Nuove relazioni crescono
La prima volta in Brasile, per Manuele Bozzetto e Claudio Gheller, fu nel 2007. Entrambi facevano parte di una delegazione della Regione Veneto arrivata nel Sud del Paese per celebrare il gemellaggio tra i Comuni di San Biagio di Callalta (Treviso) e Santa Tereza (Rio Grande do Sul). Un’unione favorita anche dal fatto che Santa Tereza venne fondata da un gruppo di famiglie venete giunte in quell’angolo meridionale del Brasile all’epoca della grande migrazione italiana. La realtà che incontrarono li colpì non poco: «Un mondo sconosciuto e affascinante – ricorda oggi Gheller –, dove l’elevata qualità della vita raggiunta è evidentemente il risultato di un modus vivendi ancorato a valori fondamentali come il senso comunitario, l’amicizia, l’ospitalità, la solidarietà, la fede religiosa».
Per Manuele e Claudio quel primo impatto con il «Brasile italiano» fu un’autentica folgorazione. Non tanto per la bellezza delle verdi colline gaúche o per l’incomparabile skyline (la linea del cielo) offerto dagli ombrelli di araucarie, quanto piuttosto per la gente del posto: brasiliani sì, ma con cognomi, tratti somatici, lingua e filosofia di vita del tutto simili a quelli della gente veneta di una volta. Secondo Manuele, quel primo viaggio «è stato come riscoprire la nostra più genuina matrice, che dalle nostre parti abbiamo quasi completamente rimosso, attraverso i volti dei fratelli italo-brasiliani». E siccome Bozzetto e Gheller non erano dei turisti qualsiasi, ma rispettivamente sindaco e vicesindaco della città di Nove (Comune vicentino di 5 mila anime noto per l’ultrasecolare tradizione della ceramica artistica), i due decisero che da quel momento in poi avrebbero fatto di tutto per intensificare i rapporti con quel «nuovo mondo», anche a livello istituzionale. Tornati a casa, il sindaco e il suo vice riuscirono a entusiasmare con i loro racconti l’intera Giunta, il Consiglio comunale e gran parte della cittadinanza, «anche se certe realtà devi vederle con i tuoi occhi» afferma convinto Gheller. Seguirono altri viaggi, incontri, scambi di e-mail, contatti che portarono, qualche tempo dopo, al «fidanzamento» di Nove con Carlos Barbosa, prospera cittadina del Rio Grande do Sul.
Partenariato fecondo
Oggi il gemellaggio fra Nove e Carlos Barbosa è cosa fatta. Nello scorso mese di maggio una delegazione della cittadina riograndense era a Nove per fare il punto sui progetti già avviati e lanciare nuove idee per il futuro. Vi facevano parte una quindicina di persone, tra rappresentanti dell’amministrazione comunale, giornalisti, un gruppo di teatro amatoriale (i «Vanti e Indrìo») e semplici cittadini, guidati da Cesar Augusto Prezzi, docente di storia e cultura regionale, ricercatore e referente della Regione Veneto per il Rio Grande do Sul.
Nel corso degli incontri ufficiali a Venezia, con l’assessore regionale Daniele Stival, e a Nove, Melissa Baccon, giovane assessore al turismo, industria, commercio e servizi di Carlos Barbosa, ha ribadito più volte uno dei principali meriti storici della presenza italiana in Brasile: quello di aver reso possibile lo sviluppo sociale ed economico di numerose aree del Rio Grande do Sul, ma anche di larga parte del Paese. «In questo contesto – ha sottolineato l’assessore brasiliano – la formula del gemellaggio può essere molto importante per le comunità coinvolte: come veicolo di scambio culturale, ma anche per l’interscambio turistico e lo sviluppo economico». Un aspetto quest’ultimo dal quale potrebbero trarre vantaggio soprattutto le imprese italiane, stando a quanto messo in rilievo da Claudio Chies (presidente dei Trevisani nel Mondo di Carlos Barbosa), che spiega alcuni significativi dati riguardanti lo «scambio commerciale» tra il Rio Grande do Sul e il Veneto: «“Tramontina”, tra i colossi mondiali degli attrezzi da cucina in acciaio inox, nella sua modernissima linea di produzione utilizza quasi tutti macchinari italiani; “made in Veneto” sono 350 iniettori – ogni pezzo vale più di 100 mila euro – presenti negli stabilimenti della “Grendene” (leader mondiale nel settore delle calzature); e lo stesso dicasi per “Todeschini”, prima fabbrica di mobili di tutto il Sud America, per “Randon”, numero due al mondo nel settore dei rimorchi per camion, e ancora per “Salton” e “Miolo”, leader nazionali del comparto vitivinicolo».
