Pregare è aprirsi al dono dello Spirito

12 Febbraio 2001 | di
 
   

   

    Vale la pena di pregare? La preghiera è manifestazione della nostra fiducia in Dio; in essa si manifesta la qualità  della fede, del proprio rapporto con Dio.    «La preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e di amore, nella prova come nella gioia». (Santa Teresa del Bambin Gesù)

 Tutta l' attività  di Gesù nel terzo Vangelo è scandita dalla preghiera, dal momento iniziale del battesimo fino all' ultima parola sulla croce. Le sue scelte e decisioni più importanti sono fatte in un clima di preghiera. Luca presenta Gesù come modello di «orante».
Il Padre nostro che egli propone ai discepoli non è solo un formulario per distinguersi dai gruppi religiosi, ma un orizzonte in cui vivere la relazione filiale con Dio Padre. Nella edizione lucana del Padre nostro l' accento cade sulla seconda parte che inizia con la richiesta del pane necessario per la vita di ogni giorno assieme al perdono e al superamento della tentazione. Sul tema del pane si innesta la catechesi di Gesù circa il modo di pregare.

 

La prima parabola fa leva sul rapporto di amicizia. Pregare è come rivolgersi a un amico sicuri di essere ascoltati. Gesù interpella i suoi ascoltatori - i discepoli - per farli riflettere su quello che capita tra amici. Immaginate - dice Gesù - questa situazione. Ci sono due amici vicini di casa. Presso uno di questi capita all' improvviso di notte un amico che è in viaggio per il quale non ha nulla «da mettergli davanti». Allora egli, nel pieno della notte, a colpo sicuro, va dall' amico vicino di casa per chiedergli di prestargli tre pani per l' ospite inatteso.
Il racconto di Gesù lascia intravedere la scena notturna. Un uomo sta davanti alla porta chiusa, bussa e chiede con insistenza quello che gli serve. L' altro gli risponde dall' interno della casa: «Non m' importunare: la porta è già  chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani». Nell' unica stanza della povera casa palestinese al piano terra per la notte si stendono le stuoie. Colui che sta dormendo con tutta la sua famiglia, per rispondere alla richiesta dell' amico, deve alzarsi, accendere la lucerna, prendere i pani, aprire la porta sprangata e consegnarglieli.
Gesù conclude la parabola dicendo: «Se non si alzerà  a darglieli per amicizia, almeno per la sua insistenza si alzerà  a dargliene quanti gliene occorrono». Dunque, la prima condizione per preghiera è la fiducia come quella che lega i due amici. Ma Gesù sottolinea un altro aspetto della preghiera efficace. L' esaudimento dipende dall' insistenza dell' amico che in qualche modo costringe l' altro a rispondere alla sua richiesta.
Il messaggio della parabola viene condensato in tre brevi sentenze abbinate che fanno leva sul triplice invito e la relativa promessa: «Ebbene io vi dico: 'Chiedete e vi sarà  dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà  aperto. Perché chi chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà  aperto'». La formulazione della promessa in forma impersonale o al passivo, rimanda all' azione di Dio, che dà  generosamente a chi chiede, si fa trovare da chi lo ricerca e apre la porta a chi bussa.

 

La seconda parabola. Una conferma di questo si ha nella seconda parabola dove sono protagonisti un figlio e il padre. Gesù si rivolge ancora una volta all' esperienza familiare dei suoi ascoltatori: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà  una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà  una serpe al posto del pesce? Se gli chiede un uovo, gli darà  uno scorpione?».
Un figlio in casa chiede spontaneamente al padre quello che gli serve per mangiare, dal pane al companatico tipico delle famiglie povere della Palestina. Un padre non tradisce la fiducia del figlio che gli chiede quello che gli serve per vivere. Alla fine Gesù fa l' applicazione della parabola all' esperienza della preghiera mettendo in risalto l' enorme distanza che c' è tra Dio, il Padre del cielo, e un padre terreno. «Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà  lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Lo Spirito Santo scende su Gesù in preghiera al momento del battesimo. Egli lo promette come dono dall' alto ai discepoli per rendergli testimonianza. In breve, pregare vuol dire aprirsi al dono dello Spirito Santo per riconoscere e compiere il bene che corrisponde alla volontà  di Dio.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017