Pio IX: Papa re ma anche santo

07 Dicembre 2000 | di
   
   
  Deluse i patrioti italiani che avevano visto in lui un liberale in grado di aiutarli a fare un' Italia libera e unita. La breccia di Porta Pia. Il caso Rosmini e Mortara. Negli articoli che seguono il parere dei favorevoli e dei contrari alla sua beatificazione.

G

iovanni Maria Mastai-Ferretti
nacque a Senigallia, nelle Marche, il 13 marzo del 1792, in una famiglia appartenente alla piccola nobiltà  di provincia e di forti tradizioni cattoliche. Ordinato prete nel 1819, alcuni anni dopo partecipò a una missione diplomatica in Cile. Rientrato in Italia, venne eletto vescovo di Spoleto, nel 1827, e di Imola, nel 1832. Diventò cardinale otto anni dopo e Papa il 16 giugno del 1846, scegliendo il nome di Pio IX.
Fra i suoi primi atti, la promulgazione di un' amnistia per i reati politici e il consenso a una serie di riforme per il rinnovamento dello stato più arretrato d' Europa: lo Stato pontificio. Diede anche vita a una Lega doganale italiana insieme a Carlo Alberto di Savoia e a Leopoldo II di Toscana. Scelte che sollevarono vasti entusiasmi e che fecero parlare di un «Papa liberale», rendendo fondata la speranza di Vincenzo Gioberti, il grande filosofo e uomo politico piemontese, in una nuova Italia confederata sotto la guida del romano Pontefice (neo-guelfismo).
Ma la ventata rivoluzionaria che percorse l' Europa intera nel 1848, cambiò attese e scenari politici. I patrioti italiani si aspettavano che Pio IX scendesse in guerra al fianco del Piemonte contro l' Austria, ma il Papa dichiarò il suo non possumus: il capo della cattolicità  non poteva puntare le armi contro una nazione cattolica, una porzione di quella stessa cattolicità . Crollava il sogno neo-guelfo. Nel frattempo, la situazione a Roma degenerò con l' assassinio di Pellegrino Rossi, che il Papa aveva messo a capo del governo temporale, e Pio IX si vide costretto a trovare rifugio a Gaeta, nel regno di Napoli.
I rivoluzionari ne approfittarono per prendere il potere: qualche mese dopo, proclamavano la nascita della Repubblica romana, dichiarando decaduto il potere temporale. Un' esperienza effimera, nonostante il contributo di Mazzini, Garibaldi e tanti altri, stroncata dall' esercito francese intervenuto in appoggio del Papa. Rientrato a Roma, Pio IX si dimostrò risoluto nel contrastare la cultura laica, liberale e anticlericale. La sua condanna raggiunse l' apice con l' enciclica Quanta cura e, soprattutto, con il Sillabo, un elenco di ottanta errori «moderni» (1864).
Pio IX proclamò due dogmi: quello dell'Immacolata Concezione, nel 1854, e quello dell'infallibilità  del Papa (quando questi parla ex cathedra, pronunciandosi su materie di fede) nel 1869, durante la fase di avvio del concilio Vaticano I. Concilio interrotto, l' anno dopo, dalla breccia di Porta Pia: caduto il baluardo delle armi francesi (l' imperatore Napoleone III venne sconfitto a Sedan dai Prussiani), l' esercito italiano entrava a Roma.
Pio IX si «chiuse» in Vaticano, proclamandosi prigioniero del nuovo Stato unitario, che gli aveva già  sottratto la Romagna (1859), l' Umbria e le Marche (1860). Il Papa scomunicò lo stesso re Vittorio Emanuele e rifiutò di accettare le leggi delle guarentigie («garanzie»), con cui l' Italia intendeva regolare (anche con un congruo risarcimento economico per la perdita del potere temporale) i suoi rapporti con la Chiesa. Pur avendo avuto simpatie per il Risorgimento, l' ultimo «Papa re» rimase convinto della necessità  del potere temporale per la difesa dell' indipendenza della Chiesa: la perdita di questo potere aprì una ferita nella coscienza civile dei cattolici italiani, cui Pio IX impose di non partecipare alla vita politica nazionale (il celebre Non expedit).

