Oriundi, un 2008 da leoni!

Regioni, istituzioni e associazioni interpellate dai giovani su interscambi tra università e mondo del lavoro, stage e tirocini operativi per promuovere professionalità e relazioni con l'Italia.
12 Dicembre 2007 | di

In questi mesi che precedono la Conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo, il rapporto dell’Italia con le nuove generazioni è al centro di dibattiti e interessi. Sono in atto vari incontri in vista della Conferenza con il coinvolgimento del Cgie, delle Regioni e delle loro Consulte per l’emigrazione, dei Comites e delle associazioni che curano i rapporti con le nostre comunità nel mondo. Si è, infatti, consapevoli che per la maggior parte dei nostri giovani oriundi, ormai integrati nei Paesi dove sono nati, sono necessarie motivazioni e prospettive nuove per rafforzare il loro riferimento alle origini e attivare i loro interessi per la lingua, la cultura italiana e l’appartenenza al mondo associazionistico.

La loro italianità non può essere ristretta al possesso di un passaporto o a un cognome trasmesso dai loro padri. Per far nascere o consolidare sensi d’appartenenza all’italianità, le istituzioni nazionali, regionali e le associazioni devono oggi offrire nuove opportunità e concrete prospettive al loro investimento culturale e professionale.

La mobilità è una delle caratteristiche del mondo giovanile, e all’interno di questo fenomeno, i media e i nuovi strumenti informatici sono divenuti canali privilegiati per interscambi d’idee, di cognizioni, di mondi operativi. Contesti e modalità di rapporto on-line valorizzati oggi da tanti giovani oriundi che possono così approfondire il patrimonio storico, culturale e imprenditoriale della terra d’origine dei loro padri, divenendone agenti privilegiati. Ma le istituzioni e le associazioni italiane riusciranno a mettersi in questa «lunghezza d’onda», e rispondere alle istanze delle nuove generazioni all’estero? E quali dovranno essere i nuovi compiti dei Consolati, del Cgie e dei Comites che operano nel territorio? Alcune regioni e istituzioni italiane hanno già dato dei segni positivi di risposta. Mi riferisco ai convegni organizzati a Stoccarda dall’Istituto italiano di cultura, in collaborazione con il Consolato e il Comites sulle tematiche attuali dei flussi migratori in Germania alla luce dell’evoluzione dell’Unione Europea e alla prima conferenza dei giovani italiani in Germania del dicembre scorso. Incontri, conferenze mondiali o nazionali riservate ai giovani oriundi sono state organizzate da diverse regioni italiane nei Paesi dove la presenza delle comunità italiane è consistente. Ricordo, tra i recenti appuntamenti,  il congresso in Argentina della Feditalia; il primo congresso per i giovani corregionali organizzato a Mar del Plata dalla Regione Abruzzo; la Conferenza mondiale dei giovani Emiliano-Romagnoli di Buenos Aires; l’incontro dei giovani italo-venezuelani, e quelli delle Regioni Puglia e Marche; i progetti di scambio di «Visiti 4», di «Origini» e il master internazionale Ue-Mercosur programmati per il 2008 da Friuli nel Mondo. Nel Veneto è nato il Comitato Giovani Veneti all’Estero con un organismo di coordinamento a livello regionale.

Altri coordinamenti sono sorti nei singoli continenti, com’è avvenuto in occasione del convegno di Melbourne promosso nel 2007 dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il neonato coordinamento Next Fvg, con chiaro richiamo alla rete net, collegherà i giovani tra di loro, e sarà canale d’informazione e di rapporto con la regione e le associazioni: Ente Friuli nel Mondo, Efasce, Alef, Unione emigranti sloveni. Sono modalità di coinvolgimento per promuovere rapporti, idee, nuove prospettive per le istituzioni e le associazioni in Italia e all’estero.

Pensando alle nuove generazioni italiane nel mondo, non vogliamo dimenticare la testimonianza dei pionieri della nostra epopea migratoria. «L’identità e le radici risiedono nella valigia di cartone dei nostri emigranti», è stato affermato nella scuola Ettore Majorana di Grottaminarda, in Irpinia, in un convegno sul fenomeno migratorio. Ma «aprendo le loro valigie per dischiuderne i sogni», siamo spronati a nuove aperture mentali per dare un futuro all’italianità da loro tanto amata. 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017