Quel balzo gigantesco per l’umanità

21 luglio 1969: Neil Armstrong posa per la prima volta un piede sulla luna. Ed è subito leggenda.
20 Giugno 2008 | di

Quale emozione deve aver provato Neil Armstrong quando appoggiò per primo un piede (il sinistro) sulla luna il 21 luglio del 1969, trentanove anni fa!Aveva percorso 400 mila chilometri nello spazio per arrivare alla meta. E quando ci arrivò, insieme coi suoi colleghi Aldrin e Collins, scattò un piano fatto di movimenti precisi al millimetro, di decisioni secche e irrevocabili, di calcoli inesorabilmente esatti, assistiti e guidati dalla base a terra della Nasa a Houston. L’Apollo 11 entrò nell’orbita di gravitazione lunare con un certo angolo e con precisione assoluta, per non essere rimbalzato nello spazio fuori rotta per sempre. Da esso poi si staccò il modulo Eagle (Aquila) che portava Armstrong e Aldrin, mentre Collins li aspettava in orbita. E fu il modulo, il famoso lem, a posare per primo il piede sulla superficie lunare; poi, scese l’uomo.

Quale emozione provò? Forse nessuna emozione, dopo tanto addestramento alla freddezza necessaria al suo mestiere. O forse dovette vincere una paura ancestrale, perché in quel momento stava violando un tabù, la luna, dea celeste di tutti i misteri e di tutte le superstizioni della storia umana. Riuscì a concentrarsi sul compito semplice e complicatissimo di fare il primo passo, poi il secondo, poi il terzo, in una gravità che è un sesto di quella terrestre. Tutto il mondo lo guardava, e lui recitò una bella frase storica, sicuramente prevista nel copione: «È un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità». E forse, tra tutte le cose che doveva tenere a mente ed eseguire, fu quella frase la cosa più complicata da ricordare per lui, uomo di scienza, di tecnica, di coraggio, ma non di lettere.
Detta la frase famosa, deposta la targa commemorativa, raccolta una ventina di chili di suolo lunare da analizzare a terra, il ritorno fu un gioco da ragazzi.



 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017