Polemicamente a Pio IX si rimprovera, oltre all' aver firmato le ultime condanne a morte comminate dallo Stato pontificio (Monti e Tognetti), il ruolo avuto nei «casi» Rosmini e Mortara.
L' abate Antonio Rosmini, che, insieme a Gioberti, fu il più autorevole filosofo italiano dell' Ottocento, fallì la sua missione diplomatica anti-austriaca svolta presso Pio IX per conto del governo piemontese: il Papa, combattuto fra la posizione del Piemonte e quella dell' Austria, cedette alle pressioni del cardinale Giacomo Antonelli, potente segretario di Stato, favorevole a Vienna. Per Rosmini, e per la sua filosofia, fu l' inizio di un lungo ostracismo (anche se il Papa fu sul punto di crearlo cardinale e, successivamente, salvò il sistema filosofico rosminiano dalla messa all' Indice).
Il caso Mortara, invece, riguarda un bambino ebreo di Bologna, Edgardo Levi Mortara, che una domestica cattolica disse di aver battezzato in punto di morte (aveva circa 17 mesi). Il bambino, invece, guarì. Secondo le leggi civili dell' epoca, quel bambino, avendo ricevuto il battesimo, doveva essere educato nella fede cristiana e, pertanto, venne sottratto alla famiglia e condotto a Roma. Pio IX si interessò molto a lui, proclamandosi suo «padre adottivo». Raggiunta l' età  dell' adolescenza, Edgardo non volle tornare in famiglia. Diventò sacerdote (e un buon sacerdote), ma per il mondo ebraico il suo caso rappresentava - e rappresenta ancora - un' offesa terribile alla dignità  umana, ai diritti della famiglia e al pluralismo religioso.
Pio IX morì a Roma il 7 febbraio del 1878, dopo quasi 32 anni di pontificato (secondo solo a san Pietro). Fu sepolto nella basilica romana di San Lorenzo.


   
   
SILLABO      

È

l' appendice dell' enciclica Quanta cura di papa Pio IX. Costituito da un elenco di 80 proposizioni giudicate gravemente erronee, è divenuto il manifesto del rigetto da parte della Chiesa cattolica della cultura politica liberale, e democratica. Il documento, congiuntamente alle teorie panteistiche o razionalistiche che ponevano in discussione l' idea stessa di Dio, condannava le libertà  di espressione, di religione e di culto e la laicità  dello Stato, riaffermando il potere temporale della Chiesa.


 
   
PIO IX       BEATO: QUELLI CONTRO

Scoppola: beatificazione inopportuna

In quest' intervista al professor Pietro Scoppola, studioso di storia, abbiamo sintetizzato i pareri di quanti non hanno gradito vedere sugli altari Pio IX, per alcuni nodi irrisolti, secondo loro, del suo comportamento, soprattutto nel caso Mortara. Senza nulla togliere - ci tiene a precisare - al rispetto del credente e alla definizione delle virtù che riguarda Pio IX.

