Portinari, utopia e colori

Uomo di alto profilo culturale, Candinho era vicino a Jorge Amado, Carlos Drummond, Vinicius de Moraes. Frequenti le sue collaborazioni con il grande architetto Oscar Niemeyer.
14 Ottobre 2003 | di

RIO DE JANEIRO
I grandi artisti dovrebbero lasciarci il più tardi possibile. Non è stato così, purtroppo, per Cà¢ndido Portinari, scomparso all";età  di 59 anni lasciando un vuoto incolmabile nella cultura brasiliana. Portinari è considerato il più importante pittore dell";America Latina e uno dei più grandi intellettuali brasiliani. Uomo piccolo di statura "; appena 154 centimetri d";altezza "; occhi azzurri incorniciati fin dalla giovinezza da un paio d";occhiali per correggere miopia e astigmatismo, Portinari vestiva in modo elegante, leggeva Stendhal, Balzac, Dostoiewski, Baudelaire, e ascoltava i concerti e le sinfonie di Mozart e Beethoven. Schivo e riservato, amava al tempo stesso le buone compagnie, tant";è vero che il salotto di Portinari è stato frequentato per molti anni dai più grandi intellettuali brasiliani. Amava l";Europa e in particolar modo l";Italia e la Francia, ma nutriva un amore sviscerato per il Brasile e la sua gente.
Figlio di emigrati veneti (vicentini di Chiampo) arrivati alla fine dell";Ottocento, Portinari nasce nel dicembre del 1903 nella piccola cittadina di Brodowski, nel nordest dello Stato di San Paolo, per poi trasferirsi a Rio de Janeiro all";età  di 15 anni. Nella nativa Brodowski, Portinari vive a contatto con i contadini "; soprattutto ex-schiavi di colore e immigrati italiani "; dediti alla raccolta del caffè. La condizione umana di questa povera gente influenzerà  in maniera determinante la sua arte e il suo pensiero per tutta la vita.
Talento assai precoce, Candinho, a soli 8 anni, viene chiamato a dipingere il cielo stellato negli affreschi della Chiesa di Brodowski sotto la guida di un gruppo di pittori specializzati nel repertorio sacro. Per questo lavoro riceve un compenso di 2 mila réis.
A Rio de Janeiro frequenta l";Accademia Nazionale di Belle Arti e si distingue subito per il suo grande talento, tanto che alla fine degli anni Venti, vince una borsa di studio per perfezionare la sua arte in Francia.
Prima di giungere a Parigi, visita l";Italia e rimane estasiato dalle opere di Giotto, Brunelleschi, Piero della Francesca, Masaccio, Leonardo e Michelangelo. Poi è al British Museum e alla National Gallery di Londra, e infine al Museo del Prado a Madrid dove ammira le opere di Goya.
Nel Vecchio Continente dipinge molto poco, ma è frequentatore assiduo di gallerie d";arte e musei. Conosce tutti i grandi pittori europei e si appassiona alla musica classica (adora Mozart, Bach e Beethoven). Durante la sua permanenza in Francia, conosce e sposa Maria Vittoria Martinelli, figlia di oriundi italiani emigrati in Uruguay. Nel 1931 la saudade per la sua terra natale, lo spinge a rientrare in Brasile con la moglie.

