Pronto, Italians?

L’elenco di Manlio Cupo ha assunto un valore storico-sociale. Negli anni ha fatto da collante a una vasta quanto eterogenea comunità italiana.
04 Dicembre 1999 | di

Vancouver
  Dei miei primi giorni in Canada - sono trascorsi ormai vent'anni - ricordo la necessità  di raccogliere informazioni specifiche sulla comunità  italiana di Vancouver, sulla sua consistenza, sui servizi offerti, sulla sua vitalità  culturale e sociale. Ciò faceva parte del mio lavoro (ne avrei ricavato una serie di corrispondenze per giornali italiani) ma era anche un bisogno della mia famiglia. Come madre di tre figli allora adolescenti era importante, per esempio, conoscere anche da un punto di vista «italocanadese» le strutture e gli orientamenti scolastici, le attività  associative e sportive, le offerte di beni e servizi. Dove rivolgersi? Al Consolato, d'accordo, ma solo per pratiche burocratiche. Al neonato Centro culturale italiano, allora in via di assestamento e organizzazione (ha appena 22 anni). Agli scalabriniani delle parrocchie, per riceverne sostegno morale e religioso. A chi altro?
A distanza di anni, anche se la bella città  di Vancouver è «esplosa» diventando, secondo una recente definizione della stampa internazionale, la metropoli eurasiatica mondiale, non è cambiato molto per chi arriva dall'Italia e vuole sapere com'è organizzata la società  in generale e la comunità  italiana in particolare. Si tratti di nuovo residente o di visitatore temporaneo, le domande sono sempre le stesse. Chi, cosa, dove, come, quando, perché? La base insomma dell'informazione. Non sembri provocatorio affermare che le risposte più semplici, dirette e concrete, vengono dall'elenco del telefono. Procuratevi una guida telefonica aggiornata, pagine bianche e pagine gialle, consultatela come si deve e imparerete come muovervi. Ai sempre più voluminosi elenchi della «BC Tel» (la metropoli ha superato di recente i due milioni di abitanti, il cinquanta per cento dei residenti della British Columbia) è importante abbinare lo specifico elenco dei nomi italiani: non li ho contati, sarebbe impresa folle e inutile, ma mi assicurano essercene 48 mila. Abbastanza per rendere interessante qualsiasi ricerca, sia di parenti che di omonimi, di lontani compaesani o di aziende e organizzazioni operanti all'interno della comunità .
L'unica guida telefonica italiana per l'Ovest del Canada - come recita il titolo di copertina - è edita da venticinque anni, a Vancouver, dalla Ital Press Limited. Nell'anno delle nozze d'argento, sullo sfondo argenteo della retrocopertina sono riprodotte le immagini delle ventiquattro edizioni precedenti, a iniziare dal 1974 quando la guida è nata. Ventiquattro belle fotografie di monumenti e scorci suggestivi di città  e località  d'Italia, una o più per ogni regione. Per il 1999 è stata scelta la basilica della Madonna di Loreto, indicata all'interno - sia in lingua italiana che in inglese - come centro di religiosità  e d'arte, oltre che meta di pellegrini da tutto il mondo.
Manlio Cupo, originario della provincia di Salerno, è fiero di avere realizzato questo servizio alla comunità . Arrivato in Nordamerica nel 1968 poco più che ventenne, non tanto alla ricerca di lavoro ma per visitare dei parenti, dopo aver esplorato alcune città  del Canada (Toronto, Montréal e poi Calgary, che gli piacque molto) decise di iscriversi a un corso di lingua inglese a Vancouver. Qui incontrò Lucia Laura Quarto, una giovinetta emigrata anni prima con la famiglia da Barletta. Inutile dire che da quel momento la scelta di rimanere in Canada fu per Manlio definitiva. I due sono felicemente sposati da 26 anni e hanno tre figli: Sabatino, Carmelina e Antonio. Il primogenito, che porta il nome del nonno paterno e aiuta nell'azienda di famiglia, è nato nel 1974: in coincidenza con la nascita «ufficiale» della guida telefonica italiana. «Ufficiale» perché esisteva prima di allora una lista di circa duemila nominativi e indirizzi di connazionali, assemblata dallo stesso Manlio Cupo, non ancora editore affermato ma attivo fornitore di elettrodomestici alle famiglie italiane e non dell'ovest canadese. L'idea di una vera e propria guida telefonica di pubblica utilità  ha avuto origine quindi da una necessità  di lavoro individuale capillarmente organizzato.
