Due secoli di storia che racchiudono sei secoli di arte. Questa è la Pinacoteca di Brera che proprio nel 2009 compie duecento anni e si prepara a festeggiarli con un ricco programma celebrativo. Ad aprire il calendario degli appuntamenti una mostra che è considerata a buon diritto «l’evento nell’evento»: Caravaggio ospita Caravaggio. Fino al 29 marzo 2009 alla celebre Cena in Emmaus, realizzata da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio nel 1606 e presente a Brera sin dal 1939, sono accostate, in un suggestivo allestimento, altre tre opere giovanili del pittore lombardo: Il ragazzo con canestro di frutta proveniente dalla Galleria Borghese di Roma,il Concerto giunto dal Metropolitan Museum (1594-’95 circa) e la versione della Cena in Emmaus di proprietà della National Gallery di Londra. L’atmosfera che pervade la composizione braidense è completamente diversa dall’omonima e più luminosa versione londinese (dipinta prima dell’omicidio di Ranuccio Massoni, episodio che fece prendere un corso drammatico alla vita del pittore): qui la luce è praticamente assente; il volto del Cristo è smunto e teso, più da Ultima Cena che da manifestazione pasquale. Una raffinatissima esposizione, dunque, quella di Brera, che consente per la prima volta di mettere a confronto queste due tele di un artista famosissimo ma in definitiva ancora misterioso, passato alla storia come il «pittore maledetto».
Un viaggio nell’arte
La Pinacoteca di Brera fu inaugurata solennemente il 15 agosto del 1809, in occasione del compleanno di Napoleone Bonaparte re d’Italia. In realtà già esisteva un primo nucleo di dipinti e disegni provenienti dalla collezione raccolta da Carlo Bianconi, primo segretario dell’Accademia di Brera dal 1778, ma a questo si aggiunsero le opere confiscate in tutta Italia a seguito delle soppressioni degli ordini religiosi voluta da Bonaparte nel 1805. Sotto la supervisione dell’allora commissario governativo per le Belle Arti, Andrea Appiani, dalle regioni che fino ad allora avevano custodito le più importanti opere d’arte – il Veneto, l’Emilia Romagna, le Marche – vennero prelevati tutti i maggiori capolavori che andarono a creare il primo nucleo della collezione, già ricercato e ordinato cronologicamente. Ma le sale dell’Accademia non erano più sufficienti a raccogliere ed esporre le opere che andavano aumentando grazie all’infaticabile lavoro dell’Appiani. Per reperire nuovi spazi, si scelse la Chiesa degli Umiliati, adiacente al palazzo che ospitava l’Accademia, che venne suddivisa in altezza così da creare un vano a piano terra in cui furono collocate le sculture del Museo delle Antichità Lombarde e quattro sale comunicanti al piano superiore, da destinare alla nuova Pinacoteca. In quegli anni fu anche collocata nel cortile d’ingresso la statua bronzea di Napoleone in vesti di Marte Pacificatore (fusa tra il 1811 e il 1812 su modello realizzato da Antonio Canova) che ancora oggi accoglie i visitatori.
Fin qui le notizie storiche. Ma al di là delle circostanze – forse non sempre «ortodosse» e spesso criticate – che portarono i più grandi capolavori dell’arte pittorica italiana di tutti i secoli in queste sale, l’importanza della collezione custodita alla Pinacoteca di Brera è indubbia, così come l’emozione nel poter ammirare, una sala dopo l’altra, opere spesso viste solo sui libri o in occasione delle mostre più importanti.
Dallo scalone all’ingresso della Pinacoteca si accede a un lungo corridoio ornato dagli Uomini d’arme, affreschi di Donato Bramante risalenti al XV e XVI secolo e giunti qui tra il 1901 ed il 1902. Da questo corridoio si entra nei grandi saloni.
