Quel Vangelo che fa notizia
LONDRA
Come sanno bene i lettori del Messaggero di sant’Antonio – edizione italiana per l’estero, l’attività missionaria si concretizza in molti modi. È il caso di padre Giandomenico Ziliotto, sacerdote scalabriniano operativo a Londra da quindici anni, e direttore de La Voce degli Italiani, uno dei giornali di più antica fondazione nella comunità italiana del Regno Unito. Padre Giandomenico, nativo di Borso del Grappa, in provincia di Treviso, ha seguito un percorso religioso che fin dai primi momenti conteneva in sé il germe dello spirito missionario tipico degli Scalabriniani, l’ordine che decise di abbracciare. «Ero un ragazzo come tutti gli altri – esordisce questo sacerdote quarantottenne con il volto ancora da ragazzo – e nonostante avessi due zii scalabriniani non ero particolarmente attratto dalla vita religiosa. Mi piaceva divertirmi e tirare con la fionda; ed ero anche abbastanza bravo! Entrai in seminario a causa della mia passione per il calcio visto che lì avrei avuto la possibilità di giocarlo. Poi, però, verso i vent’anni, sentii la chiamata».
Padre Ziliotto proseguì gli studi teologici in Brasile dove divenne diacono a San Paolo, e dove imparò il portoghese. I primi anni di sacerdozio li trascorse a Roma come vicerettore del seminario teologico. Era il 20 settembre 1991 quando il giovane sacerdote giungeva nella capitale britannica, senza forse immaginare quale destino gli si sarebbe profilato. «All’inizio – racconta – per imparare l’inglese decisi di vivere presso una parrocchia a Croydon, a sud del Tamigi. Questo periodo di preparazione e questo graduale inserimento nella missione scalabriniana di Londra m’insegnò l’arte della pazienza a me, ancora rampante e irrequieto come tutti i giovani, ed ebbi modo di osservare, prima dall’esterno, l’operato del mio predecessore, padre Gaetano Parolin, prima di succedergli – tre anni dopo – quando egli rientrò in Italia». Era stato proprio padre Gaetano, con padre Umberto Manin, a rinvigorire La Voce degli Italiani, diffondendola capillarmente nel Regno Unito, aumentando le rubriche e arricchendola di validi collaboratori. «L’eredità era pesante – ricorda padre Giandomenico – perché padre Gaetano aveva dato uno stile e un taglio nuovo e originale al giornale. Si trattava di continuare il lavoro fatto pur introducendo ulteriori novità e l’impulso della mia direzione». Nessun compito è troppo grande per un sacerdote, soprattutto con due spalle robuste come quelle di padre Giandomenico e, pur essendo quella la prima volta che sedeva alla scrivania di direttore di un giornale, la sfida fu accolta con ottimismo ed entusiasmo. «Per me – continua il sacerdote veneto – questa era l’occasione per esercitare la mia missione entrando direttamente nelle case di tutti gli italiani, anche quelli che non potevano partecipare alla messa. Questo era ed è lo spirito con cui le pubblicazioni edite dalla Congregazione Scalabriniana tra le comunità italiane nel mondo (circa una cinquantina) hanno sempre inteso il loro impegno giornalistico: un altro modo per annunciare il Vangelo».
Padre Giandomenico non smette d’indossare il suo abito talare quando scrive pezzi d’attualità, commenti, articoli di cronaca; ed è lo stesso sacerdote che al sabato e alla domenica officia la messa nel grande centro scalabriniano a Brixton, a sud di Londra. «Il nostro giornale – aggiunge padre Ziliotto – non differisce dagli altri organi di comunicazione della comunità italiana: informa, annuncia, commenta, coinvolge. Nella mia veste di direttore ho avuto la fortuna di celebrare, nel 1998, il cinquantesimo anniversario del giornale alla presenza dell’ex presidente della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, e di aver redatto il millesimo numero del nostro quindicinale».
Padre Ziliotto ha fatto del suo giornale anche uno strumento di ricerca: «nel 1996 organizzammo una tavola rotonda con la partecipazione dell’allora ambasciatore d’Italia, Galli, del cardinale Ersilio Tonini, di don Mario Picchi e di padre Carmelo di Giovanni della Chiesa di San Pietro, a nord di Londra), per presentare e commentare insieme un nostro opuscolo sulla situazione degli italiani tossicodipendenti nel Regno Unito, da cui si evinceva che il problema era poco noto, e quel poco che si sapeva era solo la punta di un iceberg. Abbiamo anche fatto un ritratto delle generazioni più anziane dei nostri connazionali, mettendo in luce un dato assai importante: la nostra comunità in Gran Bretagna sta invecchiando, e le nuove generazioni preferiscono integrarsi in comunità virtuali piuttosto che nella comunità nel senso più tradizionale del termine».
Padre Giandomenico sottolinea che «questo si osserva anche a messa: oggi le comunità portoghesi e filippine sono quelle di più recente immigrazione, mentre la comunità italiana si riduce alla prima generazione. Le seconde generazioni di italiani sono integrate nella chiesa cattolica inglese oppure hanno smesso di frequentare. A Londra c’è anche il problema del sincretismo religioso che coinvolge tanti giovani: è proprio per questo che la presenza della nostra missione non solo cerca di celebrare nella rispettiva lingua della comunità, ma anche di offrire una corretta formazione spirituale». Allo stesso modo, l’aggregazione di portoghesi e filippini ha permesso di coltivare il concetto di «comunità allargata», aperta non solo agli italiani ma anche alle altre nazionalità: sia presso il Centro scalabriniano con varie attività ricreative, sia sul giornale con sezioni in portoghese e filippino».
La Chiesa va al passo con i tempi, e affida l’arduo compito di mantenere viva la tradizione cattolica a giovani paladini della fede che si affermano su un campo difficilissimo come quello di una grande capitale cosmopolita tramite strumenti pacifici e altrettanto efficaci: il giornale, la comunità aperta, le fiaccolate, il catechismo, gli incontri con gli anziani, ecc. Per un sacerdote scopertosi giornalista, la sfida non potrebbe essere più stimolante: un compito cui padre Giandomenico ha risposto con entusiasmo e coraggio.