limiti di nessun tipo?
Nel passato, se il mondo sembrava non tollerare limiti di nessun tipo, è perché credeva di abbattere tabù intesi come affermazioni intoccabili che difendevano credenze di cui non si poteva né si doveva dare ragione. Oggi la Chiesa è la più grande agenzia culturale che difende e sostiene l' idea che in ogni essere umano c' è qualcosa di «speciale», ,quindi nessuno è riducibile a numero, a massa, a caso di una sequenza di esperimenti. Invece, la scienza avverte fortemente la tentazione di spiegare ogni cosa, persino noi stessi, come una sequenza di eventi naturali o di aggregati di forze fisiche o chimiche o neurologiche. Con tutto il rispetto per la scienza, della quale tutti noi siamo parte o come artefici o come fruitori, secondo me la grande forza di dialogo della Chiesa con il mondo è di giocare con tutti su questa «specialità » che è l' essere umano, che siamo noi per noi stessi, con la nostra mente, la nostra comunità , noi-con-Dio, per dirla teologicamente, dove Lui prende la sua parte di protagonista. Per questo, la bioetica resterà  uno dei luoghi dove si fa presente l' apologia di fondo del cristianesimo e della Chiesa in favore dell' essere umano.

     

Quali sono le ricerche attuali che preoccupano di più il magistero ecclesiale?
 Sono le ricerche che portano alla svalutazione o al disprezzo di una parte degli esseri umani rispetto all' altra. Attenzione: questo disprezzo può colpire culturalmente una generazione rispetto all' altra, quindi la condizione degli anziani, da un certo momento in avanti considerati un sovrappeso per l' intera società ; può colpire gli       embrioni, considerati materiale da esperimento per selezionare con i test genetici il figlio migliore. Questo disprezzo può colpire una razza o un insieme di razze umane rispetto alle altre, considerando il patrimonio genetico di una parte dell' umanità  scadente, inutile, da «arginare» con politiche di denatalità  selettive. Sono i principi della risorgente eugenetica che preoccupano la Chiesa, per l' esplosivo potenziale di attacco che le loro applicazioni hanno contro la famiglia umana, contro la dignità  di ciascuno, contro la giustizia distributiva e sociale. La Chiesa replica che siamo tutti uguali per dignità , la fede ci mostra che siamo tutti figli di Dio senza distinzione eugenetica.

 


   
   

   

   

Piante transgeniche.         Manipolazione genetica di alcune specie vegetali attraverso le       biotecnologie per produrre piante con attività  insetticida, resistenti agli erbicidi e in grado di ottimizzare l' utilizzo e la fissazione dell' azoto atmosferico. Per ottenere queste trasformazioni genetiche vengono utilizzati microrganismi opportunamente manipolati. Le stesse tecniche sono state applicate anche sugli animali ottenendo animali transgenici. Staminali (cellule).          Si tratta dell' ultima frontiera nel campo della ricerca sui trapianti. Sono, anzitutto, cellule che hanno la caratteristica di poter essere prodotte in laboratorio. Sono, poi, in grado di differenziarsi in tutti i vari tessuti del nostro corpo: dai muscoli al cuore, dal sangue ai nervi. Dalle cellule staminali, quindi, si possono ottenere i mattoni per la creazione dei diversi organi del nostro corpo. Si trovano nell' embrione, ma anche nell' individuo adulto. Gli scienziati italiani sono all' avanguardia nel mondo per la ricerca sulle staminali negli adulti. BIOCURIOSITà€
AVREMO PRATI       MULTICOLORI?
Ricercatori della Rutgers university del New Jersey hanno già  selezionato un' erba che in inverno diventa color porpora. Altri prevedono di inserire nell' erba il gene per ottenere prati che si illuminano quando vengono calpestati. Ma già  abbiamo fiori dai colori una volta impensabili, come i garofani blu, grazie alla biogenetica. Il quarto stadio di una cellula.

 

   
   
IL NOSTRO PUNTO DI VISTA      

C' È UN LIMITE: L' ALTRO     

A l termine di questo lungo cammino all' interno di uno dei più scottanti problemi del nostro tempo, ci pare opportuno mettere in evidenza alcuni momenti importanti della questione già , peraltro, enunciati nel dossier. La scienza, dunque, ha la possibilità  di varcare l' ultima porta della creazione, di entrare nel cuore della vita per carpirne, attraverso i meccanismi che la sprigionano, l' intimo segreto. L' avventura è affascinante e ricca di prospettive: per la medicina, alla quale si aprono strade nuove per vincere malattie, per ridare speranze di vita sinora del tutto impensate; per altre scienze che, grazie a tecnologie sofisticatissime, possono concretamente migliorare la vita e le condizioni dell' ambiente. Insomma, per gli scienziati si sono spalancati orizzonti inesplorati. Ma fino a dove è giusto inoltrarsi? C' è un limite di fronte al quale occorre rispettosamente fermarsi?
C' è, ovviamente, chi pensa che nessuna strada possa essere preclusa alla scienza, pena il rischio di bloccare il progresso dell' umanità . Ma quel progresso ha spesso connotati puramente materiali od economici, e viene perseguito anche se sul suo altare qualcosa o qualcuno deve essere sacrificato, perché - si giustifica - assicura una migliore qualità  della vita per tutti. Ma un simile atteggiamento cozza con l' etica, per la quale alcuni paletti alla ricerca e alla manipolazione, soprattutto in settori  tanto delicati, devono essere posti, quando quel qualcuno da sacrificare sull' altare del progresso è un' altra persona, sia pure allo stato embrionale.
Su questa posizione, condivisa anche da esponenti del mondo scientifico, si è posta con decisione la Chiesa: non per bloccare la  ricerca scientifica - cosa da non farsi - ma per rivendicare un diritto che ritiene inalienabile: il rispetto dell' altro in quanto altro e della sua dignità , come principio etico. Per questo ha detto no al prelievo, alla manipolazione e alla distruzione di cellule embrionali, anche se queste possono offrire opportunità , e a basso costo, per altri... perché il benessere di nessuno può essere raggiunto sfruttando altre persone.
Questa è una sfida posta agli uomini di scienza perseguire le facili vie della ricerca senza limiti, magari sotto le spinte interessate di chi in ogni nuova scoperta sente profumo di affare, ma di percorrere le più difficili di una ricerca tesa a liberare tutte l potenzialità  in nome di un' etica che riconosce il valore della persona fin dal suo apparire. Senza negare la complessità  della questione, c' è una frontiera davanti alla quale fermarsi: il mistero della vita.

     

Luciano Bertazzo

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017