Polonia, un mondo da scoprire

24 Giugno 2015 | di

«I polacchi? Si stupiscono quando scoprono che un altro italiano o spagnolo si è trasferito da loro. Sono un popolo eccezionale, aperto, curioso e generoso. Per uno straniero non è difficile adattarsi». Emilio Spanu, 33 anni, una laurea in legge conseguita nella sua Cagliari, vive a Varsavia da poco più di sei mesi. Lavora per la Qloc, grossa società del settore digitale, curando il servizio clienti italiano.
 
«Il costo della vita è basso e di conseguenza lo sono i salari – informa Emilio –. Il mercato del lavoro, poi, è molto dinamico e sempre più qualificato. Delocalizzare qui alcuni dipartimenti è diventata una scelta sempre più comune per diverse multinazionali. Coca Cola, General Motors, Nestlé, Procter & Gamble sono solo alcuni dei marchi che hanno anche qui una loro sede. L’anno scorso Google ha aperto un campus specifico per aiutare giovani aziende con ottime idee commerciali a strutturarsi in maniera più solida e lanciarsi poi a livello internazionale».
 
Prima del trasferimento in Polonia, Emilio lavorava per il Babel Club di Cagliari. «Già nel periodo degli studi – ammette – mi ero reso conto che diventare l’ennesimo avvocato italiano alla ricerca di un incarico, dopo aver fatto anni di praticantato, non mi attraeva. Così ho cominciato a organizzare eventi per stranieri e italiani interessati alle lingue. È da lì che è nata la passione per i viaggi e una serie di amicizie che un giorno mi hanno portato a scoprire in prima persona la Polonia.
 
Cracovia, Breslavia, Varsavia, non sono solo città affascinanti da un punto di vista estetico-architettonico, ma vi si respira fermento culturale: c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Certo, non tutto è perfetto, anche qui c’è disoccupazione e si vedono gli effetti di una crescita economica che dalla fine del socialismo a oggi ha corso quasi senza soste, ma per uno straniero che conosce le lingue non è difficile trovare un impiego». Certo è che, a livello salariale, bisogna accontentarsi. «Varsavia è più cara delle altre città polacche, ma uno stipendio medio è di circa 2000 złoty, circa 500 euro, sufficiente per vivere bene».
 
Il ritorno in Italia è già pianificato? «Il Babel Club è sempre lì! Ma fare nuove esperienze, sia di lingua che di conoscenze, è un’opportunità che la mia generazione non deve lasciarsi sfuggire. Viaggiare all’interno dell’Europa è diventato sia economicamente che burocraticamente più semplice. Perché non provare?». E l’Italia? «I polacchi la vedono ancora come un “paradiso”, ma per noi che ci siamo nati e cresciuti è difficile immaginare un futuro migliore rispetto all’oggi che già di suo non è eccezionale. Rimane la voglia di stare vicino alla famiglia e ai vecchi amici, ma non può essere per sempre».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017