Pionieri in Società

Canada. Associazionismo italiano in British Columbia
06 Ottobre 2002 | di

Vancouver

La Columbia Britannica "; nell";estremo ovest canadese "; è grande più di tre volte l";Italia e copre un decimo della superficie totale del Canada. Immaginatevi un territorio naturale bellissimo, coperto di foreste, fiumi e laghi, delimitato a oriente dalla compatta catena delle Montagne Rocciose e a occidente dall";oceano Pacifico in un alternarsi costiero fatto di insenature, penisole e isole, con la più importante Vancouver Island, sede della capitale Victoria. A nord, la tundra e i territori di Yukon e North West con le distese di ghiacci polari. A sud la linea di confine con gli stati americani di Washington, Idaho e Montana. Da 231 anni la Provincia fa parte della Confederazione canadese, ma la colonizzazione aveva avuto inizio intorno al 1858, durante la corsa all";oro del fiume Fraser. L";arrivo "; trent";anni dopo "; della ferrovia transcontinentale ne ha determinato crescita e destino.

Vancouver, la metropoli di 2 milioni di abitanti, alla fondazione, nel 1886, non era che un piccolo villaggio di pionieri. Fu quello l";anno del grande incendio che ne distrusse il cuore, laggiù a Gastown. Dalle ceneri nacque la nuova città : oggi è il più importante porto turistico e commerciale del Nord Pacifico, oltre a costituire un centro cosmopolita pulsante di vita culturale, economica e sociale. Ma di Vancouver e degli italiani ivi insediatisi abbiamo scritto più volte in queste pagine. Da quell";Angelo Calori "; un veneto sbarcato a Victoria nel lontano 1882 proveniente da San Francisco e stabilitosi successivamente a Vancouver dove nel 1908 aveva eretto il tuttora in uso Hotel Europa "; alle prime società  di Mutuo Soccorso, tra cui la Figli d";Italia, nata nel 1905. Dall";ex cercatore d";oro Filippo Branca "; un lombardo sposato con un";irredentista veneta, diventato abile mercante e fondatore, nel 1911, della Società  Veneta "; alla dinamica realtà  associazionistica odierna. (*)

Un filo ideale lega qui "; a diecimila chilometri dall";Italia "; i primi pionieri ai successivi immigrati e alle generazioni dei discendenti. Un esempio in quanto segue. Alla recente celebrazione ultrasettantennale della Società  Italiana di Mutuo Soccorso, la meritoria IMAS di New Westminster, hanno partecipato alcune associazioni consorelle operanti in città  e nella vicina Vancouver Island. Insieme con le rappresentanze del Centro culturale italiano di Vancouver, c";erano quelle del Centro culturale italocanadese di Victoria, della Felice Cavallotti Lodge di Nanaimo e dell";Italian Canadian Society di Port Alberni, anche se per ragioni logistiche mancavano le più lontane, che nomineremo in seguito. Ognuna di esse registra una storia affine nell";associazionismo italiano. Le antiche società  di mutuo soccorso, nate essenzialmente per ragioni di solidarietà , non facevano e non fanno tuttora distinzione di provenienza paesana o regionale nell";ammissione dei propri soci. Un criterio ritenuto valido da molti, soprattutto giovani oriundi che non accettano di far parte di categorie ristrette. E per i quali sono prioritari gli impegni di solidarietà  sociale e la riscoperta di tradizioni e valori culturali. Quella sera, a New Westminster, di giovani attivamente coinvolti ce n";erano pochi, ma c";erano. Era consolante constatare come essi attorniassero con affettuoso rispetto i pionieri della vecchia società , pronti a portarne avanti gli ideali adeguandoli ai tempi e alle esigenze.

