Quali svolte per il Duemila?Le mani sulla vita

Pecore clonate, figli programmati, organi umani riprodotti in laboratorio, malattie genetiche in procinto di essere sconfitte...: fin dove ci porterà la bioingegneria?
01 Gennaio 1999 | di

Per millenni gli uomini sono nati come sappiamo. Secondo natura. Di recente intraprendenti scienziati, sorretti da sofisticatissime tecnologie, hanno reso possibili altri modi. Artificiali. Raggiunti prelevando il seme dal maschio e facendogli compiere l'«incontro nuziale» con l'ovulo, anziché nel carnale tepore di un grembo materno, in quello asettico e «freddo» di una provetta.

L'insolito modo di far scoccare la scintilla di una vita è detto fecondazione assistita, variamente sottonominata: omologa, se seme e ovulo provengono dalla medesima coppia interessata all'evento; eterologa, se il seme proviene da terzi, noti o ignoti, che hanno depositato il loro seme in apposite «banche». Con le varianti dell'utero in affitto, di donne cioè che si offrono di conservare nel proprio seno fino al parto, il frutto di una fecondazione che non appartiene loro e che devono riconsegnare, a cose fatte. E la vicenda spesso si tramuta in un ginepraio di problemi.

Gli scienziati sono stati spinti in questa non sempre limpida avventura, oltre che da un'innata curiosità , dal bisogno di rispondere alla legittima aspirazione alla maternità  e alla paternità  frustrate da disfunzioni incorreggibili. Ma poi si è esagerato. Con le «gravidanze per conto terzi», ad esempio, si sono fatte le più strane e inquietanti combinazioni: mamme che hanno «affittato» l'utero alla figlia diventando del bimbo in certo modo e mamme e nonne; altre che hanno messo al mondo figli in età  psicologicamente e fisiologicamente incompatibile con il ruolo di mamma, e così via.

La scienza, nell'affascinante avventura alla scoperta dei misteri dell'uomo, è andata oltre la fecondazione assistita, raggiungendo (James Watson negli anni Cinquanta) lo scrigno che racchiude il segreto della vita, il Dna, la macromolecola che in ogni organismo vivente contiene le istruzioni necessarie per riprodurre la vita. Una scoperta strabiliante che ha aperto la strada a una miriade di possibilità : positive alcune (come l'eliminazione di malattie genetiche), terrificanti altre. Tant'è vero che, dopo qualche anno, alcuni scienziati decisero (1975) di riunirsi ad Asilomar, negli Stati Uniti, per dare delle regole alla loro attività .

Ma da allora la ricerca, trasferitasi in altri regni della natura, ha camminato così in fretta da rendere logore quelle regole. Molte delle possibilità  allora solo ipotizzate, sono state provate con successo. Come il combinare molecole tra loro per creare realtà  nuove. Lo si è già  fatto nel regno vegetale, ottenendo prodotti nuovi e migliori (senza indagare troppo se i risultati di queste manipolazioni potranno nuocere o meno); ma anche in quello animale. Le stesse possibilità  riguardano da vicino l'uomo. E la cosa desta più di una preoccupazione. Afferma John Harris, un docente inglese che insegna etica e politiche sociali all'Università  di Manchester: «Siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione dalle proporzioni enormi, quella della biologia molecolare. Essa ci darà  la possibilità  di controllare l'evoluzione umana in misura fino ad oggi impensabile. Ci consentirà  di costruire nuove forme di vita su ordinazione, forme di vita di ogni tipo».

Con molta apprensione per quel che può avvenire, gli fa eco Jeremie Riskin, nel suo recente libro Il secolo biotecnico (Baldini e Castoldi): «Gli scienziati stanno cominciando a riorganizzare la vita a livello genetico. Un ristretto numero di aziende multinazionali, di istituzioni di ricerca e di governi potrebbe riuscire ad ottenere il brevetto di tutti i centomila geni che compongono il corredo genetico dell'uomo e di tutte le cellule, gli organi e i tessuti che formano il corpo umano. Le stesse organizzazioni potrebbero inoltre ottenere brevetti analoghi per decine di migliaia di microrganismi, piante, animali: il che consentirebbe loro di conquistare un potere senza precedenti nella storia, di dettare i termini secondo i quali noi e le nostre generazioni condurremo le nostre vite».

