Occupazione. Quale futuro? Sette vie per il lavoro

Creatività e flessibilità, ma soprattutto un’attenta osservazione del mercato in continua evoluzione, per puntare sulle aree che offrono le maggiori opportunità professionali. Ecco alcuni consigli per non perdere la scommessa del lavoro.
02 Maggio 1999 | di

Fabio, 29 anni, un diploma all'Accademia di belle arti di Brera, vive e lavora a Como. Dopo un'esperienza in una cooperativa che gestisce una biblioteca comunale, da alcuni anni ha deciso di creare un laboratorio dove realizza vetrate artistiche. Con lui la moglie Marina, anch'essa con un diploma in arte, ha iniziato a fare disegni da utilizzare poi nelle realizzazioni su vetro. Sono partiti con pochissimi soldi e tanta buona volontà . Entrare in questo tipo di mercato era per loro, sino a poco tempo prima, una cosa impensabile. «Abbiamo iniziato - racconta Fabio - realizzando dei piccoli portatovaglioli in vetro che offrivamo ad amici e conoscenti. Poi siamo passati a realizzare vetrate per porte interne e finestre. Oggi in molti ci cercano».
Fabio e Marina si sono creati una «nuova» occupazione. Molti altri hanno deciso di far da sé e, senza aspettare occasioni di lavoro che non arrivano, hanno deciso di «inventarsi» nuove professionalità : Fabrizia dipinge sassi, Ugo fa il regista multimediale, Marina è traduttrice on line, Patrizia insegna ginnastica in acqua, Esterina fa l'apicultrice, Ursula ha un centro estetico di aromaterapia. Sono riusciti, con una certa originalità , a trasformare una loro passione in professione. Ma questo non vale per tutti e in Italia a cercar lavoro sono in molti.
In un paese dove il tasso di disoccupazione aumenta in maniera esponenziale, progettare il proprio futuro è spesso un'avventura davvero difficile. In Italia ci sono circa 2 milioni e 800 mila persone senza lavoro. Ci sono giovani, in molte regioni, che arrivano ai 35 anni senza aver mai conosciuto né il lavoro né forme regolari di occupazione. Molti di questi sono diplomati e laureati. «Un tempo la vita era scandita in tre fasi: prima si studiava (chi poteva); poi si lavorava; poi si andava in pensione. Oggi la vita è piena di cambiamenti, di curve, di oscillazioni - spiega Walter Passerini, giornalista e direttore del «Corriere lavoro» (inserto del «Corriere della Sera») e autore del volume Articolo 1. L'Italia è una Repubblica fondata su..., Edizioni Lavoro - . Il vecchio slogan delle tre fasi viene sostituito da un altro. Prima studia, poi perfezionati e studia ancora un po' ; poi cerca di fare alcune esperienze di lavoro; poi torna a studiare; solo così potrai un domani trovare un lavoro». Una base formativa più ampia e interdisciplinare permetterà  di cogliere nuove opportunità . Il lavoro sarà  un oggetto da afferrare a certe condizioni e in certe occasioni. Si cambierà  lavoro, città , azienda, probabilmente più volte nel corso della vita.
Allo studio non corrisponderà  automaticamente il lavoro. «Il consiglio che si può dare ai giovani - aggiunge Passerini - , anche e soprattutto a quelli che hanno studiato, è uno solo: fate esperienze di lavoro, anche parziali, anche mentre studiate; imparate a vedere il lavoro da vicino, anche quando vi sembra lontano dai vostri interessi e dai vostri studi; adattatevi, non siate rigidi. La vostra scelta di lavoro la troverete strada facendo. L'importante è che non restiate immobili, ad aspettare».

Sette le «aree d'oro»

