Penne e scarponi che fanno storia

Il progetto è stato realizzato nel complesso multiculturale della La Trobe University. Opera di grande impegno con un significato culturale e di testimonianza sociale.
16 Settembre 2005 | di

MELBOURNE
L";Associazione Nazionale Alpini del Victoria, in Australia, ha raggiunto un altro traguardo nel suo singolare e prestigioso impegno umano, sociale e patriottico: il Museo degli Alpini, un";opera di grande significato culturale per un";Associazione che intende far conoscere le finalità  dell";Arma ed evidenziarne lo spirito di solidarietà , di altruismo, di servizio comunitario.
Il Museo degli Alpini diventa una pietra miliare lungo la strada dell";Associazione, come lo è la Chiesetta degli Alpini di Mount Buller, inaugurata 11 anni fa sulle Alpi del Victoria, e divenuta un centro d";incontro e di preghiera per tutti i gitanti e gli ospiti del villaggio alpino; come lo è il padiglione nel Parco di Fairfield, magnifica struttura realizzata in occasione del Bicentenario dell";Australia, e donata al Comune di Northcote; come lo sono le Adunate Nazionali e le generose iniziative di raccolta fondi per aiutare popolazioni in difficoltà .
Il Museo s";inserisce nel quadro di un ampio progetto della La Trobe University di Melbourne: quello di valorizzare l";apporto delle diverse comunità  etniche del Victoria, offrire spazi ad organizzazioni multiculturali che allestiscono centri di studio e di ricerca di realtà  nuove, associate alla vita e alla cultura dei Paesi d";origine di tali comunità .
Si dice "; ed è verissimo "; che le idee camminano. E se vengono dalla determinazione delle Penne Nere, riescono a farsi strada e a superare ogni ostacolo. Era stato il presidente dell";Associazione Alpini, sezione di Melbourne, cavalier Gaetano Tomada, con il supporto del Comitato e dei soci, a prospettare l";iniziativa di un Museo degli Alpini, chiedendo il supporto di Rino Grollo, noto imprenditore italo-australiano le cui origini «trevisane» non potevano che spianare la strada a larghi consensi.
La «Rino e Diana Grollo Foundation» ha una lunga tradizione di collaborazione con gli atenei di Melbourne. Ha contribuito alla creazione del campus universitario della Monash University a Prato, in Toscana; ha istituito le borse di studio «Emma Grollo Scholarship» per la Melbourne University, e a questa stessa università  dà  il proprio contributo per lo scambio di docenti con l";Università  di Padova. Poteva colmare un vuoto con la La Trobe University, e lo ha fatto con la consueta e limpida generosità . Il Museo degli Alpini avrebbe affiancato la sede dell";Italian Australian Institute, creatura prediletta di Rino e Diana Grollo, in un spazio definito il «Recinto Mediterraneo» dell";università . L";Italian Australian Institute opera da molti anni in locali eleganti e forniti di una ricca biblioteca con documentazione fotografica. Il Museo degli Alpini, proprio adiacente allo IAI, completa il quadro con vivacità  di colori e originalità .
All";inaugurazione del Museo erano presenti numerosi Alpini della Sezione di Melbourne e rappresentanze dei Gruppi di Epping, Dandenong, Springvale e Myrtleford, con le autorità : il console generale d";Italia Francesco Calogero, il parlamentare Carlo Carli, padre Tony Karyn, Mr. Paul Richardson, il Grande Ufficiale Rino Grollo e la signora, commendatrice Diana Grollo; Simonetta Magnani, direttore dell";Istituto Italiano di Cultura, Piero Genovesi, Giancarlo Martini-Piovano e Guido Galimberti.
Il presidente dell";Associazione Nazionale Alpini, Gaetano Tomada, si è rivolto alle autorità  e agli amici commilitoni con queste parole: «Oggi, a quasi trent";anni dalla fondazione della Sezione di Melbourne dell";Associazione Alpini, è con infinita gioia che siamo qui riuniti per l";inaugurazione di questo Museo che sta a testimoniare decenni di storia e di attività . L";abbiamo voluto come simbolo di unità  nella tradizione, di valore, di fratellanza, di amor di patria. Un messaggio che, ricevuto dai nostri padri, abbiamo mantenuto nelle nostre vite, e tramandiamo alle nuove generazioni».
