Più Europa in America Latina

De Sossi (Fusie): Dobbiamo avere una concezione della mobilità umana che metta sullo stesso piano sia chi parte per un altro Paese, sia chi torna in Italia.
27 Luglio 2004 | di

PRATOLA PELIGNA
Un convegno sulla crisi venezuelana e argentina alla luce degli ultimi avvenimenti, non poteva non interessare anche la nostra rivista che in questi ultimi anni ha seguito con attenzione l";evolversi della situazione sociale ed economica dell";America latina. Il convegno si è svolto nel quadro delle iniziative per il trentennale di fondazione de La Voce dell";Emigrante , un periodico che da Pratola Peligna, collega diverse migliaia di abruzzesi all";estero, offrendo loro un";aggiornata informazione sulle vicende più significative della terra d";origine, promuovendo iniziative culturali e curando i rapporti con i lettori attraverso pagine di «Corrispondenze dall";Interno», di «Corrispondenze dall";Estero» e servizi on-line. La festa del trentennale e il tema del convegno hanno stimolato la partecipazione di rappresentanti d";associazioni, istituzioni e media dall";Abruzzo e dall";estero. Dal Nord Est d";Italia, oltre al sottoscritto erano presenti Armando Traini, presidente dell";Associazione Abruzzese Molisana di Padova; e Roberto Fatigati, presidente dell";Associazione Abruzzesi Molisani del Friuli-Venezia Giulia.

Prospettive concrete per chi rientra
Dopo il saluto del professor Angelo De Bartolomeis, direttore de La Voce dell";Emigrante, Corrado Di Bacco , sindaco di Pratola Peligna, ha messo in evidenza il ruolo storico e umano del periodico che dal 1974 è un riferimento per tanti corregionali all";estero. Oggi il dovere di continuare questo rapporto è aumentato soprattutto a favore di coloro che risiedono in Paesi come l";Argentina e il Venezuela, in grave crisi economica. «L";attuale situazione di queste nazioni, ricche di risorse, ci lascia stupiti "; ha affermato Di Bacco "; ma dalla loro situazione paradossale emerge l";appello a fare qualcosa di più, per conoscere le problematiche di tanti corregionali ivi residenti, offrendo loro una risposta alle loro attese».
All";intervento del sindaco sono seguiti due forti appelli di Edoardo Leombruni, presidente dell";Associazione Latinoamericana in Italia; e di Mirella Di Pillo , segretaria della stessa Associazione. Dopo una breve presentazione del Venezuela "; il «paradiso dei Caraibi» ricco di petrolio e minerali "; Mirella ha lanciato il suo appello alle organizzazioni internazionali, alle istituzioni pubbliche e private, ai media e a quanti sono impegnati in difesa dei diritti umani affinché intervengano a sostegno del Venezuela che ha offerto a migliaia d";italiani un lavoro e un avvenire migliore. «Noi siamo figli di quegli italiani che dopo essersi inseriti con sacrificio e duro lavoro in Venezuela o in Argentina, ci diedero la possibilità  di laurearci e anche di specializzarci; ma siamo anche i discendenti di quegli uomini che, per paura, per difficoltà  economica e per salvaguardare il nostro avvenire hanno sollecitato il nostro ritorno in Italia», ha aggiunto Edoardo Leombruni. L";Associazione che presiede, in poche settimane ha già  aggregato 150 giovani oriundi della Val Peligna. Alle istituzioni essi chiedono di poter fare valere i loro diritti «senza dimenticare che abbiamo una serie di doveri verso lo Stato italiano, di cui siamo membri», ha precisato Leombruni. «Come associazione vogliamo crescere, per far giungere alla Regione, alle Istituzioni e alla Chiesa il nostro appello, consapevoli che sulla gravità  della situazione sociale ed economica dell";Argentina e del Venezuela pochi sono coloro che hanno un";informazione adeguata. L";emigrazione di rientro ha coinvolto i nostri genitori, obbligati a ristabilirsi nei loro paesi d";origine; ma ha coinvolto soprattutto noi, italoargentini e italovenezuelani, molti già  professionisti con una carriera, che ora in Italia si trovano senza il riconoscimento dei loro titoli di studio e nella necessità  di trovare qualsiasi lavoro pur di vivere. Dagli esperti e dai politici non chiediamo aiuti o assistenza, ma orientamenti precisi per risolvere problemi come la formazione dei giovani rientrati, il loro inserimento nella società  italiana e l";eventuale riconoscimento dei titoli di studio conseguiti».

