Politica senz’anima?
E";possibile per un cattolico impegnato nella vita pubblica, mantenersi fedele alla sua fede e ai principi dell";etica e della dottrina sociale della chiesa? È un interrogativo che ci fa riflettere sul rapporto tra etica e politica; una riflessione che si è protratta a lungo, soprattutto nel secolo scorso, caratterizzato da guerre e da massacri d'interi popoli. Con il crollo delle dittature e delle ideologie, il processo democratico ha trasformato la vita d'interi continenti; basta pensare all'Europa. Ma l'interrogativo che ci siamo posti permane nella sua attualità . Come impedire infatti che i politici di Paesi democratici abbiano solo il ruolo di rispondere, a livello pragmatico, alle istanze dei cittadini loro elettori, relegando ogni responsabilità e decisione su problemi morali alla vita privata del singolo?
Ci sono nazioni storicamente legate alla cultura e alla civiltà cristiana, dove i cittadini rivendicano libertà di scelte in campi che toccano problemi vitali come quelli dell'aborto, dell'eutanasia, dei diritti dell'embrione umano, della tutela della famiglia e dei minori o riguardano la salvaguardia della libertà religiosa e della dignità della persona dalle forme moderne della schiavitù e dell'emarginazione. Sono rivendicazioni contrarie ai principi dell'etica naturale. Per alcuni legislatori sono invece segno della libertà di scelta del cittadino mentre per noi sono espressioni di orientamenti culturali o morali legati ad un'erronea concezione dei principi della laicità e del pluralismo. Due principi, questi, che devono essere intesi come autonomia della sfera civile e politica da quella religiosa ed ecclesiale e non come un distacco dai valori etici che fanno parte del patrimonio della nostra cultura e civiltà .
Nel clima di relativismo etico in cui viviamo, appare dunque necessario riaffermare ai cristiani impegnati in politica e in campo sociale degli orientamenti utili alle loro scelte. Un'attesa a cui ha risposto la «Congregazione per la dottrina della fede», uno dei più importanti organismi della Santa Sede, con un documento rivolto, oltre ai vescovi, «ai politici cattolici e ai fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche». In un momento di dibattito politico in cui i cittadini oltre ad eleggere i loro legislatori e governanti con il voto, richiedono nuove e più ampie forme di partecipazione alla gestione della cosa pubblica, gli orientamenti del documento "; che il cardinale di Colonia, Joachim Meisner, definisce «di portata decisamente profetica» "; vogliono sottolineare una delle esigenze più importanti nella vita del cristiano: la coerenza tra fede e vita, tra vangelo e cultura. «La loro osservanza è decisiva "; aggiunge Meisner "; per la crescita o la decadenza delle società democratiche, alla lunga perfino per la loro sopravvivenza».
Il documento stimola la partecipazione dei cristiani alla vita politica dei loro Paesi, soprattutto quando nei Parlamenti si decide su temi che toccano i diritti della persona e della famiglia o si discute su principi morali per noi irrinunciabili. A volte sono vere sfide che attendono canali d'informazione più adeguati, modelli nuovi di coinvolgimento e partecipazione. L'arcivescovo di Milano, monsignor Dionigi Tettamanzi nel suo primo discorso alla città ha dettato un decalogo per risvegliare la coscienza morale sottolineando che occorre «dare un'anima alla stessa legalità , riscoprendo il significato e il valore della moralità ». La chiesa non si intromette in politica, ma ai cattolici chiede coerenza alle verità irrinunciabili della loro fede, e fermezza contro ogni attentato ai principi etici. Quella coerenza che ha sorretto uomini politici come Tommaso Moro che seppe testimoniare fino al martirio la dignità della coscienza, o come De Gasperi, Adenauer e Schuman, che ricordiamo con venerazione come fondatori della nuova Europa. Consapevole dei tanti strappi causati da decisioni del mondo politico a danno dei valori morali, la chiesa invita le comunità cristiane a promuovere studio e riflessione sulla parola di Dio e sui documenti del magistero affinché chi partecipa alla vita sociale e politica abbia dei sicuri punti di riferimento.