 Msa. Professor Scoppola, la beatificazione di Pio IX, nello stesso giorno di quella di Giovanni XXIII, ha suscitato più di una polemica anche tra gli stessi cattolici. Qual è il suo giudizio in merito?
Scoppola.
La ritengo non opportuna, specie per l' accostamento con Giovanni XXIII e per il significato storico completamente diverso dei due pontificati. La realtà  è che la questione della beatificazione di Pio IX era stata posta già  quindici anni fa. Ma la commissione, composta da studiosi ecclesiastici che avevano analizzato bene il problema, finì per esprimere obiezioni e riserve. Così come, d' altro canto, aveva fatto la Conferenza episcopale italiana. Poi, stranamente, e non si sa bene per quale motivo, la questione è tornata a galla ed è stata riproposta. Ma stavolta il giudizio su Pio IX è stato favorevole.
Una decisione che non è stata digerita, soprattutto dagli ebrei.
Un momento. Ci tengo a precisare che quanto è successo non deve togliere nulla al rispetto del credente e alla definizione delle virtù che riguarda Pio IX. Perché, come ha detto Giovanni Paolo II, la beatificazione è un modello che attiene alle virtù personali e non alle scelte storiche e politiche. Ciò non impedisce, però, che quanto è successo rappresenti, appunto, un elemento di disagio nel mondo cattolico. Per non parlare dei rapporti con gli ebrei, che rischiano di raffreddarsi.
Parliamo di uno stop serio o solo di una battuta d' arresto?
Direi di una battuta d' arresto. Ma il fatto che il rabbino capo della comunità  israelitica di Roma, Elio Toaff, a settembre non sia andato al Convegno per la pace di Lisbona, promosso ogni anno dalla Comunità  di sant' Egidio, è un dato che deve far riflettere. Se consideriamo che il «disagio» ebraico nasce anche dal fatto che è stata cancellata la Giornata giubilare di dialogo del 3 ottobre scorso, non vorrei che quelli che abbiamo imparato a considerare come i nostri «fratelli maggiori», stiano diventando parenti sempre più lontani... Eppure, il dialogo interreligioso maturato negli ultimi anni aveva fatto intravedere prospettive ben diverse. Allora, torno alla domanda originale: qual è il motivo della beatificazione di Pio IX? Bisogna avere il coraggio di sottolineare che, in questo caso, si sono contrapposte e giustapposte due diverse correnti in merito alla questione e che, rispetto a quindici anni fa, il partito dei favorevoli ha preso il sopravvento. Mi sembra, onestamente, il quadro di una situazione un po' confusa. E poi, per tornare agli ebrei, c' è sempre il macigno rappresentato dal «caso Mortara».
Già , il bambino strappato alla famiglia ed educato nella fede cattolica.
Un fatto di una gravità  eccezionale. Perché, se la Chiesa si dice garante della dignità  dell' uomo e della famiglia, come definire, se non grave, quello che è successo nel caso Mortara? A carico di un minore, per giunta, e con sprezzo della famiglia. Inoltre, la sua conversione, anche se maturata in un secondo tempo, non giustifica il fatto che siano stati calpestati i diritti naturali della famiglia.
Eppure, spesso si pensa a Pio IX come a un Papa di stampo liberale e riformatore, almeno in una prima fase del suo pontificato.
Ed è un errore. L' equivoco nasce dal fatto che all' inizio del suo pontificato egli ebbe un grande moto di liberalità , con tanto di concessione di amnistia e statuto. In realtà , i veli caddero con l' allocuzione dell' aprile 1848, quando Pio IX si dissociò dalla campagna contro l' Austria in quella che sarebbe stata la Prima guerra d' indipendenza italiana. Pio IX non sarebbe mai potuto entrare in guerra contro l' Austria, che era una nazione cattolica. Insomma, Pio IX tendeva a creare un clima generale di conciliazione, ma non è mai stato un Papa liberale. La situazione, poi, è peggiorata all' indomani della Repubblica romana del 1849, quando il suo ritorno coincise addirittura con la pena capitale applicata nei confronti dei sovversivi. Ma anche la cosiddetta «Questione romana» e i fatti seguiti alla breccia di Porta Pia, con il «ritiro» volontario in Vaticano, hanno pesato come un macigno negli anni a venire, con il risultato che i cattolici sono rimasti per molto tempo estranei alla vita politica del paese.


   
   
  QUELLI A FAVORE

Saraiva Martins: visse da santo

L'altra campana: ce la suona monsignor José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Citando Giovanni Paolo II, egli afferma che, nonostante i tempi difficili, Pio IX seppe dare sempre il primato assoluto a Dio e ai valori spirituali. Visse da santo, insomma, per questo è stato posto sugli altari. Non per calcoli politici. Nel sostenerlo non è certo un isolato.