Il Cono Sud chiama Bruxelles
La prima relazione è stata tenuta da don Ector Franceschi , professore alla Pontificia Università  della Santa Croce di Roma che ha rivolto la sua attenzione alle famiglie. Figlio d";italiani emigrati in Venezuela negli anni Cinquanta, egli ha messo in evidenza il grande contributo che la comunità  italiana ha dato allo sviluppo del suo Paese, soffermandosi poi sul grande apporto che la Chiesa ha dato a coloro che hanno lasciato il Paese d";origine per trovare lavoro e sicurezza in altre terre con strutture pastorali, diverse da quelle diocesane, e allo scopo di mantenere il patrimonio di fede, di cultura e di tradizioni delle diverse comunità  emigrate. Per gli italiani nel mondo, e per altre etnie legate alle radici del cristianesimo, la famiglia ha sempre avuto un ruolo importante e insostituibile. Se c";è una famiglia solida, i figli riusciranno ad inserirsi più facilmente. Questa consapevolezza, ha sottolineato Franceschi, dovrebbe incentivare l";impegno delle istituzioni ad aiutare le famiglie in ogni situazione di bisogno.
Giorgio Panizzi, esperto di problemi sociali ed economici, ha posto alla sua relazione un titolo significativo: Italiani europei di fronte ad Argentina e Venezuela . Due Paesi conosciuti «per l";esperienza dei nostri concittadini che lì lavorano con dedizione e sacrificio e per la situazione economica che ha messo a rischio, oltre al lavoro, alla sicurezza e al benessere, anche il risparmio e talvolta il patrimonio accumulato con fatica». La crisi argentina ha avuto ripercussioni in altri Paesi dell";America latina, ma ciò che più attira l";attenzione della comunità  internazionale è la mancanza di riforme credibili in materia fiscale, monetaria e di organizzazione dello Stato. La crisi del Venezuela ha aspetti diversi: un Paese di frontiera con politiche contraddittorie condizionate dal petrolio. Per uscire dalla sua crisi strutturale, il Venezuela deve cercare altre sponde, come l";OSA, il Mercosur e l";Unione europea. Sia per l";Argentina che per il Venezuela, deve instaurarsi un";alleanza di sviluppo con l";Unione europea che è il più importante fornitore di aiuti, il principale investitore straniero e il secondo più importante partner commerciale dell";America Latina.
L";onorevole Alberto Aiardi, nella sua relazione ha percorso l";impegno delle associazioni e dei media, dagli anni Cinquanta ad oggi, per la comunità  italiana all";estero. Un impegno che ha visto La Voce dell";Emigrante protagonista nel dare «voce» a problemi e attese in un";area, come quella aquilana e peligna, da cui molti emigranti raggiunsero gli altri Paesi europei e d";oltreoceano. Rispondendo agli appelli dei giovani rientrati, Aiardi ha affermato che i problemi possono essere affrontati a livello nazionale e regionale con l";offerta di corsi che permettano d";integrare la loro esperienza e di avere il riconoscimento dei titoli e della loro preparazione professionale. Sui rapporti economici e imprenditoriali dei Paesi dell";America latina con l";Italia, ogni modalità  di sviluppo è possibile se c";è la prospettiva di concretizzare forme di joint-venture all";interno di realtà  in cui il capitale italiano si possa presentare in forme di compartecipazione. La prospettiva europea presentata da Panizzi, per Aiardi ha un precedente nell";attenzione al mondo latino americano promossa dall";Italia ancora negli anni Sessanta. È una prospettiva possibile se si cercherà  di mettere in atto le diverse sinergie per favorire il superamento delle difficoltà  che certi Paesi stanno trovando. In questo modo possiamo rendere il miglior servizio ai connazionali ivi residenti che hanno mantenuto un legame diretto con l";Italia.
A concludere il convegno è stato Domenico De Sossi, presidente della Fusie che si è associato al direttore De Bartolomeis nel suo riconoscente ricordo di Bruno Zoratto, direttore di Nuovo Oltreconfine , recentemente scomparso. De Sossi si è soffermato poi sul ruolo dei media d";emigrazione che, nonostante situazioni di precarietà , continuano il loro prezioso servizio d";informazione corrispondente alle esigenze e alle problematiche degli italiani all";estero. «Io sono più favorevole a creare le migliori condizioni affinché lo sviluppo dei Paesi che hanno accolto le nostre comunità , consenta il loro inserimento nelle nuove realtà  sociali e lavorative».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017