Analizzando l'andamento del mercato e le novità  che si aprono in questo fine secolo, si possono individuare sette macrosettori destinati a dare in futuro le maggiori soddisfazioni professionali. Le previsioni ci dicono che molti mestieri cambieranno, che alcuni vecchi mestieri resisteranno, ma che saranno soprattutto queste sette aree a offrire le maggiori soddisfazioni occupazionali.
La prima area destinata a offrire interessanti sbocchi professionali è quella della cura, della tutela dell'ambiente e della natura, ma anche della sicurezza sui luoghi di lavoro: ci sarà  bisogno di tecnici in grado di preservare l'ambiente esterno, proteggere la natura, farcela conoscere meglio, ma anche di esperti della sicurezza sui luoghi di lavoro, preparati e costantemente aggiornati alle ultime normative europee.
Franco Paolinelli, romano, dal 1978 si occupa della difesa del verde cittadino (attraverso l'associazione «Silvicoltura Agricoltura Paesaggio»). «In questo settore - afferma - ci sono degli spazi occupazionali, ma non si può pensare a un posto ipergarantito. Ci vogliono persone con una certa elasticità  mentale, con il gusto del lavoro. In questo momento lavoro meglio con gli extracomunitari: hanno più entusiasmo e non pretendono il posto fisso». Massimo Romano, grazie alle agevolazioni previste dalla legge per il lavoro autonomo nelle aree meno sviluppate, ha aperto «Ecoagristudio» a Lequile, in provincia di Lecce: si occupa di servizi per l'agricoltura e progettazione del verde.
Il secondo settore di sicura espansione è legato allo sviluppo del turismo e della conservazione dei beni culturali . «Il turismo sarà  il nostro petrolio - dice Passerini - le bellezze del nostro paese rappresentano la vera materia prima con la quale puntare a un maggiore e più qualificato sviluppo. Un turismo, però, di tipo nuovo, che non lascerà  spazio ai dilettantismi né alle attività  di rapina che su di esso si continuano a perpetrare. Un turismo che accanto alla mano pubblica vedrà  un sempre maggiore intervento dell'iniziativa privata a fini non di puro business». A parte tutti coloro che si stanno preparando a cogliere al balzo l'opportunità  del Giubileo, ci sono anche in questo settore iniziative originali. Ad Anacapri, beneficiando della legge 236 del '93 per l'imprenditorialità  giovanile, è stata realizzata «Capri in miniatura», un'originale opera d'arte con riprodotti i monumenti principali dell'isola e annesso laboratorio di ceramica: vi lavorano otto persone. Sempre a Napoli nell'ambito del «Progetto Orfela» l'Iripa Campania sta organizzando corsi di orientamento e formazione nei settori dell'ambiente, del turismo e dell'agricoltura per «togliere dalla strada» ragazzi senza altre opportunità : attualmente sono frequentati da 54 giovani dai 14 ai 19 anni.
La terza area che offrirà  buone opportunità  professionali sarà  quella legata al mondo della salute. Alcune patologie sono in calo, altre in aumento; nuove esigenze nasceranno da una popolazione che invecchia. La salute diventa un fatto sempre meno pubblico e sempre più privato. Accanto ai medici, altre figure professionali au
menteranno il loro raggio d'azione: si tratta soprattutto di tecnici della salute, cioè quelle figure previste dai quattordici diplomi universitari che sono stati recentemente regolamentati: dall'infermiere professionale all'ortottista, dal dietista al logopedista, ecc...
Il quarto settore in rapida espansione è quello legato alla multimedialità , alla comunicazione e alla telematica . La tecnologia e il bisogno di informazioni svilupperanno ulteriormente quest'area lavorativa; saranno necessari esperti globali in comunicazione e multimedialità  che troveranno occupazione in vari settori: dall'editoria elettronica ai sistemi televisivi interattivi, dalla computer-grafica alle migliaia di possibilità  offerte dall'avvento dell'era digitale. «Uno Puntozero» è milanese, il suo nome di battesimo è Marco, ma non ci tiene a farlo sapere: dall'età  di otto anni programma computer e adesso, che ne ha trenta, progetta siti Internet: per il teatro alla Scala, per radio Montecarlo, per i Neri per caso e per altri ancora. Conosce bene le nuove tecnologie e questo linguaggio della comunicazione che cerca di trasmettere attraverso corsi e consulenze. «C'è molto spazio - afferma - per i giovani che vogliono avvicinarsi a questo mondo». L'Avr di Cosenza, uno studio che ha usufruito dei fondi per l'imprenditoria giovanile e che occupa 13 persone, fa ricerche avanzate nell'ambito della «realtà  virtuale», realizza cd-rom multimediali, ecc. Da Palermo (Sicilia on line news) a Cuneo non mancano gli esempi di editoria on line...
