Non perdiamoci di vista

06 Luglio 2002 | di

Montréal

Dopo la Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo, svoltasi nel 2000 a Roma, sembrava, com";è avvenuto spesso in passato, che tutto fosse caduto nel dimenticatoio. Invece, alcuni di quei giovani che avevano partecipato al convegno parallelo di Campobasso, tra i quali Isabella Tirelli e Lilli Renda, stimolati e aiutati dal Com.it.Es. di Montréal e dal suo dinamico presidente, Giovanni Rapanà , hanno deciso di organizzare una Prima Conferenza dei Giovani Italiani in Canada allo scopo di agire come strumento di risonanza a disposizione della Comunità  Italiana per lanciare un dibattito su alcuni problemi che riguardano la nuova generazione di italiani residenti in questo Paese.

E così, insieme ad un gruppo di attivi collaboratori e con il sostegno del Consolato Generale d";Italia a Montréal, sono riusciti a riunire insieme un centinaio di giovani provenienti dalle più popolose città  in cui vivono molti italiani come Ottawa, Toronto, Waterloo, Windsor, Winnipeg, Edmonton e Vancouver per parlare soprattutto della loro identità  e dei problemi che ad essa sono connessi.

La Conferenza è stata aperta oltre che dai discorsi del ministro dell";Emigrazione, Coderre; del console generale d";Italia a Montréal, Gian Lorenzo Cornado, anche da Isabella Tirelli che ha presentato una breve relazione introduttiva.

Il primo di questi argomenti riguardava «L";accesso ai media italiani, questione di Rai International, informazione di ritorno», introdotto da Carol Gagliardi, editrice del settimanale Il Corriere Italiano di Montréal. La signora Gagliardi ha illustrato l";importanza che oggi rivestono stampa, radio e televisione italiane che operano in Canada. Questi mezzi di comunicazione non sono solo i portabandiera della nostra identità  e della nostra italianità , ma rappresentano anche i cani da guardia contro ogni discriminazione o ingiustizia di cui, talvolta, sono oggetto le nostre comunità . Leggere i nostri giornali serve non solo a stare al passo con quello che accade oggi in Canada e in Italia ma anche con la nostra lingua e cultura.

L";argomento contemplava anche due specifici problemi: quello di Rai International che, per ragioni diverse, non arriva in Canada: i programmi della Rai sono importanti non solo per gli anziani ma anche per i giovani che sapranno quello che avviene in Italia in fatto di moda, economia, turismo, sport, politica, ecc. Purtroppo il Canada è l";unico Paese in America dove non è possibile la ricezione del segnale. Non solo, poche settimane fa la Corte suprema del nostro Paese ha legiferato proibendo agli ascoltatori clandestini, e sono molti, pena severe sanzioni, di captare i programmi di Rai International che con una speciale antenna arrivano dagli Stati Uniti.

Inoltre si è parlato dell";informazione di ritorno. Sarebbe opportuno, soprattutto se arrivasse il segnale di Rai International, di far conoscere quello che fanno gli italiani fuori d";Italia. Tra le nostre comunità  ci sono non solo affermatissimi imprenditori ma anche giornalisti, scrittori, pittori, scultori, professionisti e scienziati di alto valore che sono ignorati dall";Italia.

E i giovani si sono entusiasmati venendo a sapere tutto questo e hanno reclamato a gran voce la necessità  che l";informazione in lingua italiana cammini, si muova ed entri nelle case e nelle famiglie perché è un mezzo validissimo per capire l";Italia e la sua cultura.

Un secondo argomento, affrontato dal membro del Cgie Carlo Consiglio, che ha catturato la sensibilità  dei giovani, ha riguardato la «Cittadinanza italiana e il voto all";estero». Molti fra gli intervenuti hanno chiesto a gran voce che i termini per il riottenimento della doppia cittadinanza siano riaperti per dare agli italiani di seconda generazione, rimasti fuori dopo la chiusura di due anni fa, la possibilità  di godere di questo privilegio. Non solo ma hanno chiesto di modificare la legge nata zoppa e discriminatoria. Oggi ci sono membri della stessa famiglia che non hanno gli stessi diritti perché ad alcuni viene data la doppia cittadinanza e ad al-
tri no solo perché sono nati in anni diversi.

