Offrire al Santo una candela... spenta

Scopriamo come mai le candele che i pellegrini portano alla tomba del Santo non vengono accese subito.
02 Ottobre 2003 | di

Puoi portare un cero a sant'Antonio!, una frase divenuta ormai proverbiale che significa ti è andata proprio bene, ringrazia il cielo. Questo modo di dire, così diffuso in Italia e all'estero, non rimane una semplice esclamazione. Tutt'altro! Ogni statua del Santo, in qualunque cattedrale cittadina o cappella sperduta in montagna, è onorata da candele o lumini che gli amici di sant'Antonio non fanno mai mancare.
I pellegrini che varcano il maestoso portale della basilica di sant'Antonio sono molto spesso ben forniti di ceri di ogni misura. Desiderosi di accostarsi al corpo del Santo amato, portano le candele per lasciarle ardere come segno della loro preghiera e del loro affetto. Non stupisce quindi che una delle domande che i frati si sentono rivolgere più spesso sia questa: Padre, dove si accendono le candele?. Immaginiamo il disappunto e il disorientamento dei devoti quando si sentono rispondere dal frate di turno: Mi dispiace ma in questa chiesa non si accendono candele. Come mai? Il frate con sorriso bonario offre la spiegazione che ha già  dato migliaia di volte: Portare un cero al santo, non vuol mica dire accenderlo. E nel dire questo indica accanto alla Tomba, una grande cassa in legno piena di ceri di ogni dimensione e colore. Un cartellino in più lingue avverte: Non prendete queste candele, sono offerte a sant'Antonio.
A molti questo modo di offrire un cero non piace; preferirebbero poter vedere la loro fiammella, tra le tante, consumare lentamente la cera. Ci sono ovvie ragioni per non accendere tutte le candele che vengono portate: il fumo annerirebbe ben presto i muri e gli affreschi, mentre il calore prodotto da centinaia di candele renderebbe l'aria irrespirabile. Non sono però questi i motivi per cui, fin dal medioevo è nata questa usanza: all'epoca i devoti offrivano candele ma non si aspettavano di accenderle al loro arrivo. A quel tempo non esistevano lampadine né corrente elettrica, la cera era il comune mezzo di illuminazione. Perciò le candele offerte venivano utilizzate sugli altari e poste sui vari candelabri solo dopo che le precedenti si erano consumate. L'offerta dei ceri era quindi un modo concreto di partecipare all' illuminazione della chiesa. Questa necessità  pratica, con l'invenzione dell'elettricità , è chiaramente venuta meno. Rimane però più vivo che mai il gesto rituale dell'offerta.
Cosa succede allora alle candele donate alla basilica se non possono essere accese tutte insieme per gli altari e le funzioni liturgiche? Giriamo questa domanda a fra Claudio, custode del santuario: Può suonare strano ma le candele, di tutte le dimensioni e qualità , vengono macinate insieme con una macchina apposita, fino a ridurle in polvere di cera. Questa grande quantità  di cera, circa 400 quintali all'anno, viene poi portata alla nostra cereria di fiducia che provvede a fornire le candele che usiamo per la basilica, della giusta forma e dimensione, nella quantità  necessaria agli altari e per le celebrazioni liturgiche. Possiamo così dire che tutte le candele offerte partecipano a illuminare la chiesa di sant'Antonio.
Ma è chiaro che la cera riutilizzata è una parte di quella prodotta dalle candele offerte: È vero - ribatte fra Claudio - infatti la cereria valuta e paga il quantitativo eccedente e anche con quei soldi i frati del Santo provvedono, secondo l'intenzione degli stessi pellegrini, al decoro della basilica, per rendere sempre più bello e splendente il centro della devozione a sant'Antonio.

Appuntamenti di Ottobre in Basilica.

Festa di san Francesco. Preghiamo per la pace
- 3 ottobre ore 21: Celebrazione del Transito di San Francesco. Nel giorno della sua morte i francescani  rievocano il passaggio del santo di Assisi da questo mondo alla gloria di Dio.
- 4 ottobre: Festa di San Francesco, fondatore dell'Ordine dei frati che da lui prendono il nome. Alle ore 10 in basilica Santa Messa in occasione della professione solenne dei voti di due frati della provincia religiosa del Santo. Un ricordo nella preghiera affinché fra Marco e fra Francesco siano sempre testimoni di pace e carità  sull'esempio del Serafico Padre Francesco.
- 16 ottobre: Riprendono gli appuntamenti mensili di preghiera per la pace. Alle ore 21, presso la Sala del Capitolo (nel chiostro della Magnolia), i frati si ritrovano a pregare per la pace, felici di poter condividere questo momento con tutti coloro che desiderano un mondo più fraterno, unito e solidale.
- 19 ottobre ore 17: Te Deum e messa di ringraziamento per il 25° anniversario dell'elezione di Papa Giovanni Paolo II. Presiede la celebrazione il delegato pontificio della basilica monsignor Francesco Gioia.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017