Artista fino all";ultimo
Il periodo più florido dell";artista ha inizio nel 1935 quando ottiene la menzione d";onore alla Mostra Internazionale del Carnagie Institute di Pittsburgh, Usa, con una tela di grandi dimensioni intitolata Café.
Nel 1939 rappresenta il Brasile all";Esposizione Mondiale di New York con tre opere, e nello stesso anno il Museum of Modern Art di New York acquista la sua opera O Morro e l";anno dopo lo stesso MOMA gli dedica una «personale» dal titolo «Portinari of Brazil».
Nel 1940 espone all";Istituto delle Arti di Detroit e viene pubblicato il primo libro sui suoi lavori (Portinari, his life and art) da parte dell";Università  di Chicago. Nel 1941 gli viene commissionato un importante lavoro per la Biblioteca del Congresso di Washington. Nel 1943 realizza otto opere conosciute come Série Biblica, fortemente influenzate dall";arte di Pablo Picasso. Nel 1944 collabora con l";architetto Oscar Niemeyer realizzando Sà£o Francisco e Via Sacra nella Chiesa di Pampulha.
Gli orrori della seconda Guerra Mondiale gli ispirano le due serie di opere ";Retirantes"; e ";Meninos de Brodowski";.
Nel 1945, assieme all";amico Jorge Amado, si iscrive al partito comunista ma "; a differenza degli altri intellettuali di sinistra dell";epoca "; Portinari non è perseguitato dal regime al potere. Troppo grande è la sua arte per poterla imbavagliare.
La guerra in Europa è finita e nel 1946 Portinari espone per la prima volta nel Vecchio Continente alla Galleria Charpentier di Parigi, dove ottiene un grande successo e l";onorificenza della Legion d";Onore.
Nel 1948 esilia, per motivi politici, in Uruguay e lì crea un";altra importante opera denominata A Primeira Missa no Brasil seguita, nel 1949, da Tiradentes, raffigurante la lotta del popolo indigeno contro i colonizzatori portoghesi.
Nel 1950 rappresenta il Brasile alla Biennale di Venezia, e nel 1953 inizia la grande serie Guerra e Pace per il Palazzo dell";Onu a New York. Nel 1952 il Banco de Bahia gli commissiona un altro dipinto di ispirazione storica dal titolo A Chegada da Familia Portughesa a Bahia.
È proprio dipingendo questi capolavori che si rende conto di essere gravemente intossicato dalle sostanze chimiche contenute nelle vernici. I medici e la moglie gli impediscono di proseguire, e per qualche tempo Portinari si dedica con passione al disegno.
Nel 1955 ottiene la medaglia d";oro dall";International Fine Arts Council di New York come miglior artista dell";anno e le continue commissioni di opere che gli pervengono da parte di Istituti di Cultura, Musei, Banche ed Enti Pubblici lo inducono a riprendere il lavoro con le vernici. Una scelta che gli risulterà  fatale.
Gli ultimi anni della sua vita sono contrassegnati da un";incredibile serie di mostre e riconoscimenti internazionali fra i quali si possono citare: Parigi, Monaco, Praga, Mosca, Bruxelles (unico artista brasiliano ad esporre ai «50 anni di Arte Moderna»), Città  del Messico, Buenos Aires, New York (Galleria Wildenstein), Caracas (Museo di Belle Arti) e Milano.
Muore alla mezzanotte del 6 febbraio 1962 a causa del riacutizzarsi della grave intossicazione che lo aveva colpito qualche anno prima. Stava preparando una grande mostra, su invito del Comune di Milano, con oltre 200 opere.
È emozionante pensare che le ultime parole di Cà¢ndido Portinari prima di perdere conoscenza, come testimonia il suo medico personale, il dottor Mem Xavier de Silveira, siano state nella lingua della sua fanciullezza: il dialetto veneto.

Il ritratto del Brasile
Nessun altro artista brasiliano è stato in grado di descrivere, più e meglio di Portinari, il Brasile. Sono famosissimi i suoi intensi ritratti, ispirati non solamente alla classe operaia ma anche al ceto medio, agli intellettuali e ai ricchi. Il Brasile che esce dal suo pennello è il ritratto più fedele e veritiero che si possa cogliere di questa nazione con tutte le sofferenze, la grande umanità , i contrasti sociali così netti ma anche con le enormi potenzialità  per divenire un grande Paese. Costruire un Brasile privo di discriminazioni e di contrasti sociali era il suo sogno. La sua utopia.
Portinari è stato l";autentico e fedele interprete del suo Paese e della gente brasiliana: dai suoi lavori traspare immediatamente tutto il suo sdegno, tutta la sua condanna e la sua partecipazione per le condizioni di vita disumane nelle quali erano costrette vaste fasce della popolazione: la tragedia della siccità  nel Nordest del Brasile, le favelas, la fame, i corpi dei contadini deformati dalle fatiche quotidiane, le mani ossute delle lavandaie. Immagini crude permeate da una forte umanità .
Non è un caso che proprio in questo 2003, anno d";insediamento del presidente Lula e del suo ambizioso progetto «Fame Zero», ricorra anche il centenario della nascita di questo grande artista così vicino alle sofferenze della gente.
Portinari ha lasciato una produzione vastissima di oltre 4.600 opere. Alla catalogazione e alla divulgazione delle tematiche care al pittore italobrasiliano si occupa, dal 1979, il Progetto Portinari fortemente voluto dal figlio Joà£o Cà¢ndido. Il Progetto, che proprio in questo centenario della nascita sta organizzando una serie di importanti manifestazioni in Brasile, ha sede presso la Pontificia Università  Cattolica di Rio de Janeiro dove Joà£o Cà¢ndido è docente di Matematica.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017