Quale Terra per i nostri figli?

Un’interpretazione corretta del mandato della Bibbia di dominare la Terra ha lanciato anche i cristiani nella sfida ecologica, per interrompere la spirale di sfruttamento e di degrado.
02 Ottobre 2000 | di
   
   
I CIELI NARRANO LA GLORIA DI DIO      

I cieli narrano la gloria di Dio, e l' opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Là  pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l' altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.

(Salmo 18 [19], 1-1i)       

H

o ripreso, recentemente, tra le mani il libro di padre Giacomo Panteghini Il gemito della creazione. Ecologia e fede cristiana, un testo edito nel 1992, scritto con la consueta chiarezza e lucidità  che caratterizzava lo stile del precedente direttore del «Messaggero di sant' Antonio».
Quanta strada è stata percorsa da allora sui temi e sui problemi sollevati dall' ecologia, che è l' esigenza di correre prontamente ai ripari per impedire che uno sfruttamento scriteriato della natura renda la Terra invivibile per i nostri figli. Pur denunciando già  allora una situazione tutt' altro che idilliaca, nel libro serpeggia la speranza di un cambiamento di rotta dell' umanità  per bloccare un degrado già  in atto, tangibile anche nelle deleterie conseguenze per la salute e la vita della gente; vi aleggia un ottimismo teologico rafforzato dalle radici francescane che stavano alla base della formazione dell' autore.
Nel riascoltare oggi il Cantico delle creature, «Laudato si' mi Signore per nostra madre Terra», ci sembrano lontanissime le parole con cui il santo Francesco di Assisi celebrava la presenza di Dio nel creato. Una lontananza direttamente proporzionale al bisogno e alla nostalgia che portiamo con noi in questa fase della nostra storia, assediata da catastrofi ambientali, da una vertiginosa esaltazione della ricerca scientifica che ci ha condotto, con la decodificazione del genoma umano, sulle frontiere estreme della vita. Che ha ingenerato anche una diffusa inquietudine manifestatasi, in modo vivace, in occasione della Conferenza mondiale sulla globalizzazione del commercio a Seattle, e poi resasi altrettanto vivacemente presente nella grande vetrina dei giochi olimpici di Sidney.
Ogni nuova frontiera ha nel suo bagaglio oltre l' incertezza, la prova, il rischio. Non si possono certo negare i vantaggi positivi che la ricerca potrà  apportare alla vita e alla salute dell' uomo, ma neppure ignorare gli interrogativi legittimi che il varcare quella «frontiera» sollecita. E le perplessità  aumentano sapendo che, proprio per la sua metodologia, la scienza procede per tentativi, non potendo sempre aver chiaro l' obiettivo finale.
Oggi si parla molto di biotecnologie, ma dietro a loro c' è il problema più generale dell' ecologia: parola-bandiera sotto la cui egida si ritrovano in molti, tutti ugualmente consapevoli che il problema del degrado ambientale è reale e urgente, ma con interessi e strategie diverse. C' è accordo sulla diagnosi, un po' meno sulle terapie. E mentre i medici discutono, il malato non sembra affatto migliorare!
Le discussioni tecniche o economiche sottendono una visione etica del rapporto tra l' uomo e la realtà  ambientale. Una più corretta interpretazione del mandato biblico di Dio all' uomo di «soggiogare e dominare la Terra» ha permesso (tardivamente?), soprattutto alla cultura occidentale, di porsi in un atteggiamento diverso nei confronti del creato, riscoprendo un rapporto di maggior correlazione, presente, invece, in molte culture cosiddette primitive.
Il cardinale Carlo Martini, nella Lettera pastorale 2000-2001, La Madonna del Sabato santo, suggerisce al riguardo questo percorso: «Nel rapporto fra l' uomo e il creato occorre discernere e percorrere vie di riconciliazione: la lacerazione della persona in se stessa e nei suoi rapporti si riflette nello squilibrio con cui è spesso vissuta la relazione fra storia e natura. La crisi ecologica consiste esattamente nello squilibrio indotto fra i ritmi dei tempi biologici e i tempi imposti dall' uomo: questi - con i mezzi tecnologici e scientifici di cui oggi dispone - può modificare in maniera rapida e irreversibile ciò che la natura ha prodotto in millenni e spesso milioni di anni. Un uso sobrio delle possibilità  della tecnica si rivela sempre più urgente e necessario per tutti nel crescente processo di globalizzazione: anche qui la coscienza di essere nel sabato del tempo e non nel giorno del compimento deve indurci a scelte equilibrate, in cui il sapere e il potere si rivelino capaci di automoderazione in vista della crescita della qualità  della vita di tutti e per tutti».
Sarà  difficile ritornare a quella «fratellanza cosmica» che caratterizzò san Francesco nel suo vivere la realtà  del creato. Sarebbe già  molto poter mettersi - come suggerisce il cardinal Martini - in un processo di conversione verso la madre Terra, capaci di «ascoltare il gemito della creazione», raccoglierla nella sua pulsione e capacità  di donare vita.

   
   

   

   

ECOLOGIA. È la scienza dell' ambiente (dal greco oikos: casa e logos : discorso) che affronta la corretta convivenza dell' uomo con la natura. L' ecologia affronta i problemi creatisi a causa dell' indiscriminato uso della nuove tecnologie che hanno portato l' uomo dalla sudditanza verso la natura a un dominio, «da padrone», sulla Terra e le sue risorse, provocando gravi squilibri. ECOLOGIA CRISTIANA.    Per i cristiani la coscienza ecologica di un mondo nel quale la sopravvivenza di tutto dipende da tutti, deriva oltre che da una interpretazione dei guasti dell' ambiente, dalla corretta lettura in senso biblico del dominio dell' uomo sulla natura. La Terra è data all' uomo non per essere saccheggiata ma per «essere abitata» (Isaia 45,18), rispettando e incrementando la bontà  e la bellezza del creato. ECOLOGIA FRANCESCANA.           Il felice rapporto di Francesco con tutte le creature ha una chiara matrice religiosa. Il Poverello di Assisi, innamorato di Dio, del Dio che si è fatto incontro a noi in Cristo, vede in tutte le cose riflesso il volto di questo Dio. Ogni cosa riflette la luce di questo volto amato e di esso «porta significazione». La natura amata e ammirata da Francesco porta evidenti le tracce della sapienza e della bontà  del Creatore.

PER SAPERNE DI PIà™
Le pubblicazioni sui temi ecologici e ambientali sono numerose. Ecco qui, in ordine cronologico, una scelta di titoli che più da vicino coinvolgono la visione cristiana della vita e che si offrono come ottimi strumenti di consultazione:
- Hugh Montefiore, Tempo di cambiare. Le radici bibliche dell' ecologia, Edizioni Messaggero Padova, 2000;
- G. Battista Guzzetti-Elio Gentili, Cristianesimo ed ecologia, Milano, Ancora, 1989;
- Gianmaria Polidoro-Davide Marzaroli, Pace con il creato, Assisi, Porziuncola, 1989;
- Giacomo Panteghini, Il gemito della creazione. Ecologia e fede cristiana, Edizioni Messaggero Padova, 1992.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017