Ponti di parole e idee

L’italiano è la sua prima lingua. Ma è l’inglese che «unisce il territorio e le generazioni». In maggio un convegno dell’Assic-AICW a Udine, sull’identità italo-canadese contemporanea.
16 Marzo 2004 | di

VANCOUVER
In linea diretta tra Vancouver e Montréal, sponde opposte ma affini dello stesso grande Canada, mi è stato possibile conoscere una giovane donna d";origine veneziana, colta e intraprendente, la cui testimonianza di vita e di lavoro è esemplare di-e-per quanti desiderano operare sintesi feconde tra la ricca eredità  culturale italiana e le dinamiche realtà  della patria canadese. Licia Canton è nata a Cavarzere "; antica cittadina in provincia di Venezia, sorta lungo l";Adige, e fieramente legata al leone di San Marco "; da dove è stata «sradicata» (l";espressione è sua), all";età  di 4 anni. È cresciuta a Montréal in una famiglia protettiva circondata da amici provenienti dalla stessa zona del Nord Italia, tutti o quasi che parlavano el cavarzeran . I genitori, Achille ed Edda, hanno sempre lavorato insieme; lei ed Ester, la sorella, sono state educate a collaborare nell";azienda familiare durante i fine settimana e le vacanze estive: un metodo frutto di tradizione e innovazione.
A Montréal, la Canton ha compiuto i suoi studi, conseguendo bachelor e master alla McGill. Ha poi completato un dottorato di ricerca (PhD) in Letteratura canadese all";Università  di Montréal. Da dieci anni si occupa di Letteratura delle minoranze, in particolare di Letteratura italo-canadese.
È stata relatrice a conferenze di scrittori, ha pubblicato articoli, e curato tre libri: The Dynamics of Cultural Exchange: Creative and Critical Works (raccolta di scritti italo-canadesi), Adjacencies: Canadian Minority Writing (con D. Beneventi & L. Moyes) e Antonio D";Alfonso: Essays on His Works. Fa parte dell";esecutivo dell";Associazione Scrittori/Scrittrici Italo-Canadesi in qualità  di vice presidente.
Licia è sposata con l";editore Domenico Cusmano. «Ci siamo conosciuti quando insegnavamo entrambi Inglese "; racconta "; ed è stato lavorando insieme ad un progetto editoriale che abbiamo scoperto le nostre affinità Â». Uniti in matrimonio dal 1993, hanno tre figli: Liana, Dario e Decio, nati rispettivamente nel 1995, 1997 e 2001. «Siamo genitori molto presenti: organizziamo le nostre giornate e il nostro lavoro per poter essere con i figli. La nostra è una famiglia unita, siamo vicini a genitori e fratelli. Sono felice che i bimbi crescano amando ugualmente nonni e zii. Sono molto legata anche alle mie radici. Tornavamo spesso in Italia, d";estate, a visitare nonni e zii non emigrati. I miei genitori volevano mantenere i legami, volevano che conoscessimo la famiglia. Ci tengo ancora molto, anche se l";ultima nonna è deceduta pochi mesi fa. Ogni qualvolta vado in Europa per lavoro, faccio sempre una sosta a Cavarzere».
Ma come s";identifica, personalmente, Licia Canton? «La persona che sono "; afferma "; è la somma totale delle lingue e delle culture che mi hanno influenzata: il cavarzerano, il francese, l";inglese, l";italiano, il tedesco, lo spagnolo. E sì, la lingua italiana è quarta nell";ordine cronologico». Tuttavia, buon sangue non mente: lei ha denominato con un";italianissima parola la sua ultima creatura: Accenti, The Canadian Magazine with an Italian Accent .
Msa. Può spiegare ai nostri lettori com";è nata Accenti e qual è l";idea conduttrice della pubblicazione?
Canton. Accenti è nata dal desiderio di creare ponti tra gli italo-canadesi attraverso il Canada: non soltanto ponti geografici, ma tra generazioni, arti e professioni. Accenti , secondo me, è un mezzo d";espressione rivolto a dimostrare (agli italo-canadesi stessi, ma anche ai canadesi e ai nord-americani) chi sono i discendenti degli italiani in Canada e quali contributi hanno dato. È la realizzazione di un";idea che germinava nella mente da oltre vent";anni. Il progetto finale è molto più ampio di quello previsto. Non esisteva, prima di Accenti (*), una rivista che unisse gli italo-canadesi da una costa all";altra del Paese.