Si è parlato anche del diritto al voto che tutti gli italiani con doppia cittadinanza hanno, e del Canada che vieta e riduce questo diritto. E che non riconosce neanche il diritto dei membri del Com.it.Es a farsi elegge-re dagli italiani residenti in Canada. Si tratta di un problema nel quale è coinvolto anche il Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi. Si è parlato della controversia che esiste tra i dirigenti del Congresso e quelli del Com.it.Es. con la speranza che venga sanata.

Il terzo argomento: «Lingua e cultura italiana nel multiculturalismo canadese», è stato affrontato dalla professoressa Maria Predelli della McGill University, che ha illustrato l";insegnamento della lingua italiana nelle università  ponendo l";accento sulla necessità  per i giovani di imparare la nostra lingua. Molti giovani sono intervenuti nel dibattito dicendosi favorevoli.

Infine si è parlato di «Formazione professionale e scambi culturali tra  Canada e Italia». Attualmente gli scambi culturali vengono fatti solo dalle regioni. È emersa la necessità  di unificare gli sforzi delle regioni in modo che gli scambi culturali non siano mirati solo a favorire studenti appartenenti a certe regioni. Alcuni giovani hanno chiesto l";istituzione di un fondo comune di cui tutti possano usufruire.

 

Conferenza di Montréal.
Parlano i protagonisti
 

Francesco Roberts, Waterloo. Nel suo insieme la conferenza ci ha dato un";idea abbastanza esauriente di quello che bolle in pentola. Rai International è importante ma è più importante per noi metterci insieme, organizzarci per diventare una forza capace di prendere in mano, al momento opportuno, le redini della nostra comunità .

Pasquale Rossi, Windsor. Dopo questo incontro occorre rimanere in contatto se vogliamo far tesoro di quello che si è detto. Ho l";impressione che spesso le cose che si dicono non si fanno.

Marco Cucina, Winnipeg. Noi siamo tagliati fuori. La nostra è una piccola comunità  di 15 mila persone ma non abbiamo giornali italiani, niente che ci informi. Rai International sarebbe la nostra salvezza. Occorre riaprire i termini per la cittadinanza.

Nancy Sarangelo, Vancouver. Gli argomenti trattati sono validissimi ma ho visto in giro poco entusiasmo.

Lilli Renda, Montréal. Temo che tutto quello che s";è detto vada in fumo. Occorre che i Com.it.Es. coordinino le varie iniziative e che si crei un gruppo decisionale.

Sarah Buglione, Comites di Ottawa. È possibile far meglio con una buona comunicazione tra noi.

Melissa Colobraro, Vancouver. Abbiamo bisogno di più informazioni per entrare nel «pianeta» Italia. Perciò Rai International è importante che arrivi.

Rosanna Antinarella, Ottawa. Sono contenta di aver partecipato: ho appreso parecchie cose che non conoscevo.

Isabella Tirelli di Montreal. Principale organizzatrice di questo simposio. A Montréal la metà  dei 250 mila italiani parla la nostra lingua. A Toronto, che conta mezzo milione d";italiani, la parlano meno di un terzo, e nel resto del Canada, ancora meno. Per tutti noi è importante imparare la lingua italiana se vogliamo mantenere la nostra identità .

Molti di questi giovani sono arrivati al convegno in ordine sparso, senza un coordinamento tra loro. Ripartono convinti di aver guadagnato qualche cosa e col desiderio di mettersi insieme. A mettere in pratica questo desiderio ci penserà , speriamo, il presidente del Com.it.Es di Montréal, Giovanni Rapanà  che ha promesso loro di dar seguito a questa iniziativa. Lo ha confermato anche il console generale d";Italia a Montréal, Gianlorenzo Cornado, nel saluto finale, promettendo tutto il suo appoggio affinché un";importante iniziativa come questa non muoia.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017