Un quinto settore che avrà  un sicuro sviluppo sarà  quello della finanza e delle assicurazioni. L'Italia è un paese sottofinanziato e sottoassicurato. La caduta dei sistemi di welfare stimolerà  l'iniziativa e il ricorso a formule private, sia nella gestione del risparmio sia nelle forme di protezione assicurativa attiva.
La sesta area interessa la grande distribuzione e la distribuzione organizzata.
«È vero che il commercio vede la chiusura di piccoli negozi - osserva Passerini - , ma i centri commerciali crescono e chiedono nuovi professionisti, gestori di grandi punti vendita con prospettive di occupazioni interessanti».
La settima area è quella dei servizi alle persone, alle famiglie e alle imprese.
«I servizi - spiega ancora Passerini - che oggi assorbono la maggior parte dell'incremento occupazionale saranno ancora trainanti, nelle tre dimensioni citate: verso le persone, per soddisfare bisogni emergenti; verso le famiglie, sempre meno protette dal vecchio sistema di welfare; verso le imprese, la cui conquista di posizioni nei mercati globali avrà  un continuo bisogno di nuove competenze e specializzazioni». Olga Dattilo di Tramutola, in provincia di Potenza, ha centrato l'obiettivo dei servizi per la famiglia, aprendo uno studio legale specializzato in diritto di famiglia.
Oltre a questi macrosettori a maggior assorbimento di attività  e di occupazione nel futuro, vanno aggiunte anche altre due realtà  in progressivo sviluppo: quella del volontariato professionale e quella prodotta dalla domanda di professioni «intermedie» preparate e specializzate, richieste soprattutto dall'industria: periti meccanici, elettronici ed elettrotecnici, montatori, aggiustatori, operatori e tecnici di macchine utensili.
Una cosa è certa: in futuro sfonderà  chi saprà  diventare imprenditore di se stesso. Lo stanno a dimostrare i numerosi lavoratori «atipici». Saranno i lavoratori del Duemila. «Atipici» perché non sono propriamente né solo dipendenti né solo autonomi e indipendenti. Atipici perché svolgono un'attività  in gran parte da gestire come liberi professionisti, ma con legami evidenti con uno o pochi committenti. Secondo alcune stime sarebbero 2 milioni e mezzo, per altri sarebbero già  4 milioni: pony express, consulenti, tecnici multimediali, collaboratori editoriali, free-lance di tutti i tipi, softwaristi. Secondo un'indagine del Censis, un terzo ha optato per il lavoro atipico per «mancanza di alternative», ma una quota analoga corregge la percentuale affermando che quella atipica è la «forma di lavoro che preferisco». Per quanto riguarda il livello di studio, risulta che il 50 per cento dei lavoratori atipici possiede un diploma di scuola media superiore, poco meno del 30 per cento la laurea. Quasi la metà  lavora nel terziario avanzato, oltre un terzo nel terziario tradizionale.
Da questa realtà  è nata l'Alai, l'Associazione lavoratori atipici italiani. «Lo scopo della nostra associazione - spiega Diego Aversa, segretario dell'Alai Lombardia - è quello di rappresentare e tutelare i lavoratori atipici e interinali (temporanei, ndr). Lavoratori che sono in continua crescita».
Per far incontrare la domanda con l'offerta, la Cisl di Milano, in collaborazione con le Acli e la Compagnia delle opere ha creato l'«Emporio dei lavori»: «È un ufficio di collocamento privato spiega Franco Giorgi della Cisl come previsto dalla recente legge. Un 'emporio' dove i giovani in cerca di lavoro possono trovare una sistemazione occupazionale in base alle loro capacità . Ma è un punto di riferimento anche per le aziende che in questo luogo possono trovare la persona adatta per le loro esigenze».
Da dodici anni lo stato, attraverso le leggi 44/86 (ora 95/95) e 236/93, finanzia progetti di giovani imprenditori nelle aree depresse del paese. In questi anni la IG spa ha esaminato 3500 progetti, approvandone circa il 30 per cento. E oggi sono 750 le imprese nate grazie all'aiuto delle leggi 44/86 e 236/86. Un'altra iniziativa legislativa interessante è la legge 608/96 per la promozione del lavoro autonomo, la legge del cosiddetto «prestito d'onore». Altre prospettive occupazionali si sono aperte in questi ultimi anni anche nel terzo settore, quello del non-profit. Sono oltre 500 mila, le persone che vivono di uno stipendio grazie al terzo settore. A questi, secondo gli esperti, potrebbero aggiungersi altri 200 mila «professionisti della solidarietà ».

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017