Per capire meglio di che si tratta, vediamo parte di quel che sta bollendo nella pentola della biotecnologia. All'Università  della Pennsylvania (Stati Uniti), gli scienziati hanno preso l'ormone della crescita dell'uomo e ne hanno iniettato i geni negli embrioni di topo. I topi così trattati, hanno raggiunto rapidamente dimensioni doppie rispetto agli altri topi, e, avendo trasmesso i nuovi geni a tutte le generazioni successive, ora esiste un ceppo di topi con materiale umano nella loro composizione genetica.

Altri scienziati hanno preso una pecora e una capra, creature che non possono accoppiarsi in natura né attraverso allevamenti particolari; hanno fuso le cellule embrionali dell'una con quelle dell'altra ottenendo una nuova specie, con la testa di capra e il corpo di pecora.

Grande stupore ha suscitato, a suo tempo, Dolly, la pecora «clonata» (la copia identica di un'altra pecora) da scienziati inglesi. Ma recentemente scienziati giapponesi hanno fatto di più clonando da una mucca un'intera mandria, otto vitelli identici. «Tra due anni i primi cloni umani», avevano detto i ricercatori inglesi dopo Dolly. E la cosa mise i brividi.

Intanto, negli Stati Uniti sta per iniziare un primo esperimento su un feto umano per tentare di cambiarne la struttura genetica. È l'inizio di un lungo viaggio che, nei prossimi anni, potrebbe consentire di programmare i figli prima del concepimento.

«Avremmo la possibilità  - afferma il professor Ridkin - di operare dei mutamenti genetici, a livello di spermatozoi e ovuli, che potrebbero influenzare lo sviluppo del bambino modificandone l'umore, il comportamento, ma anche le caratteristiche fisiche, come il sesso, il colore degli occhi, dei capelli (...) Siamo alla vigilia di una rivoluzione che cambierà  il rapporto tra figlio e genitore. Il figlio diventerà  un'esperienza commerciale. Potremo eliminare le malattie, cambiare l'aspetto fisico del figlio prima ancora di concepirlo. Da ciò emergono considerazioni etiche senza precedenti. Immaginiamo la responsabilità  che incomberà  sui genitori che vorranno decidere di programmare il proprio figlio prima della nascita. Cosa succederà  quando un figlio, nato nel modo naturale, avrà  magari un handicap? Verrà  visto come un grande errore che con l'ingegneria genetica si poteva evitare. I figli verranno visti come prodotti, non più come doni. Tutto questo non è ancora un fatto compiuto, ma solo una possibilità . C'è bisogno di un dibattito sociale per capire se è questa la via che vogliamo seguire».

La clonazione di un uomo crea più di un problema morale; non la riproduzione in laboratorio di singole sue parti. Nell'Università  del Massachusets si è già  costruito un pollice in provetta coltivando tessuto osseo; a Padova si ricostruisce in laboratorio la cartilagine, altrove la cornea, la pelle... In futuro sarà  possibile riprodurre cuore, fegato, pancreas... da utilizzare per trapianti, risolvendo, forse, il problema della mancanza di organi. Soluzione eccellente, a patto però che il punto di partenza non sia un embrione umano, cioè un altro uomo fatto vivere solo per costruire organi di ricambio e poi soppresso. Cosa che, invece, gli inglesi intenderebbero fare, con l'approvazione delle autorità . «Sarebbe un misfatto contro l'umanità », ha commentato monsignor Elio Sgreccia.

Le possibilità  sono immense, dunque, positive alcune, terrificanti altre. Comunque, si tratta di scenari che chiamano in causa troppe variabili per poterli liquidare sbrigativamente schierandosi pro o contro. Ha ragione Harris quando dice che la decisione da prendere di fronte la manipolazione della vita non è se usare questo potere, ma come e in che misura servircene. Si impongono senz'altro delle regole chiare per sottrarre all'arbitrarietà  di possibili «apprendisti stregoni» soluzioni tanto delicate e rischiose. Su questo, il dibattito è aperto. Il nostro, con quel che segue, è solo un modesto contributo alla comprensione del problema. Altri ne seguiranno.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017