Parlano inglese questi giovani anche se non mancano tra loro i coraggiosi che si cimentano in un faticoso eppure espressivo italiano, con contaminazioni di pittoresco italiese e simpatiche cadenze dialettali, a seconda della provenienza di genitori e nonni che li hanno accuditi durante l";infanzia. Sono giovani dinamici, disinvolti, educati, in possesso di specializzazioni varie. Tutti hanno compiuto gli studi superiori e molti di essi l";università . Tra loro sono parecchi i professionisti. Non sappiamo quanti si siano persi per strada (sicuramente, nella media, ci saranno), ma l";impressione generale è che le famiglie italiane, anche le più modeste e forse soprattutto queste, abbiano impegnato ogni loro risorsa nella riuscita culturale e sociale di figli e nipoti, riscattando in tal modo un lungo passato di tribolazioni, sacrifici, rinunce, spesso di povertà  e immeritata ignoranza.

Quanto sopra ha ancor più valore per i nati nei centri periferici. Da Trail, per esempio, cittadina industriale per la metà  popolata da oriundi (i primi italiani, Isacco e Caterina Giorgetti, vi arrivarono nel 1895) sono usciti architetti famosi, specialisti in medicina, educatori di giovani, campioni sportivi, brillanti avvocati, saggi amministratori, illuminati politici. L";attivissima Società  di Mutuo Soccorso Cristoforo Colombo (dagli attuali 600 soci) nacque nel 1905, assorbì trent";anni dopo la veterana delle associazioni, la Giordano Bruno di Rossland, fondata nel 1899 da Angelo Maura, dando anche vita alla parallela Lega Femminile (altre 500 socie attive). Ma a Trail "; sede, tra l";altro, di un piccolo Italian Heritage Museum oltre che di una scuola di lingua italiana "; operano pure la Società  Italo Canadese e la Società  Sorelle Italo-Canadese. Realtà  naturalmente inserite nel contesto multiculturale, spesso ne costituiscono il motore trainante, fattore senza dubbio più facile da realizzarsi nei centri periferici che non nella vastissima e dispersiva metropoli.

Altro esempio potrebbe essere quello di Nanaimo (ci spostiamo nell";isola di Vancouver), dove la ultracentenaria Felice Cavallotti Lodge opera dal 1900, avviata dai primissimi immigrati della zona, i minatori di carbone della Dunsmuir. E come Trail, amministrata fra il 1930 e il 1937 da Bruno Le Rose "; primo sindaco italiano eletto in British Columbia "; così Nanaimo, già  negli anni Cinquanta, aveva espresso il primo cittadino designando Pietro Maffeo, un italiano. Ritorneremo ancora sulla storia di Nanaimo e della sua associazione italocanadese alla quale aderiscono oggi circa 200 soci. Delle attività  dell";Italian Canadian Society di Port Alberni, nel cuore dell";isola di Vancouver, abbiamo parlato in passato, descrivendo il pacifico ambiente in cui vivono 250 famiglie italiane (**). Più a sud, nella capitale Victoria, operano meritoriamente la Italo-Canadian Cultural Society oltre che, dal 1955, il Centro Italiano di Assistenza. Da sempre vi si svolgono eventi sociali, culturali e ricreativi. Ben seguiti i corsi di lingua italiana, avviati e amorevolmente assistiti dall";insegnante veterana Yolanda McKimmie, vice console onorario d";Italia.

Al di qua dello stretto di Malaspina "; com";è denominato il braccio d";acqua tra l";isola e l";incantevole Sunshine Coast (il cui nome parla di sole e di clima temperato) "; sorge Powell River, piccolo ma importante centro industriale sviluppatosi intorno ad una grossa cartiera. Antico accampamento di boscaioli, privo per anni di collegamenti stradali, Powell River ha visto arrivare intorno al 1909-1910 i primi operai italiani. Abbiamo già  raccontato la storia di Ida Toigo, la giovane bellunese che viaggiò da sola fin qui per raggiungere Luigi Scarpolini, il promesso sposo conosciuto durante la guerra italo-austriaca. Nel 1919 era arrivata anche una famiglia Culos, che anni dopo costruì a Cranberry la Roman Villa e realizzò una fattoria agricola per la produzione di latte. Le cronache annotano nel 1926 l";apertura del Joe";s Barber Shop di Giuseppe Derton. E proprio da qui, Augusto Bosa dette avvio a quell";attività  commerciale che "; cresciuta negli anni e ampliatasi in ramificazioni familiari e affini "; ha fatto diventare il nome Bosa sinonimo di un impero non solo commerciale ma edilizio-finanziario con sedi a Vancouver e diramazioni negli Stati Uniti. Powell River ha naturalmente il suo Italian Community Club, sorto nel 1937 quale derivazione dell";Italian Benevolent Society del 1924. L";ampia sede del Club costituisce motivo di richiamo non solo per gli italiani ma per l";intera popolazione.

