Pluralità antiplagio

Il quindicinale L’altra Campana e Radio Marco Polo si aggiungono ad altre voci italiane nella British Columbia. Però mancano ancora i programmi quotidiani di Rai International.
05 Aprile 2002 | di

Vancouver

Due nuove voci si sono aggiunte di recente a quelle da tempo esistenti nel campo dell";informazione di lingua italiana in questa parte del Canada. Alla vigilia di Natale è uscito, a cura e per iniziativa di Carmelo Vella direttore-editore, L";altra Campana, un quindicinale indipendente di cultura e attualità .

Il disegno della testata è di per sé eloquente: a colpo d";occhio si fa leggere come L";altra Italia, e ciò a motivo del tricolore che copre la sagoma della campana riprodotta sulla destra del titolo. L";idea funziona e sicuramente piacerà  a quanti sentono tuttora forte il richiamo dell";Italia specialmente dopo l";approvazione della legge sul voto in loco per gli italiani all";estero. Il progetto è ambizioso e insieme provocatorio, stando all";enunciazione impressa "; sia pure a caratteri in negativo "; sotto la testata: «Le comunità  vengono plagiate se non c";è pluralità  d";informazione». Siamo d";accordo, ma forse non è il caso di esagerare. Viviamo nell";era informatica. Nonostante i pro e i contro che fanno animatamente discutere, siamo o non siamo globalizzati? Chi voglia onestamente aggiornarsi, ha oggi ampie possibilità . Anche chi non naviga in Internet. Sono ormai lontani i tempi dell";isolamento, quando i pionieri erano costretti a leggere qualche giornale vecchio di mesi, e la radio gracchiava e non trasmetteva che in inglese, linguaggio all";epoca non masticabile. Abbiamo già  raccontato (*) tra quali difficoltà  e con quale coraggio nacque 46 anni fa, e crebbe poi nel tempo, L";Eco d";Italia, il settimanale italiano più diffuso in British Columbia, diventato ora bilingue grazie alla sezione inglese Il Marco Polo "; From Italy to the New Generation.

L";Eco d";Italia è edito attualmente da Rino Vultaggio e diretto da Michele Coviello, ambedue in possesso di consolidata esperienza nei rispettivi settori operativi. Il giornale resta essenzialmente un";aggiornatissima e puntuale eco della situazione in Italia, essendo tempestivamente servito da molteplici agenzie stampa; ma dà  anche spazio a rubriche di cultura ed attualità  del Canada oltre che a cronache comunitarie e sportive. Evita prudentemente le polemiche, ha eliminato la rubrica delle lettere che lo aveva animato nel precedente decennio e, a dire di alcuni, non farebbe opinione ma si bilancerebbe senza compromettersi tra scelte di organismi ufficiali e attese più o meno manifeste della base. Tecnicamente ben fatto e ricco di rubriche interessanti, seppure talora carente di cronaca locale, L";Eco d";Italia raggiunge gli angoli più sperduti della British Columbia, ovunque risiedano famiglie italiane che gli restano affezionate e fedeli.

L";altra voce è quella di un nuovo programma radiofonico domenicale a cura di Rino Vultaggio in qualità  di produttore-annunciatore. Radio Marco Polo "; segmento della Mainstream Broadcasting Corporation "; si ricollega idealmente al Marco Polo stampato. La prima puntata di Radio Marco Polo è andata in onda il 20 gennaio scorso, presentata come «una trasmissione di musica, notizie, interviste e sport». È ancora troppo presto per capire quale seguito avrà  l";iniziativa: ma sicuramente l";avrà  perché viene a coprire un vuoto domenicale creatosi da qualche anno a questa parte nel vasto e composito uditorio degli ascoltatori italiani. Dopo una brillante gestione durata parecchi anni, il produttore-annunciatore di Radio Amici, Vito Bruno, per motivi di salute aveva ceduto la conduzione della rubrica, successivamente spentasi di domenica tra il rammarico degli uten-ti, che potevano spesso ascoltare il programma Incontri del Messagge-

ro di sant";Antonio. Con il nome di Immagine Italia, una piccola eredità  di Radio Amici sopravvive tuttavia nell";ambito della multiculturale Fairchild Radio CJVB. Un";ora di trasmissione bilingue pomeridiana, dal lunedì al venerdì, è condotta tenacemente da Maria Fierro, editrice di Canada";s Mirror "; Italia allo Specchio, rivista fondata qualche anno fa, con seguito modesto, ma fedele. «Stanca io?» dice Maria a chi le fa rilevare, condividendole, le inevitabili difficoltà  di percorso. Sarà  lei "; fa capire "; a stancare chi intende zittirla. E ha ragione, perché ogni voce che dica cose sensate ha bisogno di ascolto: purché si esprima nel rispetto e nella tolleranza delle altre e degli altri. Importante è essere finalizzati al servizio della comunità  in tutte le sue componenti, non diventando portavoce di «notabili», vecchi o nuovi, o di gruppuscoli con la smania di emergere e pontificare.