«Negli anni Settanta la locale comunità  italiana era molto divisa», ricorda Manlio Cupo, socio della Confratellanza Italo-Canadese, socio fondatore del Centro italiano e tesoriere del Comites. Dice che il suo contributo è stato quello di unire, nella guida telefonica, tutti gli italiani residenti in British Columbia, da Vancouver a Kamloops, da Kelowna a Port Alberni, da Victoria a Prince George, da Prince Rupert a Trail, ecc., favorendo la reciproca conoscenza fino alle località  più lontane e sperdute. Con lo stesso spirito, la guida serve inoltre le comunità  dell'Alberta, con i due importanti centri di Calgary ed Edmonton e le municipalità  della vastissima provincia. Sabatino Cupo, braccio destro del padre, mi informa che nell'edizione del 2000 apparirà  ampliata anche la sezione dedicata agli italiani di Seattle, Bellingham, Blaine nello stato americano di Washington confinante a sud con la Columbia Britannica.
   Ma che cosa, oltre alle migliaia di nomi, indirizzi, codici postali, numeri di telefono e di fax di individui, famiglie e ditte si può trovare nella guida? Pagine e pagine illustrate di pubblicità , elenchi associativi e professionali, descrizioni dettagliate di negozi e grossisti di prodotti italiani, dalla gastronomia alla moda, dalla gioielleria all'arredamento, dai servizi turistici a quelli immobiliari e così via. Vi sono presenti imprenditori grandi e piccoli, operatori sociali e politici, organizzazioni varie. «L'Ital Press - afferma tra l'altro il suo editore in prima pagina, sotto la foto del proprio gruppo familiare - ha sempre dato al suo cliente ciò che in contratto ha promesso. La nostra casa editrice non regala nulla, offre gratuitamente la guida alla comunità  perché l'inserzionista stesso, convinto di ben reclamizzare il suo prodotto sulle sue pagine, regala alla comunità  la guida telefonica». Il messaggio della famiglia Cupo - dopo venticinque anni - rimane in sostanza lo stesso: «È un incontro, rappresenta una simbolica stretta di mano, un saluto dell'editore alla comunità  italocanadese delle due provincie, Columbia Britannica e Alberta».
  In evidenza appaiono sul volumetto anche i saluti dell'ambasciatore d'Italia in Canada e del console generale italiano a Vancouver, oltre che del premier della British Columbia che riconosce alla «Italian-Canadian Community» una particolare dedizione nel mantenere le sue tradizioni e «un'identità  culturale unica». La Guida telefonica italiana - aggiunge il premier - nel contesto multiculturale della nostra provincia contribuisce a consolidare l'impegno sociale, culturale ed economico tenendo informata la comunità  italocanadese sui vari servizi, oltre che aiutare gli emigrati ad adattarsi alla nuova vita in Canada. A sua volta, il premier dell'Alberta riconosce e accoglie «la ricca influenza culturale che la vostra comunità  ha portato alla nostra provincia, e i contributi della Italian business community allo sviluppo della nostra economia».

   Le pagine pubblicitarie e gli elenchi degli abbonati al telefono sono intercalati da dati statistici e da indicazioni di servizi di pubblica utilità  sia canadesi che italocanadesi; ci sono tra l'altro dodici pagine con i codici d'avviamento postale di comuni, regioni, provincie d'Italia e relativi prefissi teleselettivi. Vi sono riportati proverbi della tradizione italiana, ricette gastronomiche, barzellette e, in bella evidenza, alcune poesie di autori locali, come Romano Perticarini, Demetrio Milani, Carmelo Caizza e Carmelina Cupo. Proprio Carmelina, la ventiquattrenne figlia di Manlio e Lucia, studentessa alla Simon Fraser University è anche cantautrice di successo: insieme con il fratello ventunenne Antonio, lui pure universitario, formano un duo musicale affiatato e affermato. C'è da aggiungere che, se anche scrive le sue poesie in inglese, Carmelina - e come lei i due fratelli - conoscono e parlano la lingua italiana. Quella lingua che li tiene indissolubilmente uniti ai genitori e alle loro patriarcali famiglie, le cui radici campane e pugliesi si sono fecondamente intrecciate in terra canadese.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017