Nelle sale laterali vi sono i dipinti italiani dal XII al XVI secolo, ordinati cronologicamente. Rappresentano il nucleo di opere più antico costituito in prevalenza da soggetti religiosi e da pale d’altare, tra le quali risplende nell’oro fino del supporto ligneo, il Polittico di Valle Romita di Gentile da Fabriano eseguito alla fine del Trecento.
Un piccolo passo avanti e si ammira la Madonna con il Bambino di Giovanni Bellini, dipinta dal pittore veneziano, già ottantenne, nel 1510 ed entrata a far parte della collezione della Pinacoteca nel 1806, seguita dal Cristo morto del padovano Andrea Mantegna, uno dei simboli più noti del Rinascimento, acquisito dalla collezione braidense nel 1824 dopo lunghe trattative del segretario dell’Accademia Giuseppe Bossi.
Camminando di sala in sala (e di secolo in secolo) si ammirano quindi i dipinti dei grandi veneti: Tiziano, Lorenzo Lotto, i ritratti di Giovanni Battista Moroni, le grandi tele di Paolo Veronese, i quadri del Tintoretto. E poi le pale dei maestri ferraresi Francesco del Cossa, Carlo Crivelli; dei maestri emiliani, come Dosso Dossi e il Correggio (del quale è custodita una Adorazione dei Magi qui in esposizione dal 1895).
Ancora pochi passi e si incontrano due opere che, da sole, potrebbero motivare una visita alla Pinacoteca: la Pala Montefeltro di Piero della Francesca e lo Sposalizio della Vergine di Raffaello.
La Pala Montefeltro giunse a Brera nel 1811 dalla chiesa di San Bernardino, a Urbino, a seguito delle soppressioni napoleoniche. È esposta in una sala sapientemente illuminata che ne restituisce l’atmosfera suggestiva racchiusa nei minuziosi dettagli dal significato ancora oscuro, disposti accanto ai personaggi rappresentati.
Lo Sposalizio della Vergine, di Raffaello, attualmente in restauro, è visibile grazie a un laboratorio «a vista» in vetro, che consente di apprezzare l’alacre lavoro dei restauratori: a partire dal 19 marzo 2009 sarà restituita ai visitatori in tutto il suo splendore. Questo dipinto di Raffaello Sanzio, datato 1504, proviene dalla chiesa di San Francesco a Città di Castello e giunse a Brera nel 1805. Studiato e celebrato per l’eccezionale e perfetto impianto prospettico e compositivo, esprime appieno le riflessioni dell’artista che concepiva la bellezza come ordine astratto di rappresentazione geometrica, pur mediata e addolcita da un colorismo morbido e pastoso giocato sui toni del rosso e del blu. Si prosegue quindi attraversando il Cinquecento e il Seicento, con l’allestimento destinato alla mostra su Caravaggio (nella sala XV), passando per i cavaraggeschi, i seguaci del «pittore maledetto» che del suo naturalismo fecero un genere pittorico. Le sale dalla XXXI alla XXXIII sono destinate ai capolavori olandesi e fiamminghi; le marine, le scene di caccia, le insuperate nature morte con fiori e frutta, le allegorie e gli ipnotici ritratti tra i quali il Ritratto di dama di Anton Van Dyck e il Ritratto di giovinetta di Rembrandt, giunti entrambi a Brera nel 1813.
Ancora un salto in avanti nel tempo e nell’arte con i Tiepolo del pieno Settecento, i delicati quadretti del veneziano Pietro Longhi, i paesaggi di Bellotto e del Canaletto, i ritratti celebrativi di Joshua Reynolds e di Anton Raphael Mengs, per arrivare alle sale dedicate all’Ottocento con altri due capolavori: Il bacio di Francesco Hayez, forse il quadro simbolo della Pinacoteca, sicuramente il più rappresentato e riprodotto durante tutto il XIX secolo – lì esposto per la prima volta nel 1859 – e Il pergolato di Silvestro Lega (1868) uno tra i massimi esponenti del movimento dei Macchiaioli, donato dall’Associazione Amici di Brera nel 1931.