Qual è il vostro target?
A tutti coloro (d";origine italiana o meno) che abbiano un";affinità  per cose, idee e argomenti di natura italiana e italo-canadese; a giovani e meno giovani, ad intellettuali e non. I nostri articoli sono leggibili dal pubblico in generale, poiché Accenti è di facile lettura ma invita a riflettere sui temi proposti.
Lei e suo marito "; rispettivamente direttore ed editore di Accenti "; siete canadesi d";origine italiana, vivete e lavorate a Montréal, in un contesto french-canadian. Perché, dunque, i contenuti della rivista sono trattati esclusivamente in lingua inglese?
Io sono nata in Italia, Domenico Cusmano in Canada da genitori di Reggio Calabria. Viviamo, è vero, in un contesto french-canadian, quebecois. Nonostante questo, la maggioranza degli italo-candesi del Quebec è trilingue. La rivista è in inglese per poter raggiungere quanti più lettori possibile attraverso il Canada; questo ci ha anche permesso di acquisire abbonamenti negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia e perfino in Cina! L";inglese è la lingua che unisce il territorio e le generazioni. Molti dei miei coetanei, anche quelli che parlano l";italiano, non leggerebbero una rivista in italiano. Accenti è la chiave per trasmettere cultura italiana, e cultura italo-canadese, a chi non ha confidenza con la lingua italiana. Accenti attrae attenzione e interesse da parte di chi non è italiano ma ama le cose italiane e lo stile italiano.
Sappiamo che lei è particolarmente impegnata nell";Assic, l";Associazione Scrittori/Scrittrici Italo-Canadesi. Quali legami ci sono tra la vostra impresa editoriale e l";Associazione?
Sono due entità  completamente indipendenti. Accenti è un";iniziativa editoriale privata, di proprietà  di Canton e Cusmano. Tuttavia, alcuni scrittori di Accenti "; editore e direttore inclusi "; sono membri dell";Assic (AICW in inglese).
Domenico ed io siamo stati molto attivi nell";Associazione: impegnati nell";esecutivo nazionale, per quattro anni abbiamo pubblicato il bollettino interno e abbiamo organizzato nel 2000, a Montréal, l";ottavo convegno Assic, dal quale è uscito anche il libro da me curato e pubblicato nel 2002 (**).
Qual è, ora, il suo ruolo nella preparazione della Conferenza biennale dell";AICW che avrà  luogo a Udine, in maggio? Il tema prescelto è affascinante e impegnativo. Può anticiparci qualcosa?
È la prima volta che si tiene una conferenza biennale in Italia, e ne sono veramente orgogliosa. Nel 2000, alla conferenza di Montréal, ho proposto l";idea ai soci e all";esecutivo, e ho poi preso contatto con la professoressa De Luca dell";Università  di Udine. Lei ha successivamente partecipato alla nostra conferenza del 2002 a Toronto. L";Università  di Udine ci ha quindi invitati ufficialmente per il 2004. Il mio mandato è di organizzare la conferenza per conto dell";Associazione e in collaborazione con il Comitato del Centro di Cultura Canadese dell";Università  di Udine. Nell";ultimo anno mi sono dedicata a promuovere la conferenza presenziando a convegni (in Francia e in Ungheria), facendo in modo che i relatori siano non solo di estrazione Assic ma anche cattedratici, critici e scrittori operanti in Francia, Ungheria, Belgio, Stati Uniti, e naturalmente Italia e Canada. Il tema del convegno internazionale è «Oltre la storia: l";identità  italo-canadese contemporanea» (***). Ci saranno relazioni su letteratura, storia, arte, cinema, arti visive, teatro, ecc. È prevista un";esposizione intitolata «Immagine e parola» con la partecipazione di cinque scrittori e cinque artisti. E, inoltre, una mostra di libri con il lancio di nuove pubblicazioni. 

(*) sito internet: www.accenti.ca
(**) The Dynamics of Cultural Exchange
(***) Udine, 20-22 maggio 2004. Informazioni: AICW: cantonli@cusmano.com e Centro Cultura Canadese Università  degli Studi di Udine presso annapia.deluca@dllgr.uniud.it

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017