Pulcinella l’emigrante
Parigi
Non ci sono ripetizioni nella storia: essa è spesso fonte di sottintesi che aspettano solo di venire alla luce. Che gli italiani ritornino a Parigi e che vi ritornino con la prospettiva di mettere radici - proprio nel momento in cui l'Europa della moneta unica si è fatta, e quella della cultura aspetta di essere costruita - rappresenta in maniera incontestabile un segno manifesto che Maurizio Scaparro, nel suo nuovo Viaggio degli attori comici, non poteva certo lasciarsi sfuggire.
È un ritorno importante, dunque, quello del teatro italiano a Parigi. Rivivranno, nella capitale francese, i fasti della Commedia dell'Arte e delle fortunate stagioni del Théà¢tre des Italiens. Da Petrarca alla Commedia dell'Arte, dal manierismo al futurismo, la 'vitalità disperata' (per usare un'espressione di Pier Paolo Pasolini) dell'immaginazione artistica italiana, ha sempre avuto, a causa forse del suo eterno policentrismo, una tendenza a spargere i suoi semi dappertutto.
Da quel lontano 1680 in cui un vecchio Palazzo vicino ai Campi Elisi fu ribattezzato Théà¢tre Italien e affidato ad attori e drammaturghi italiani, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Una storia che ha conosciuto i suoi alti e bassi e che ha visto i migliori attori dell'epoca varcare le frontiere nostrane per dare ardore e forza rappresentativa alla nostra cultura.
Numerosi gli appuntamenti in cartellone quest'anno. Dal Pulcinella di Scaparro (protagonista Massimo Ranieri), una pièce teatrale tratta da un soggetto cinematografico inedito di Roberto Rossellini, alla Venexiana di un anonimo del XVI secolo, interpretata da Claudia Cardinale.
Ne abbiamo parlato con Maurizio Scaparro che ha dato vita a questo Théà¢tre des Italiens di cui dirige oggi il progetto.
Msa. Qual è l'origine di questa programmazione culturale?
Scaparro. La prima ragione di questo progetto, una ragione inevitabile nel corso del mio lavoro di regista, è quella del concetto di 'viaggio', un viaggio verso un luogo sognato, per conoscere e far conoscere; un viaggio che trova in Francia, e a Parigi in particolare, un luogo ideale di approdo europeo, un riferimento storico vissuto nel corso dei secoli da parte di tanti italiani che hanno contribuito così a rendere grande l'Europa. Fu vero per Carlo Goldoni, nel suo viaggio senza ritorno da Venezia a Parigi. Lo è stato per Rossellini che fa dire al suo Pulcinella: 'Devo partire, lasciare questa infame Babilonia', e che prova il bisogno - ugualmente autobiografico - di insistere sulle ragioni che nel corso degli anni e delle epoche, e nel corso delle diverse storie d'Italia, hanno spinto tanta gente a mettersi in viaggio verso un luogo sognato, un luogo che spesso si rivelerà essere lo stesso di quello della partenza. Così è stato per Giorgio Strehler, l'ultimo grande uomo del teatro italiano. Strehler ha sentito Parigi e la Francia come una vera seconda patria artistica e politica. In questo Paese ha avuto il conforto di essere sostenuto dai francesi, dal loro affetto, anche nei momenti difficili, per costruite un Teatro dell'Europa, legato alla sua opera creatrice e alla sua immaginazione.
È la stessa cosa oggi per noi che con le valigie in mano e con i nostri sogni piantiamo il nostro tendone nel cuore di Parigi, all'alba di un nuovo secolo, per riannodarci alle antiche tradizioni e per crearne di nuove, capaci di tessere, lo spero, dei legami fertili e creativi tra l'Italia e la Francia.
Un'avventura che rimette in luce i legami con l'Europa del teatro italiano e il contributo delle sue diverse facce?
Qual è lo scopo di questo progetto teatrale?
Abbiamo cominciato a lavorarci a partire dalle giornate parigine del 1999. Quest'anno e nel 2001 vogliamo andare a Parigi per proporre alcuni grandi testi del teatro italiano e per farne conoscere di nuovi. Realizzeremo questo progetto con le forze più vive del teatro francese e del teatro italiano, a Parigi e in tutta la Francia, in lingua francese e in italiano. Prevediamo anche la nascita (ma questo è solo, per il momento, nei miei sogni) di un Centro di drammaturgia italiano con sede nel contempo a Roma e a Parigi. Lo spettacolo-faro della prima edizione del Théà¢tre des Italiens, fu Pulcinella che risultò, alcuni anni fa, una delle mie più felici produzioni, e che rivisita le varie tappe del viaggio dei commedianti italiani dal Sud attraverso Napoli, Roma fino a Parigi. Voleva essere, allora come oggi, la metafora della condizione dell'attore, dell'intellettuale, del saggio, dell'uomo spinto ad andare verso altri luoghi. In un'Europa delle lingue e delle culture questo spettacolo vuole darci anche l'occasione di riflettere sull'utilità del nostro lavoro teatrale a Roma e a Parigi.
Inaugureremo questa edizione 2000 con un testo classico del teatro italiano La Venexiana, in lingua francese con attori francesi e con il ruolo principale affidato a Claudia Cardinale. Lei stessa ha scelto questo testo per la sua prima apparizione sulla scena teatrale.