L";elegante Nelson, centro culturale e commerciale della regione dei Kootenays, e l";importante crocevia di Cranbrook, centro di servizi e trasporti, sono stati destinazione di molti operai italiani occupati nei lavori delle miniere e della ferrovia. Alla fine dell";Ottocento, qui si ricavavano abbondanti l";argento e il rame. L";arrivo della Canadian Pacific Railway vi è celebrato in un museo dove sono conservate le carrozze di lusso del treno dei milionari dell";epoca. Ambedue le cittadine, come le vicine Rossland e Trail, hanno un";antica storia di associazionismo italiano. A Nelson opera la Società  Italo Canadese, a Cranbrook la Colombo Lodge. Ambedue dalla storia antica e gloriosa, hanno saputo assistere e aggregare gli italiani, trasmettendo ai discendenti un senso profondo di italianità .

Ad ovest dei Kootenays, nella regione di grande richiamo turistico dell";Okanagan, la presenza italiana è prevalente nella città  di Kelowna, sull";omonimo lago. La popolazione cittadina si aggira sui 100 mila abitanti. I primi insediamenti europei risalgono alla metà  dell";Ottocento con l";arrivo degli Oblati. Tra i nomi dei pionieri italiani troviamo quello di Antonio Casorso. Famosi i vigneti e le imprese dei Capozzi. Kelowna è sede di un";agenzia consolare e del Canadian Italian Club dalle molteplici attività  sociali. Poco lontano, a Penticton, dove vivono numerose famiglie italiane, opera un corrispondente consolare (il noto fotografo Hugo Redivo).

A nord-ovest della bella valle dell";Okanagan con le sue distese di vigneti e frutteti, c";è Kamloops: risalente al 1812: è la più importante città  della regione centrale lungo l";autostrada TransCanada. Anche a Kamloops gli italiani hanno scritto la storia e continuano a farsi onore. Vi operano due associazioni: il Cristoforo Colombo Club e la Canadian Italian Ladies Society. Ne riparleremo. Dal 1982, e per ben diciotto anni, la diocesi di Kamloops è stata retta da uno scalabriniano, il vescovo Lorenzo Sabatini.

In questa rapida escursione della British Columbia, restano da visita-re, seppure a volo d";uccello, due principesche città  della regione settentrionale: Prince George e Prince Rupert. A quest";ultima abbiamo dedicato un ampio servizio in passato. Ricorderemo che vi abitano molte famiglie italiane, per lo più aggregate intorno all";Italo-Canadian Club, e che vi opera un";agenzia consolare. Prince George, a 778 chilometri da Vancouver, sorge dove, nel 1807, Simon Fraser costruì Fort George, alla confluenza degli storici fiumi Nechako e Fraser. Ricca di storie di nativi, di cacciatori di pelli, esploratori e mercanti, premessa al successivo sviluppo dovuto a ben organizzati eserciti di boscaioli e lavoratori di segherie e cartiere, la cittadina "; circa 80 mila abitanti "; è diventata l";importante centro economico, sociale e culturale della Northern Region. Al suo Italian Club aderiscono un centinaio di famiglie.

Fin qui le sedi di associazioni e club italocanadesi. Ma di agglomerati di italiani ce ne sono molti altri, così come centinaia di piccole località  registrano la presenza di cittadini italiani. Ne conosceremo la consistenza con l";aggiornamento dell";anagrafe consolare, e più tardi con il programmato censimento.

 

(*) La gioia di stare insieme, maggio 2002.

(**) Trail, maggio `€˜94 - Powell River, gennaio `€˜95 - Prince Rupert, novembre `€˜97 - Port Alberni, dicembre `€˜97 - Kelowna e l";Okanagan, febbraio ";99.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017