Post-Gazette, paladino di una comunità

Il settimanale bostoniano ha sempre informato e tutelato i nostri emigrati. Un’autorevolezza che non ha perso smalto, come conferma Pamela Donnaruma, proprietaria e direttrice.
06 Settembre 2002 | di

Boston

Tra i ristoranti sempre affollati e i locali con le tipiche insegne italiane nel cuore del North End "; vivace e rinomata Little Italy di Boston "; la piccola sede del Post-Gazette passa quasi inosservata, con quel suo aspetto dimesso, particolare, evocativo di una redazione d";altri tempi. Eppure, da quelle tre stanzette di Prince Street, in ben cento anni il settimanale della comunità  italo-americana di Boston è sempre uscito con assoluta regolarità , prima di sabato, ora di giovedì, guadagnandosi un posto di tutto rispetto fra le numerose pubblicazioni italo-americane nate nell";ultimo secolo, la maggior parte delle quali con un";esistenza saltuaria ed effimera. «Fin da quando è stato fondato, il Post-Gazette non ha mai saltato un solo numero», afferma orgogliosamente Pamela Donnaruma, proprietaria, editrice nonché direttrice responsabile del giornale. Del resto, la forza di questo piccolo ma grintoso settimanale sta soprattutto nell";essere stato, fin dall";inizio, il risultato del lavoro, e dello spirito di iniziativa, di un";unica famiglia che ha sempre dedicato una grande passione a questo prodotto editoriale: Caesar Donnaruma, il padre di Pamela, lo aveva ereditato, con sua moglie Phyllis, nel 1953 dal padre James, un emigrato da Salerno il quale, a sua volta, ne aveva rilevato la proprietà  nel 1904, chiamando la testata La Gazzetta del Massachusetts. Allora il giornale era scritto totalmente in italiano, era composto di sole quattro pagine e aveva una funzione di servizio e d";informazione per i nuovi emigrati italiani a Boston.

Pamela Donnaruma, proprietaria di terza generazione, pur svolgendo abitualmente la professione di consulente fiscale, non ha voluto interrompere la lunga tradizione della sua famiglia, ereditando la direzione del giornale nel 1990, dopo la scomparsa di sua madre Phyllis che lo gestiva personalmente da quando era rimasta vedova del marito Caesar.

Oggi la redazione del settimanale conta su tre persone: oltre alla direttrice, lavorano al Post-Gazette una segretaria e una grafica; per la stesura degli articoli si avvale di collaboratori esterni, per la maggior parte italo-americani, molti dei quali professionisti che si dedicano al giornale per passione e per vocazione, in modo volontario. Il Post-Gazette viene distribuito gratuitamente in edicole e locali pubblici; le sue entrate finanziarie si basano su pubblicità  e abbonamenti sia nel New England che nel resto degli Stati Uniti, anche se il North End di Boston rappresenta pur sempre la principale area di diffusione del settimanale. Attualmente circa 15 mila persone, per la maggior parte italo-americane, leggono le 16 pagine del giornale dei Donnaruma.

La Gazzetta del Massachusetts fu fondata con una vera e propria missione sociale: quella di operare come punto di riferimento per gli italiani che giungevano in America nella completa ignoranza della lingua, delle leggi e degli usi del Paese d";approdo. La Gazzetta era un giornale di servizio, che aiutava gli emigrati ad orientarsi nella nuova società . Quando necessario, si preoccupava anche di difenderli, alimentando lo spirito di comunità : «I miei genitori, e mio nonno ancora prima di loro, miravano a proteggere gli italiani da discriminazioni e stereotipi», osserva Donnaruma.

