Occhio ai cibi tossici

12 Marzo 1998 | di

Non è facile stabilire una relazione tra cibo e artrite reumatoide. È però dimostrata una certa influenza di alcuni alimenti allergizzanti sull`€™insorgere e l`€™acuirsi dei sintomi della malattia. Altri alimenti migliorerebbero gli stati infiammatori. Le sostanze consigliate.

Innanzitutto che cos`€™è l`€™artrite reumatoide? È una malattia infiammatoria, cronica, debilitante e autoimmune. In pratica il sistema immunitario non riconosce come propri i tessuti e anziché difenderli... li distrugge. Il perché non è ancora noto. Forse si tratta di uno o più virus. Le parti del corpo maggiormente colpite sono le piccole articolazioni: mani, braccia, piedi. Dolore, rigidità  e gonfiore sono i sintomi accusati. Cronicizzandosi, la malattia porta alla deformazione delle estremità , per cui si assiste al dramma di non poter svolgere le comuni attività  quotidiane. Soprattutto preparare i pasti e mangiare diventano veri e propri problemi. Viene a mancare la forza alle mani e ai polsi e la capacità  di afferrare e stringere gli oggetti. È colpita anche l`€™articolazione della mandibola, risulta quindi difficile la masticazione. In fase avanzata la malattia può condurre a uno stato di malnutrizione. Le donne sono più colpite rispetto agli uomini. Nella prima fase si può avere un andamento fluttuante con periodi di remissione completa che possono trarre in inganno. Con l`€™avanzare dell`€™età  l`€™incidenza aumenta.

Per molti anni la tradizione popolare ha affermato che le modificazioni del regime dietetico potevano influenzare l`€™attività  della malattia, inducendo molti malati a escludere alimenti essenziali. Nel lontano 1935, Walter Bauer, uno dei fondatori della reumatologia americana, suggerì diversi tipi di dieta: senza frutta e verdura; a basso contenuto di proteine, di carboidrati, di calorie; senza alimenti allergizzanti... Inutile! Nessuna di queste diete si dimostrò efficace. Si tornò così alla normale alimentazione.

Negli ultimi tempi sono stati selezionati alcuni alimenti che, attraverso la reazione allergica, aggravano o scatenano la sintomatologia dolorosa articolare. Citiamo, per esempio, gli estratti di soia, il caffè, le uova, il latte, le patate, le mele, la lattuga, le arance, l`€™alcol, la bistecca, la carne di maiale, il glutine, i cereali. Una volta individuato l`€™alimento 'colpevole' è facile poi eliminarlo dall`€™alimentazione abituale. In un caso, pubblicato nel 1981, il principale fattore scatenante i dolori articolari era stato il formaggio; tolti, quindi, tutti i prodotti del latte il paziente migliorò. Così pure in altri casi, una dieta priva di pomodori, patate e peperoni diede buoni risultati. Quindi, in caso di artrite reumatoide è bene fare un`€™accurata inchiesta dietetica e procedere gradualmente all`€™esclusione di quei cibi che sembrano risultare 'tossici' per l`€™organismo. Naturalmente la dieta deve servire solo per quel caso specifico. Non bisogna dimenticare che eliminare alcuni alimenti significa incorrere in carenze nutrizionali.

Negli ultimi anni è stato notato che l`€™olio di pesce è in grado di interferire sul processo infiammatorio delle articolazioni. I pesci e i molluschi contengono, infatti, acidi grassi polinsaturi a catena lunga, chiamati Omega-3, in particolare l`€™acido eicosapentaenoico (Epa). Quest`€™ultimo ha la capacità  di ridurre la produzione delle prostaglandine, fondamentali mediatori dell`€™infiammazione. Sebbene i risultati delle ricerche siano ancora controversi, è verosimile che la somministrazione di olio di pesce ai pazienti determini un significativo miglioramento del dolore e del gonfiore articolare.

Negli anni Settanta si sono sperimentate diete vegetariane. Le conclusioni degli studi, anche in questo caso, sono discutibili. Di contro, una alimentazione iperproteica sembra determinare lo sviluppo di artrite negli animali da laboratorio.

E cosa dire delle vitamine, del Selenio, del Ginseng, della Papa reale e di altri integratori dietetici? Non tutti gli esperimenti fatti con somministrazioni di associazioni di antiossidanti hanno avuto il medesimo successo, ma ciò non dovrebbe impedire al medico di prescrivere, come terapia integrativa (utile per alleviare dolore e rigidità  articolare), vitamine del gruppo B, beta carotene, vitamine A, C, E, Zinco, Rame, Boro, Selenio oltre agli acidi grassi essenziali. Molti anni fa, si fece uso, o meglio abuso, di vitamina D, ma ciò non portò vantaggio, anzi, si rivelò nocivo per l`€™effetto sul metabolismo Calcio-Fosforo. Vitamine quindi sì, ma sotto controllo medico!

In conclusione, ci sembra di poter affermare che l`€™esclusione degli alimenti non tollerati, la somministrazione di acidi grassi Omega-3 e di altri fattori antiossidanti, e un`€™alimentazione prevalentemente vegetariana, possono determinare un certo miglioramento che deve essere inteso come riduzione dei fenomeni infiammatori articolari. Non è stato infatti dimostrato che un certo tipo di dieta sia in grado di bloccare l`€™evoluzione della malattia e tanto più di guarirla.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017