Secondo Cesar Prezzi, questa evidente preferenza accordata dalle grandi industrie brasiliane «con dna italiano» alle imprese italiane e venete si deve, prima di tutto, alla qualità dei nostri prodotti. Ma sulla scelta finale incide, quasi a livello subliminale, il fatto che si tratti di manufatti realizzati in quell’Italia che rappresenta ancora la terra delle origini. E non a caso tutte le aziende sopracitate sono ancora saldamente in mano alle famiglie dei pionieri che le fondarono. «Se riuscissimo a intensificare i rapporti tra i due Paesi, si aprirebbero ulteriori opportunità di lavoro per le imprese italiane – aggiunge Prezzi –. Il Brasile è uno dei pochi Paesi al mondo, in questo periodo, a non essere entrato in recessione».
Orizzonti futuri
La strada maestra da percorrere, secondo il Sindaco di Nove, si chiama appunto gemellaggio. «Gemellaggio non come semplice scambio di gagliardetti tra primi cittadini o una bella targa affissa all’ingresso della città, ma molto di più – precisa Bozzetto –. La recente visita a Nove della delegazione di Carlos Barbosa è stata appunto l’occasione per dare il via alla “fase due” del gemellaggio. Una fase in cui vogliamo concretizzare progetti, aprire piste di lavoro e di intervento, favorire l’interscambio di giovani, lo sviluppo di flussi turistici. Nei giorni in cui stiamo ospitando la delegazione brasiliana, il mio omologo di Carlos Barbosa, il prefeito Fernando Xavier da Silva, ha ricevuto un gruppo di studenti italiani e il nostro consigliere comunale Valeria Ferraro». A Nove ha sede il liceo artistico statale «De Fabris», che offre cinque indirizzi di studio a ragazzi provenienti dall’area del bassanese. «Grazie ai contatti con il Brasile meridionale – ricorda il sindaco Bozzetto – abbiamo già avviato programmi di scambio e collaborazione con gli istituti scolastici di Criciuma (città di 130 mila abitanti nello stato di Santa Catarina) e con l’Università di Caxias do Sul (Rio Grande do Sul). E ne stiamo pianificando altri, con l’idea di dare vita a un “Erasmus” in miniatura».
Della delegazione brasiliana in visita in Italia faceva parte anche Gabriela Chies, una giovane oriunda veneta, che spiega: «La mia generazione, purtroppo, sta gradatamente perdendo la “lingua” dei nonni e dei genitori. Mi riferisco a quel portoghese non perfettamente corretto – da noi si usa l’espressione falar errado (parlare non corretto) – che ha contraddistinto e contraddistingue ancora oggi il popolo gaúcho da tutti gli altri brasiliani. Una distinzione netta che si evidenzia anche nel nostro patrimonio culturale, nel modo di pensare e in quello di lavorare. Credo che noi giovani non dovremmo mai rinunciare alla nostra identità, ma andarne orgogliosi; in futuro dovremo cercare di recuperare la passione e l’orgoglio di sentirci brasiliani di origine italiana, e in questo senso i gemellaggi possono svolgere un ruolo molto importante».
Intanto il Sindaco Manuele Bozzetto, sostenuto dall’entusiasmo della sua Giunta comunale, si autocandida legittimamente a diventare una sorta di coordinatore dei gemellaggi in essere, e di quelli futuri, tra i Comuni del Veneto e quelli brasiliane. «Il grande Stato sudamericano sta vivendo l’inizio di un’epoca straordinaria paragonabile, forse, al boom economico italiano di cinquant’anni fa. Vista la pregnante presenza italiana in Brasile, sono convinto che anche per noi si aprano opportunità che dobbiamo cavalcare». Il prossimo appuntamento è fissato per novembre 2011, quando Bozzetto tornerà a Carlos Barbosa e in altre località del «Brasile-italiano». «Ma stavolta – promette – voglio portare con me un pullman di cittadini novesi».