Cosa che accade in qualsiasi comunità , e non solo a Vancouver. Una certa litigiosità , con punte più o meno acute, è purtroppo "; tra tante virtù "; un difetto degli italiani, spesso anche di quelli che vivono all";estero.

Nel settore dell";informazione televisiva la sola voce esistente in loco, da quasi un ventennio, è quella del programma Telitalia, egregiamente prodotto da Vito Bruno nell";ambito ora della Shaw Multicultural. Copre l";intera area metropolitana di Vancouver e parte dell";isola. Di qui passa nei giorni feriali la mezz";ora di telegiornale della Rai, le partite di calcio della domenica, le telecronache comunitarie, alcuni vecchi film e le tanto contestate telenovele sudamericane a puntate, che però hanno un loro seguito di appassionati. Tutti i gusti sono gusti. Telitalia non è una «mamma TV» che obbliga alla teledipendenza. Viene però generalmente avvertita l";assenza di programmi a contenuto culturale italiano. Nonostante i molti tentativi, anche da parte dello stesso Vito Bruno, e le insistenti richieste e le petizioni per allargare l";informazione televisiva dall";Italia, prodotta da Rai International, nulla di serio si è profilato all";orizzonte. «Sarebbe ora che gli italiani della British Columbia riuscissero ad avere i programmi quotidiani di Rai International» ha affermato, facendosi portavoce di numerosi interlocutori, il quindicinale L";Altra Campana in un suo recente editoriale. Qualcuno ascolterà  e coopererà  per eliminare gli ostacoli?

Al di fuori e al di sopra delle voci, vecchie e nuove, dell";informazione comunitaria, una voce autorevole, chiara e bene intenzionata è felicemente giunta tra noi. È quella di Giorgio Visetti, trasferitosi dalla Norvegia a Vancouver con l";incarico di console generale d";Italia. Il momento non è dei più propizi. Il Comites è in crisi, praticamente paralizzato dal braccio di ferro di quattro contro quattro dei suoi componenti (degli altri due, uno è sospeso e uno è deceduto) oltre che dalla noncuranza della maggioranza comunitaria, che probabilmente non vede questo organismo come suo portavoce presso il governo italiano. All";ultima riunione, forzatamente informale per mancanza del numero legale dei componenti il Comites, il pubblico era di quattordici persone, tre delle quali "; Vella, Vultaggio e la sottoscritta "; rappresentavano i mass media. D";altra parte il cambio di rotta della politica italiana, con netta anche se tardiva apertura verso l";altra Italia nel mondo, invita «a lavorare su cose concrete» (espressione di Visetti). L";intensificarsi delle relazioni tra amministrazioni regionali e associazioni all";estero richiede inoltre tempestivi moderni aggiornamenti, premessa a rapidi interventi. Soprattutto a favore dei giovani, che meritano maggiore ascolto e valorizzazione di quanti non ne abbiano finora ricevuti.

Un cenno merita, infine, il difficile momento che stiamo vivendo, anche in British Columbia: un";ondata di scioperi, causati da decine di migliaia di licenziamenti nelle principali attività  produttive (come lo sono quella forestale e della lavorazione del legname), e dai gravi tagli della spesa pubblica decisi dal nuovo governo liberal-conservatore in settori vitali quali la sanità , la scuola e i servizi sociali, sta sconvolgendo la vita quotidiana anche di molti italiani. La disoccupazione ha toccato il 9,7% ed è purtroppo in salita. Le nostre voci, quelle dei media e dei maggiori responsabili comunitari, non possono sottrarsi al dovere di intervenire, interpretando correttamente le molteplici voci che in democrazia hanno il diritto di esprimersi e di essere ascoltate.

 (*) Il quarto potere degli italofoni - Identità  culturale italiana e stampa etnica - di Anna Maria Zampieri Pan, Messaggero di sant";Antonio, giugno 1999.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017