Quando l’uomo si crede Dio

Clonazione, manipolazioni genetiche, sperimentazione sugli embrioni... La scienza si sta avvicinando al segreto della vita offrendo alla medicina un mare di possibilità un tempo impensabili. Ma è tutto lecito all’apprendista stregone?
02 Gennaio 2001 | di

L'uomo sta per forzare l' ultimo lucchetto della creazione. Le ali di cera, ancora una volta, spingono Icaro così vicino al sole, che una caduta rovinosa, forse tragica, è sempre più vicina. La scienza, dunque, è giunta sull'estrema soglia della vita. Su quel crinale dove scartare anche di poco può significare precipitare nel baratro. Clonazione replicativa - quella del Mondo Nuovo di Huxley, per intenderci - manipolazioni genetiche, sperimentazioni sugli embrioni non sono più fantascienza o semplice letteratura, ma programmi di ricerca ben avviati nei principali istituti mondiali e spesso sovvenzionati dalle grandi case farmaceutiche che si attendono dal nascente business del biotech (biotecnologico) guadagni inimmaginabili.

 

L' uomo e il mistero della vita

 

Eppure, con la mappatura del genoma umano, o con le scoperte sulle cellule staminali, sarà  possibile curare malattie per le quali, sinora, non c' era terapia che potesse valere. In campo oncologico, si potranno contrastare i pesanti effetti collaterali delle cure antitumorali. Si potranno sostituire tessuti danneggiati o non funzionanti o evitare il rigetto nei trapianti. Sarà  possibile produrre nuovi farmaci e vaccini. È giusto, allora, fermare il progresso scientifico? Fino a dove può spingersi la ricerca senza mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa del genere umano?
Da sempre, l' uomo si è interrogato sul mistero della vita e del cosmo, inventando, al contempo, strumenti per migliorare le condizioni della sua esistenza. Da qualche decennio, domande ultime e capacità  tecniche si sono intrecciate a tal punto da trasformare gli interrogativi sulla vita in sperimentazioni, rendendo indissolubile il rapporto tra scienza ed etica.

 

L' uomo migliora la vita

 

A livello ambientale, negli anni Cinquanta, fu la potenza devastante dell' energia atomica a suscitare interrogativi su una scoperta scientifica in grado di cancellare dalla faccia della Terra il genere umano. Ora è la volta della clonazione e delle possibilità  di intervento sui geni umani, al tempo stesso mattoni e architetti della nostra vita. Ma anche le tappe della sperimentazione sull' uomo possono vantare una lunga catena.
Già  nel III secolo avanti Cristo, gli anatomisti alessandrini praticavano la dissezione su condannati a morte ancora vivi per studiare gli organi interni. La pratica venne, però, abbandonata a favore degli studi fisiologici sugli animali. Ci sono, invece, testimonianze scritte delle sperimentazioni che Gallone, medico e filosofo del II secolo dopo Cristo, fece su se stesso e sugli schiavi per trovare rimedi a diverse patologie. Questi, tuttavia, possono essere considerati soltanto rudimenti di sperimentazione. Per passare dall' approssimazione alla scienza e, quindi, ai primi approcci con il metodo sperimentale, bisogna compiere un lungo salto temporale, fino al Rinascimento e agli studi anatomici di Leonardo. È un percorso che si completerà  nel XVII secolo, con la formulazione del metodo ipotetico-deduttivo da parte di Galileo e Newton. Nel campo biomedico, i due scienziati della natura saranno seguiti sulla strada della sperimentazione da William Harvey, che nel 1628 scoprì la circolazione del sangue, da Francesco Redi, Marcello Malpighi e Giorgio Baglivi. Un secondo, grande salto qualitativo sarà  poi compiuto un secolo dopo, con l' empirismo scientifico che portò l' abate Lazzaro Spallanzani a sperimentare l' inseminazione artificiale in rane e bachi da seta. Da questi esperimenti a quelli odierni sull' uomo, il passo è stato breve. Nella seconda metà  del nostro secolo, l' accelerazione tecnologica, l' applicazione delle analisi statistiche su grandi campioni di ricerca e la stretta collaborazione a livello mondiale tra equìpes scientifiche hanno consentito di arrivare sino al cuore nudo della vita stessa.

 

Dalla rana all' uomo?

 

Il caso della clonazione è, forse, il più emblematico e inquietante. La storia di questo metodo per riprodurre esseri viventi è iniziata nel 1962. Il primo animale clone fu una rana, realizzato da un ricercatore inglese, John Gurdon, utilizzando cellule di girino. Da quell' esperimento, passarono 35 anni prima che la clonazione approdasse alla famiglia dei mammiferi. Nel 1997, infatti, un gruppo di scienziati guidati da Ian Wilmut del Roslin Institute di Edimburgo annunciò per primo la creazione di una pecora clonata a partire da una cellula di pecora. Dolly - questo il nome del primo mammifero clonato della storia - divenne immediatamente un caso scientifico e mediatico senza precedenti: ne parlarono giornali e televisioni, paventando per la prima volta concretamente il rischio di arrivare presto alla clonazione umana. L' anno seguente, questa volta negli Stati Uniti, in Virginia, fu la volta del vitello clonato. I ricercatori americani lo chiamarono Jefferson, come il presidente. Sempre nel ' 98, un team internazionale di scienziati - fra i quali anche dei ricercatori italiani - clonò una cinquantina di topolini da un solo roditore adulto.
Ma fu a dicembre che una notizia shock fece immediatamente il giro del mondo: scienziati della Corea del Sud sostenevano di aver prodotto un embrione umano clonato e di averlo poi distrutto impedendogli di svilupparsi oltre la quarta cellula.
Volete sapere a che punto siamo oggi? Collegatevi a internet e cercate il sito www.humancloning.org, troverete ampia documentazione sulla sostenibilità  tecnica della clonazione umana e una dettagliata illustrazione delle strategie di marketing e pubblicità  per il materiale genetico. Un uomo d' affari americano, tale Richard Seed, ha già  annunciato nel gennaio del 1998 di essere pronto a costruire una catena di montaggio e una rivendita di esseri umani a Chicago. Non basta. In California, quattro scienziati della Texas A&M University hanno ricevuto da un anonimo miliardario 2,3 milioni di dollari (circa 5 miliardi di lire) per realizzare il primo progetto su larga scala di clonazione canina: lo scopo dichiarato è quello di replicare i cani su richiesta dei clienti.

