Piccole scelte di pace

09 Febbraio 1998 | di

Ricordo una poesia che lessi anni fa di una bambina di tredici anni, Tali Sorese, di Israele: 'Ho dipinto la pace! Avevo una scatola di colori, brillanti decisi e vivi. Avevo una scatola di colori, alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti, non avevo il nero per il pianto degli orfani, non avevo il bianco per il volto dei morti, non avevo il giallo per le sabbie ardenti. Ma avevo l`€™arancio per la gioia della vita, e il verde per i germogli e i nidi, e il celeste per i chiari cieli splendenti, e il rosa per il sogno e il riposo. Mi sono seduta e ho dipinto la pace'.

Più volte mi sono chiesta cosa significhi pregare per la pace e mi sono ritrovata a 'stare' con l`€™immagine di Abramo e della sua fede granitica davanti agli occhi: stare davanti a Dio chiedendo che mi mettesse nel cuore i sentimenti della sua pace `€“ non la mia idea di pace `€“ per cercare di portarli con me nella vita di ogni giorno.

La pace è il frutto della fede nel Signore: a lui e a nessun`€™altra potenza appartengono le sorti dell`€™umanità . 'Mai più la guerra, avventura senza ritorno... spirale di lutti e di violenza', sono state le accorate parole di Giovanni Paolo II al momento della votazione sull`€™azione italiana nel Golfo a difesa del Kuwait, e ancora: 'Spero in gesti coraggiosi...'.

A chi si rivolgeva il Santo Padre allora e ancora oggi nei suoi ripetuti interventi sulla pace (le guerre fratricide in Bosnia, Ruanda, Algeria)? Solo ai capi delle nazioni o alle istituzioni politiche? No, a noi tutti, perché da parte di tutti urge il compito di costruire la pace e di educare alla pace.

Nei momenti difficili occorre ricordare che la pace non è solo il risultato del lavoro diplomatico o delle trattative tra i governi, ma è il frutto dei nostri piccoli gesti quotidiani. È un modo di essere, una mentalità  che non incoraggia un falso pacifismo, bensì attenta ai segni dei tempi, accoglie il segno profetico della nonviolenza. Le vie della pace sono le vie dell`€™amore: rispetto per ogni creatura, collaborazione e condivisione, giustizia e libertà .

Un piccolo gesto quotidiano può essere espresso dalla preghiera, e questa coniugata con la vita: pensare, agire, camminare, sostare, portando nel cuore la volontà  della pace. Diceva don Primo Mazzolari: 'Tutte le volte che ci portiamo via un po`€™ di terra in più, un po`€™ di pane in più... questa è la guerra'. I piccoli gesti e le piccole scelte di pace sono il sassolino importante per la realizzazione delle grandi scelte di pace: laddove è possibile nel piccolo, può esserlo anche nel grande. E il Vangelo ci insegna che la pace si costruisce dove il Signore ci ha posto, ci ha chiamato a essere, nello spazio della clausura, nella comunità , nelle nostre famiglie, nell`€™ambiente di lavoro, nella scuola, tra le poche o tante persone che avviciniamo ogni giorno. Non possiamo essere consumatori di pace, ma costruttori responsabili, che hanno la consapevolezza che la pace dipende da ciascuno di noi in prima persona, da ciò che siamo, crediamo, amiamo e viviamo; dipende dalle nostre mani 'ancora insanguinate', come Paolo VI coraggiosamente denunciò nel suo appello accorato.

Signore, tu hai detto: 'La pace sia con voi'. Perché temere? Accendi in noi il fuoco del tuo Spirito, perché diventiamo strumenti della tua pace, disposti a vincere ogni forma di egoismo o di orgoglio, di indifferenza, di farisaiche convenzioni o di ipocriti aggiustamenti, e donaci un cuore povero, umile, ma anche coraggioso che sappia evitare i pericoli della violenza, della collera e dell`€™aggressività , per porsi al servizio della causa giusta.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017