Le prime edizioni erano piene di storie locali e di corrispondenze dai vari quartieri di Boston, dove la «colonia» italiana andava formandosi e stabilizzandosi. Con il tempo il giornale ha ampliato i suoi interessi, dedicandosi a tematiche di approfondimento, anche politico, con particolare riguardo, sempre, per la vita degli italiani in America e per la comunità  bostoniana. Grande attenzione è sempre stata riservata alla politica locale così come alle leggi sull";immigrazione, che la Gazzetta cercava di presentare e spiegare ai suoi lettori. Nel 1927 James Donnaruma condusse un";accesa battaglia attraverso le pagine del giornale per affermare l";innocenza dei due anarchici italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, condannati a morte nello Stato del Massachusetts con l";accusa di aver ucciso il proprietario e l";agente di sicurezza di un magazzino. I due italo-americani furono giustiziati. Ma cinquant";anni dopo, la storia ha reso ragione al fondatore del Post-Gazette, riabilitando la memoria dei due condannati.

Oggi i 900 mila italiani del Massachusetts hanno radicalmente cambiato la loro condizione economica e sociale. Nel corso dei decenni hanno faticato per integrarsi nella società  americana, per acquisire rispettabilità . E ci sono riusciti con successo. Come ricorda Donnaruma «oggi essere italiano va molto di moda. Tutti vorrebbero vantare discendenze italiane». Il North End stesso ha modificato la sua fisionomia prima prettamente italiana: oggi meno del 40% della popolazione di Little Italy è di origine italiana. La maggior parte delle nuove generazioni di italo-americani non parlano più nemmeno la lingua dei loro nonni, come, del resto, la stessa direttrice del Post-Gazette che, pur vivendo e lavorando da anni nell";ambito della comunità , in cui è molto coinvolta e attiva, non ha mai imparato l";italiano e ha visitato l";Italia una sola volta.

Il Post-Gazette ha seguito di pari passo l";evoluzione della comunità  dei suoi lettori, diventando nel corso dei decenni un giornale profondamente diverso da quello originario, anche se coerente nei contenuti e nell";ispirazione: nel 1961 il titolo italiano La Gazzetta del Massachusetts è stato modificato nell";anglosassone Post-Gazette. Nello stesso anno l";inglese, già  presente in alcune pagine del giornale fin dal 1920, venne scelto come lingua predominante del settimanale, per diventarne poi l";unica nel 1968.

Eppure, ancora oggi il Post-Gazette continua ad essere un punto di riferimento per la comunità , a rappresentarla, a farne da portavoce ufficiale: «Spesso ancora oggi gli americani credono agli stereotipi cinematografici sugli italiani», afferma Donnaruma. E allora il compito del Post-Gazette non è più tanto quello di difendere gli italiani, quanto di promuovere l";«italianità Â», con i suoi valori positivi e le sue qualità . «Quello che cerco di fare "; spiega Pamela "; è di mostrare il lato buono degli italiani». E lo fa con grande successo, tanto che il giornale gode tutt";oggi di ampia autorevolezza all";interno della comunità , così come la sua proprietaria e direttrice gode di profonda stima e notorietà , come ha dimostrato, ad aprile, l";assegnazione a Pamela Donnaruma del premio di «Italo-americano dell";anno 2002» da parte della sezione bostoniana di FIERI, l";associazione di giovani professionisti italo-americani, fondata a New York nel 1984, che promuove programmi sulla lingua e la cultura italiana e borse di studio per giovani italo-americani particolarmente meritevoli.

Un riconoscimento meritato che Pamela Donnaruma ha guadagnato non solo per la sua attività  di direttrice del Post-Gazette, ma anche per il suo impegno assiduo in molteplici iniziative sociali e caritatevoli nell";ambito della comunità  italo-americana: oltre ad essere membro dell";Ordine Sons of Italy nell";ambito dell";America Greater Boston Reinassance Lodge 42614, Donnaruma pubblica la rivista dei Figli d";Italia a Boston. Inoltre è membro del Women";s Italian Club e secondo vice-presidente del National Italian-American Sports Hall of Fame (NIASHF).

«Gli italo-americani sono persone molto fiere e desiderose di mantenere sempre viva la loro eredità Â» osserva Donnaruma. «E ciò che noi del Post-Gazette cerchiamo di fare è continuare ad infondere i nostri valori e le nostre tradizioni nelle nuove generazioni».   

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017