Il console Calogero ha messo in risalto il significato di testimonianza che danno le Associazioni d";Arma e di ex combattenti. «Parlare degli Alpini è parlare dell";Italia, è parlare dei valori che siamo chiamati a trasmettere alle nuove generazioni». Il console si è poi augurato che il Museo rappresenti un primo nucleo di testimonianze che cresceranno con il tempo, conglobando anche ricordi di interscambi con l";Italia.
L";onorevole Carlo Carli ha ricordato la figura di suo padre, di Asiago, alpino e socio fondatore della Sezione di Melbourne, prima di accennare come l";alpino sia, nel linguaggio colorito soprattutto nel Veneto, un «personaggio» che s";identifica con il coraggio e la forza. Dire ad un bambino: «Da grande farà  l";Alpin» era un grande elogio, una dichiarazione di orgoglio per la famiglia.
Il Grande Ufficiale Rino Grollo si è congratulato vivamente per tutto quello che hanno fatto gli Alpini, ed ha rivolto parole di ringraziamento alla direzione della La Trobe University per offrire ospitalità  ad organizzazioni che operano per salvare un patrimonio di cultura che è prezioso per i giovani.
Il Museo espone un gran numero di memorabilia : ricordi e testimonianze di vita degli Alpini, e non solo dell";Associazione di Melbourne. Vi sono decine di gagliardetti di Sezioni di numerose città  italiane, targhe, piatti in ceramica, trofei, oggetti decorativi, portachiavi, fotografie storiche tra cui una di dimensioni gigantesche che sovrasta l";entrata del locale, cappelli e fazzoletti associativi, quadri, cartoline, lettere e documenti originali di vita militare, atti di congedo dalla naja, poster e inviti alle adunate nazionali, libri-documento delle adunate stesse. C";è un ritratto di Papa Giovanni Paolo II con il mitico cappello dalla penna nera. Non mancano due simboli della vita degli Alpini: gli scarponi e lo zaino, elementi di folklore anche nel repertorio della canzone italiana.
Il senso di veridicità  e di storicità  di tutto il complesso viene evidenziato da tre figure a grandezza naturale: un alpino in divisa, una crocerossina e il mitico «mulo». Con esse il Museo ha un";ammirevole dimensione di autenticità  ed anche una forza emotiva coinvolgente.
Sarà , questo Museo, un";istituzione in grado di suscitare un vero interesse nei confronti della storia e della cultura italiana? Certamente sì per gli italiani e i discendenti di italiani che vivono a Melbourne e dintorni. È uno spaccato di comunità , quello dell";Associazione Alpini, che ha dato moltissimo alla società  australiana in termini di testimonianze di altruismo, in linea con la vocazione umanitaria del Corpo degli Alpini. Inoltre susciterà  interesse nel contesto più ampio dell";Italian Australian Institute al quale è annesso, sia dal punto di vista logistico che da quello delle finalità  culturali.
Il direttore dello IAI, professor Piero Genovesi, ci conferma che sta crescendo enormemente la disponibilità  di risorse tecniche e di documentazione dell";Istituto dopo che ha ricevuto la donazione delle due corpose biblioteche dei padri Scalabriniani di Melbourne e Sydney (circa 4 mila volumi), e una ricchissima documentazione di testi e fotografie sull";emigrazione italiana. È un polo di ricerca che comincia ad essere conosciuto anche in Italia e in tutto il mondo. Arrivano studenti dal Belpaese per fare studi sull";emigrazione, e si trovano a visitare anche il Museo degli Alpini e magari a partecipare ad un pomeriggio con picnic, canti e balli, visto che l";area attorno all";edificio è divenuta zona franca, di amicizia e convivialità .
Il grande fiume della storia riceve acque da fiumi minori, ruscelli, rivoli e rigagnoli di ogni specie. Anche la storia d";Italia e il suo patrimonio culturale hanno bisogno di piccoli corsi d";acqua, sparsi ovunque nel mondo, anche poche gocce. Hanno bisogno di progetti come il Museo degli Alpini di Melbourne per continuare a scorrere e per alimentare il fiume della nostra identità , cultura e storia.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017