Quando la vita ha un senso

09 Giugno 1998

Quanto contano le difficoltà  della vita nel farci maturare? Quando le esperienze negative, sofferenze e limiti possono diventare occasioni favorevoli per interiorizzare i veri valori che ci aiutano a crescere, sostenuti dalla forza dello Spirito Santo? Quale ruolo ha la famiglia in questo? A queste e ad altre domande si sono cercate risposte nella tavola rotonda 'Lo Spirito che è in voi... quando la vita ha un senso', organizzata dal progetto 'Ci sarà ' nell'ambito del XV Convegno interregionale francescano, svoltosi a Milano il 28 marzo scorso.

Al Convegno, gremito di giovani, hanno portato la propria testimonianza di vita padre Ireneo Forgiarini e padre Fabio Scarsato, direttore del 'Messaggero dei ragazzi', assieme a Loredana e ai cantanti Ivana Spagna e Leandro Barsotti.

La sofferenza è la palestra di vita di padre Ireneo Forgiarini, impegnato tra i giovani con problemi di emarginazione in un centro di recupero di Breganze (VI). 'È stata la grande maestra della mia vita - ha confidato - e, credo, il dono più grande, a distanza di tanti anni. Sento di avere una grande libertà  dentro, probabilmente è anche per questo che ho scelto una determinata strada nella mia vita, facendomi frate. Non mi occupo di Azione cattolica e neanche di bravi ragazzi, ma di questa fetta di società  emarginata probabilmente perché avevo assaporato che cosa vuol dire essere escluso e soffrire. La mia vita di ragazzino è stata molto difficile, vengo da una famiglia poverissima. Mio padre non ci permetteva di piangere quando non avevamo da mangiare. Diceva: 'Questo insegna qualcosa'. Io non capivo che cosa insegnasse, avevo solo fame. L'ho capito dopo. Un'altra lezione ho appreso dai miei genitori: che il dolore non va mai allontanato, ma accettato come valore, come occasione propizia'.

Ma certe difficoltà  della vita rischiano, però, di sconvolgere certezze, di mettere in crisi. Padre Fabio Scarsato segue otto ragazzini affidatigli dai tribunali. 'La sofferenza? Una cosa terribile - afferma - . Mi sono scontrato violentemente con essa proprio quando mi è stato chiesto di condividere la vita di questi ragazzi. Per me è stato traumatico, mi ha messo in crisi e provocato un grande terremoto nella mia vita. Ero più sicuro prima di farmi frate; avevo molta più fede durante gli anni di studio; quando meditavo, pregavo assieme ai confratelli mi era più facile credere in un Dio Padre. Iniziata l'esperienza con i ragazzi, non sono più stato sicuro di questo. Vivo la sofferenza che questi ragazzi mi trasmettono con le loro crisi, aggressività , ansie, le domande di fronte alle quali mi ritrovo impotente: cosa rispondere a un ragazzo di 15 anni, abbandonato da tutti, quando ti chiede: 'Procurami una mamma, voglio una famiglia'?'.

Padre Fabio, nella fatica a convivere con queste dure realtà , ha trovato la strada che gli fa scoprire luce anche nel dolore di questi ragazzi. 'La loro sofferenza - racconta - sta fisicamente nell'essere stati picchiati, abusati, abbandonati, ma quella vera è il non sentissi amati, di scoprire di essere venuti al mondo forse per sbaglio, che non si è importanti per nessuno: il nostro lavoro consiste nel tentare di far cambiare loro idea rispetto a questo. I ragazzi mi stanno insegnando quanto è importante lasciarci amare dagli altri, abbiamo paura di ammettere di aver bisogno di essere amati: una esigenza che nessuna moda, motorino, discoteca, niente può far tacere. Mi hanno costretto ad abbassare le mie difese.

'Avevo studiato, un vescovo mi aveva consacrato, potevo sentirmi in qualche modo arrivato, questi ragazzi con i loro abbracci e carezze mi dicono: lasciati amare. Allora ho riscoperto un Dio che mi ama anche attraverso di loro. Auguro a ognuno di scoprire che Dio gli vuol bene. Ma lasciategli la libertà  e la possibilità  di amarvi e non temete per questo di essere deboli, non c'è nessuna forza nel credersi 'non bisognosi' di amore e di amore di Dio'.

