Nuova Zelanda. Campione agli antipodi
Cosa spinge un ex campione di canottaggio a lasciare la sua Italia e a trasferirsi a Christchurch, la più grande città dell’Isola del Sud (una delle due maggiori isole che compongono la Nuova Zelanda, ndr)? Daniele Danesin, classe ’85, quattro titoli mondiali alle spalle, una partecipazione alle Olimpiadi di Londra del 2012 e un bel lavoro come guardia forestale, non sa dirlo con precisione. «Colleghi stupendi, orari flessibili e lavoro piacevole… Ma non era quello che volevo, non era quello che volevamo io e la mia fidanzata Stefy (che lavorava per un’azienda italiana con sede in Svizzera e aveva uno stipendio molto buono) – ricorda Danesin –. Ci siamo licenziati entrambi e, grazie all’invito di una coppia di amici torinesi residenti da tre anni a Christchurch, abbiamo preso il biglietto verso l’avventura».
Affacciata sull’Oceano e circondata da colline vulcaniche che formano una penisola, oggi la città di Christchurch conta oltre 360 mila abitanti e si presenta come un crogiolo di culture. «Qui – conferma il nuovo arrivato – ci sono molte associazioni e gruppi di italiani trasferiti. In particolare, i due più importanti sono “Italiani in Nuova Zelanda” e “Italiani a Christchurch” che offrono molte informazioni su riunioni o eventi in città».
Nato e cresciuto a Lezzeno (CO), sul lago di Como, Daniele non ha ancora metabolizzato il distacco dalla sua terra d’origine. «Il lago di Como è nel mio DNA e sarà sempre con me – assicura –. Alzarmi al mattino, affacciarmi dal balcone di casa e ammirare la bellezza del mio lago sono cose che mi mancheranno sempre. Grazie alle nuove tecnologie è tutto molto più facile e sento spesso la mia famiglia, ma per ora non ho in programma di ritornare in Italia».
Nessun rimpianto, dunque, per questo ex sportivo che, oltre al canottaggio, coltiva da sempre una grande passione per il cibo italiano e la birra. «Sono mastro birraio e due anni fa ho iniziato una vera attività con altri quattro amici – spiega Danesin –. Oggi produciamo due tipi di birra, commercializzata a Christchurch e in tutta la Nuova Zelanda. A fine marzo, quando entrerà in funzione la nuova imbottigliatrice-etichettatrice, avvieremo la produzione di una nuova birra e saremo pronti anche per le esportazioni. Se al momento produciamo circa 11 mila litri a settimana, con le nuove macchine sfioreremo i 15-20 mila litri settimanali».
Affari a parte, a Christchurch Daniele è diventato anche punto di riferimento per molti nuovi amici neozelandesi, incuriositi dalla sua terra d’origine. «Tutti mi chiedono se posso mostrare loro foto del lago di Como, suggerire i nostri piatti tipici e dare consigli per le vacanze – conclude Daniele Danesin –. Se solo l’Italia capisse il valore del territorio che ha e smettesse di piangersi addosso staremmo tutti molto meglio. Come mastro birraio, cerco di portare la passione che abbiamo noi italiani nel fare le cose e cerco di trasmettere l’idea che, se si agisce con il cuore, si avrà sempre una marcia in più».