QUEL VENERDÌ 17...
L";Italia attende dal governo Prodi, che ha visto la luce venerdì 17 maggio, risposte serie e inequivocabili alle emergenze del paese, prima che la nazione rischi una regressione non solo economica ma anche civile.
La situazione delle patrie finanze che vantano un debito superiore ai due milioni di miliardi, richiede tagli irrinunciabili alla spesa pubblica, purché non si impongano ulteriori sacrifici a chi gode di assistenza e previdenza non per lusso ma per diritto o necessità , e certo non penalizzando ancora una volta i lavoratori a reddito fisso o i pensionati. Ciò non significa aumentare conseguentemente la pressione fiscale sui ceti più produttivi, comunque già elevata rispetto agli standard di altri paesi occidentali; anzi occorre favorirne la competitività e lo sviluppo, tenendo conto delle diverse peculiarità regionali. Il fatto che l";Italia viaggi a velocità diverse, significa che ormai occorre ripensare in modo «federale» l";economia, lo sviluppo e i pubblici servizi.
Nella sua azione di governo, il presidente Prodi non potrà dimenticare l";enorme risorsa del made in Italy. Occorrerà puntare sull";export, come sulla crescita dei consumi interni, sull";internazionalizzazione della cultura italiana. Senza dimenticare che per conquistare nuovi mercati commerciali e culturali, occorrerà attingere a quel meraviglioso serbatoio di competenze e professionalità che ha, in milioni di italiani all";estero, i più efficienti e rappresentativi ambasciatori dell";Italia nel mondo.