Per Loredana di 34 anni, il dato fondamentale che ha sconvolto la sua vita è stato proprio l'esperienza della sofferenza vissuta in famiglia: 'Nel dolore ho scoperto il volto di Dio, ho fatto esperienza di risurrezione e ho ritrovato le motivazioni e il senso della vita. Questa esperienza mi ha spinto verso chi sta come stavo io, cioè molto male, verso chi conosce da vicino la morte soprattutto quella interiore. Ho provato tanta felicità  nell'andare verso chi è perso per le strade di una città  come Roma, senza riferimenti, da persone che vivono schiave della droga o immerse nel mondo della prostituzione, da uomini e donne che muoiono consumati dall'Aids. Con loro e grazie a loro ho scoperto che Dio è sopra ogni cosa amore'.

Ivana Spagna, nota cantante e luminosa presenza nella tavola rotonda milanese, dopo aver confessato di provare più emozione a parlare di sé davanti a duecento giovani che non a cantare sul palco di Sanremo, ha portato la sua esperienza personale. Molto legata ai genitori, li ha visti spegnersi dopo estenuanti malattie che hanno segnato la sua vita. 'Quando vedi soffrire una persona che ami veramente - ha confessato - non riesci a capire perché debba soffrire in modo così atroce. Quando ho perso mia madre, mi son ritrovata con una montagna di dubbi. Ero talmente provata che mi sono trovata a pensare: ma come sarebbe facile, chiudere gli occhi e non svegliarsi più. Era un pensiero sbagliato, una tentazione... Se avessi ceduto, avrei penalizzato chi mi vuole bene, le persone che mi stanno vicine, che han bisogno di me. Sarebbe stato tradire l'amore ricevuto da mio padre e mia madre. Alla fine ha vinto la forza dell'amore; ho fatto, così, esperienza di salvezza perché, proprio a partire da quella situazione, ho sentito che ciò che conta nella vita, l'unico senso della vita per il quale ha senso morire, è l'amore... Dio è amore, e l'amore è Dio. Alla fine rimane sempre un legame: quello che mi ha portato a poterlo raccontare'.

Padre Ireneo e la sua infanzia, padre Fabio e i suoi 'figli', Loredana e la sua famiglia, Ivana e i suoi genitori: la famiglia ha sempre un ruolo primario, soprattutto in questi tempi lacerati da conflitti coniugali, separazioni familiari, dalla fatica di trovare persone con le quali iniziare un cammino di coppia. 'Ho avuto una famiglia incredibile - ha detto Ivana - : eravamo poveri, ma avevamo tanto amore. Sto cercando da una vita di ricostruire una magia come quella di allora. Sono alla ricerca di questo grande amore, che poi è amore anche per un'altra persona che voglia vivere con me, con la quale costruire qualcosa. Penso che la famiglia sia il valore che ci aiuta ad andare avanti, quel senso che diamo in più alla vita'.

Anche per Leandro Barsotti, cantante e papà , la famiglia sta al primo posto: 'Attraverso di essa ho capito molte cose di me e del mondo, della vita. Ho capito che non stiamo vivendo per noi stessi, per accrescere la nostra presenza, per diventare più ricchi o più importanti degli altri, imporre, nel mio caso, le mie canzoni, per raggiungere chissà  quali livelli di popolarità . Non è questo il motivo per cui esistiamo, non credo. Quando mi trovo a parlare con persone che non hanno una famiglia, stento a capire perché non l'abbiano fatta, anche se non è cosa semplice. Credo che le difficoltà  di questi anni (una volta quasi tutti si sposavano presto e avevano figli) stanno anche nel fatto che non siamo riusciti a sottolineare il vero motivo dello stare insieme. In realtà , diamo troppa importanza all'apparire, all'esserci, all'imporsi.

'Oggi se non riesci a stare su un palco, andare in televisione, avere un senso 'visibile' agli altri, la società  ti emargina. Se non ti imponi sugli altri, sei tagliato fuori. Negli ultimi anni questa frenesia per l'apparire ci ha fatto perdere di vista il motivo per cui dovremmo vivere, cioè stare con gli altri, crescere insieme, aiutarsi. Cose che facciamo con fatica: si aiuta poco gli altri e si pensa un po' troppo a se stessi, ma non sono il primo a dirlo'.

Il nostro mondo di tutti i giorni, quello nel quale ci giochiamo quotidianamente il senso e la felicità  della vita, ora è rivolto verso quel grande mistero che è lo Spirito di Dio in noi, che ci aiuta ad affrontare il fallimento, la noia e il limite della nostra esperienza senza far la guerra contro i mulini a vento ma a colpi di amore, perché così ragiona Dio, così è stato disegnato quel programma di felicità  che è la storia della nostra vita nei confronti della quale ciascuno di noi è chiamato a rispondere. l

Padre Fabio e padre Ireneo, hanno trovato un senso per la propria vita dedicandosi agli altri.

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Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017