Ad aprire l’ultima parte di questo affascinante viaggio nella storia dell’arte dal Trecento fino al Novecento, un quadro che ha davvero rappresentato il secolo scorso: Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo – eseguito nel 1895 circa – che rappresenta uno sciopero di braccianti.
L’opera, abbandonata dall’artista insoddisfatto (che poi riprese il tema in un’altra versione eseguita tra il 1898 e il 1902 e intitolata Quarto Stato) e custodita alla Civica Galleria d’Arte di Milano, fu acquisita dalla Pinacoteca di Brera nel 1986, donata dalla Società Sprind.
Due secoli di storia che racchiudono sei secoli di arte. Un anno di festeggiamenti per celebrare questi primi duecento splendidi compleanni.
Brera 1809-2009. Il programma dei festeggiamenti
I festeggiamenti per il duecentesimo anniversario della Pinacoteca di Brera raggiungeranno il culmine nel mese di agosto: l’inaugurazione delle prime sale avvenne, infatti, in occasione del genetliaco di Napoleone Bonaparte, il 15 agosto 1809. La Pinacoteca si è preparata al compleanno rifacendosi il look. Sono stati eseguiti, infatti, importanti interventi di restyling per rinnovare l’aspetto e l’allestimento delle sale e per migliorare l’accoglienza dei visitatori, che sono invitati a tornare più volte alla Pinacoteca nell’arco di questo anno così importante anche grazie a un conveniente abbonamento del costo di 20 euro.
La festa ha preso avvio nel gennaio scorso con un evento d’eccezione: la mostra Caravaggio ospita Caravaggio che resterà allestita sino al 29 marzo 2009.
Secondo importante evento, Raffaello, Lo sposalizio della Vergine. Presentazione del restauro, dal 19 marzo 2009. Già da alcuni mesi i visitatori possono assistere in diretta al restauro della pala di Raffaello nel laboratorio «a vista». Dal 19 marzo la pala sarà esposta nella cornice originaria, con documenti che svelano i risultati emersi dalle indagini conoscitive.
Dal 7 aprile al 2 giugno Brera com’era: Paesaggi di Lombardia. 1817-1822, la Sala dei Paesaggi, un excursus sul paesaggio della Lombardia, che ripercorre uno degli antichi allestimenti della Sala dei Paesaggi nel 1822.
Dal 5 maggio 2009 in uno dei saloni napoleonici verrà esposto il gesso della statua di Napoleone realizzato da Antonio Canova, restaurato per l’occasione.
Dall’11 giugno al 20 settembre Brera com’era: il «Gabinetto dei ritratti dei pittori» di Giuseppe Bossi, un doveroso omaggio a uno dei primi segretari dell’Accademia delle Belle Arti, Giuseppe Bossi appunto, che dal 1801 si dedicò alla riorganizzazione dell’Accademia e all’allestimento della costituenda Pinacoteca. A lui si deve l’acquisizione del Cristo morto del Mantegna e dello Sposalizio della Vergine di Raffaello. Dopo la grande festa per Brera prevista per l’agosto 2009, gli eventi espositivi riprendono con l’autunno. Dal 15 ottobre 2009 al 5 febbraio 2010 I Crivelli che arrivarono a Brera una mostra che desidera raccontare la dispersione di alcune delle dodici tavole arrivate a Brera con le requisizioni effettuate nelle Marche dal 1811.
Brera e la guerra. L’Archivio Fotografico della Soprintendenza: documenti sul primo e sul secondo conflitto mondiale, dall’11 novembre 2009 al 10 gennaio 2010. La storia della Pinacoteca attraverso gli eventi drammatici della guerra che colpirono e ferirono non solo la città di Milano, ma anche la Pinacoteca stessa (nell’immagine in alto, una delle foto che saranno esposte).
Info
Pinacoteca di Brera, via Brera, 28 Milano
Orario: 8,30-19,15. Chiuso il lunedì
Biglietto: euro 10,00. Abbonamento per il bicentenario: euro 20,00
Per informazioni e prenotazioni: 02 72263204; 02 89421146