Msa. La beatificazione di Pio IX ha suscitato polemiche e perplessità  nel mondo laico, ma anche in alcuni ambienti cattolici. Come spiega queste riserve?
Saraiva Martins. È opportuno ricordare quanto lo stesso Pontefice, Giovanni Paolo II, ha affermato il 3 settembre scorso, giorno della beatificazione di papa Mastai-Ferretti: «In mezzo agli eventi turbinosi del suo tempo, egli fu esempio di incondizionata adesione al deposito immutabile delle verità  rivelate. Fedele in ogni circostanza agli impegni del suo ministero, seppe sempre dare il primato assoluto a Dio e ai valori spirituali». I «laicisti», provenienti dalla scuola e dalla cultura liberale e massonica imposta dopo la metà  dell' Ottocento, non sono in grado di valutare la «specificità » del servizio pastorale fatto alla Chiesa universale da Pio IX. Certe critiche derivano da una mentalità  scarsamente obiettiva e generalmente non interessata al proprium della Chiesa, che è la «santità ». A molti cattolici, inoltre, resta ancora sconosciuta la profonda spiritualità  del Pontefice marchigiano. La sua statura morale e spirituale è ancora in gran parte da esplorare.
Anche l' accostamento con Giovanni XXIII è stato molto criticato: cos' ha in comune il Papa della Pacem in terris con il Papa del Sillabo?
Giudicare il Sillabo come espressione di uno spirito illiberale e contro il progresso o come un incontrollato rigurgito reazionario, significa non conoscere a sufficienza né Pio IX né la sua epoca. Il Sillabo non può essere considerato un atto isolato dal Magistero precedente a Pio IX né a quello a lui susseguente. Il documento venne, del resto, invocato, e con insistenza, da molti vescovi ed è conseguenza logica in un' ottica di fedeltà  alla rivelazione divina e al patrimonio della verità  rivelata.
È noto, inoltre, cosa il beato Giovanni XXIII pensasse nell' indire il concilio Vaticano II. Si ispirava al suo lontano predecessore Pio IX e, da buon conoscitore della storia della Chiesa, l' 8 dicembre 1960 affermava: «Dalla contemplazione della figura mite e forte di Pio IX, prendiamo ispirazione per inoltrarci di buon passo nella grande impresa del concilio Vaticano II, che ci sta innanzi». Dunque, l' accostamento tra i due Pontefici è legittimo perché storicamente fondato.
Del resto, papa Giovanni XXIII, che aveva un' ammirazione assoluta per Pio IX e che giungeva fino a venerarlo come «santo», ebbe a scrivere di lui: «Io penso sempre a Pio IX, di santa e gloriosa memoria; e, imitandolo nei suoi sacrifici, vorrei essere degno di celebrarne la canonizzazione».
Anche il «caso Mortara» ha pesa-to su alcuni giudizi storici intorno a Pio IX.
Su questo caso, volutamente amplificato, si è fatto un clamore eccessivo. Pio IX anticipò le legislazioni europee sull' emancipazione degli ebrei e si dimostrò caritatevole nei loro confronti: tanto che una volta, nel «ghetto», soccorse un uomo svenuto a terra. Uno tra la folla esclamò: «Santità , è un giudeo!». Il Papa rispose: «E con ciò, forse che l' ebreo non è nostro prossimo?». Il caso Mortara, pertanto, non ha rilevanza sul giudizio storico emesso su Pio IX e, da parte cattolica, si fa fatica a comprenderne l' amplificazione.
Pio IX e il Risorgimento. Un altro punto delicato.
Pio IX non si è opposto al Risorgimento. Ha semplicemente richiamato il suo esercito dalla Prima guerra d' indipendenza, perché non poteva contribuire all' unità  nazionale italiana attraverso una dichiarazione di guerra all' Austria che, tra l' altro, faceva balenare la possibilità  di uno scisma dalla Chiesa cattolica. Il Papa si sentiva profondamente pastore di tutta la Chiesa e, pur mostrando simpatia per i movimenti di indipendenza di varie nazioni, non poteva, in quanto Padre di tutti, privilegiare il Risorgimento italiano. Questo, nella sua realizzazione storica, non può erigersi a giudice della personalità  e del pontificato di Pio IX. È poi da osservare che l' identità  nazionale italiana non coincide con la nascita dello Stato unitario, ma è precedente ed è costituita dal ceppo etnico della stirpe italica unificato e reso nei secoli armonioso dalla religione cristiana e, particolarmente, dal cattolicesimo.
È noto, inoltre, che la componente cattolica del Risorgimento italiano (il neoguelfismo) annoverava tra i suoi sostenitori uomini grandi come Rosmini, Gioberti, Manzoni, D' Azeglio, che volevano un' Italia unita sotto l' egida del Pontefice. Ma prevalse il partito piemontese, quello delle guerre di indipendenza e delle annessioni. Il neoguelfismo fu, di fatto, perdente e Pio IX divenne il capro espiatorio di un movimento politico che non aveva né vagheggiato né, di fatto, appoggiato. Il Papa voleva restare il padre spirituale di tutti i cattolici. È chiaro che, fatta l' Italia senza di lui, fu facile additarlo come nemico dell' unità  nazionale, cosa assolutamente falsa. Per capire Pio IX, dobbiamo «disincagliarlo» dalle secche del Risorgimento italiano da cui è stato circoscritto e come imprigionato.
Che cosa non ci ha detto ancora la storia su Pio IX?
Pio IX ha servito la Chiesa con straordinaria dedizione e con mano sicura, con totale abbandono alla Provvidenza. Se non avesse posseduto una fede tanto profonda e una confidenza smisurata nell' assistenza dello Spirito Santo nella storia e nella vita della Chiesa, sarebbe stato travolto dagli avvenimenti drammatici che si verificarono durante il suo pontificato. Facilitò e diffuse una devozione «cristocentrica» ed «eucaristica», ponendo al centro della vita religiosa Cristo Redentore dell' uomo e operante misteriosamente nelle vicende umane, anche le più travagliate. Promosse anche la devozione alla Madonna in modo straordinario e ne fu ricompensato dalla Vergine perché a Lourdes, nel 1858, quattro anni dopo la proclamazione del dogma dell' Immacolata Concezione, la Vergine rivelò a Bernadette Soubirous di essere, appunto, l' «Immacolata Concezione». Mai prima di allora, nella storia della Chiesa, la Madonna aveva confermato, con la sua parola, il magistero del Sommo Pontefice. Inoltre, Pio IX eresse seminari e li promosse dovunque.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017