 

Un immenso affare

 

Il business (affare), tuttavia, rischia quasi di non riuscire a tenere il passo delle scoperte scientifiche. Quest' anno i tre Nobel per la Medicina sono andati ad Arvin Carlsson, Paul Greengard ed Eric Kandel, tre neuroscienziati che studiano il funzionamento del cervello, i meccanismi della memoria e delle emozioni. Il loro grande merito scientifico è quello di aver in pratica decodificato l' alfabeto del sistema nervoso, aprendo una nuova pista alla comprensione dell' ultimo baluardo del corpo umano di fronte alla scienza: il cervello. Ponendo l' ennesimo, inquietante interrogativo: è possibile clonare la nostra materia grigia?
Le nuove frontiere della scienza hanno inaugurato un dibattito politico su scala mondiale. Trovare regole che impediscano di andare fuori misura e consentano, al tempo stesso, alla ricerca di progredire non è cosa facile. Per quel che riguarda la clonazione, ad esempio, esistono almeno quattro diverse posizioni. Quella più estrema appartiene alla Gran Bretagna di Tony Blair, che il 16 agosto scorso ha giustificato - ai fini della cura di malattie quali il Parkinson e l' Alzheimer - la clonazione di embrioni umani. Una seconda linea è quella adottata negli Stati Uniti dall ex presidente Clinton, le cui direttive - entrate in vigore a fine agosto - hanno eliminato il divieto di usare fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali. Non è in ogni caso possibile clonare embrioni.

 

I no della Chiesa

 

La Chiesa cattolica ha assunto una posizione di primo piano di fronte a una questione che mina alla radice il fondamento della vita individuale e, quindi, della persona umano. No deciso, dunque, al prelievo, alla manipolazione e alla distruzione di cellule embrionali. Sì alla ricerca e all' utilizzo di cellule staminali adulte. L' Unione europea, in qualche modo, ha fatto propria quest' ultima linea: divieto di clonazione, anche se a fini terapeutici, autorizzazione alle terapie che utilizzano cellule staminali ricavate da adulti. La Ue, inoltre, ha rivolto un appello al parlamento inglese perché bocci la posizione del governo Blair. Agli stati che appartengono all' Unione, infine, l' Europarlamento chiede di vietare con norme vincolanti qualsiasi tipo di clonazione prevedendo sanzioni per gli istituti coinvolti in questo tipo di ricerche.
Tutti - scienziati, politici, filosofi e bioetici - sono consapevoli che la posta in palio è altissima. Se la crea-tura si fa Creatore, si sovverte una legge impressa nel cuore dell' uomo e nel cuore del Cosmo. Il pericolo non si annida nelle scelte, o nelle decisioni del singolo, ma nell' autonomia esasperata della «Tecnica» dall' uomo stesso, che l' ha sempre dominata e da qualche tempo ne sembra a sua volta dominato. «Ciò che è veramente inquietante - scrive Martin Heidegger  - non è che il mondo si trasformi in completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l' uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca». Quanto conti la rinascita di una coscienza etica diffusa, in questo momento, è un' assillante domanda retorica, la cui risposta è tutt' altro che scontata.

   
   

   

 

   
Bioetica.  Il termine comparve per la prima volta nel 1971 nel titolo di un libro dell' oncologo V. R. Potter:   Bioethics: A Bridge to the future    . Nel testo, come nel titolo, si esprime la necessità  per lo scienziato, posto di fronte a radicali mutamenti della scena biomedica, di ripristinare un rapporto di valori morali, cultura       umanistica e scienze della vita.      

Clonazione.   Con       questo termine vengono indicate tre tecniche distinte e profondamente diverse tra loro. 
La prima è la clonazione di cellule somatiche: cellule adulte e già  differenziate vengono moltiplicate in vitro  per utilizzarle o per studiarle. Il secondo significato è quello di clonazione a scopo riproduttivo: è la tecnica con cui si genera un embrione a partire da una cellula uovo sostituendone il Dna (l' archivio genetico) con quello dell' individuo da clonare. C' è, infine, la clonazione terapeutica, simile a quella riproduttiva. 
L' embrione, in questo caso, non viene fatto       sviluppare e il processo viene arrestato prima che le cellule inizino a specializzarsi. Con queste cellule «pluripotenti» si possono ottenere, dopo la differenziazione in vitro , tessuti sani da trapiantare in un malato.

Biotecnologia.         Ogni processo produttivo che preveda l' utilizzo di agenti biologici come le cellule e i loro prodotti. Nella biotecnologia confluiscono discipline quali la microbiologia, la biochimica, la genetica e l' immunologia. In senso lato, è una tecnica antichissima, che parte dal tentativo dell' uomo di incrociare piante e animali per adattarli ai propri bisogni. In senso       stretto, si è sviluppata nell' ultimo decennio.
Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017