Questione di relazioni

Non ha senso chiedere alle nuove generazioni il rispetto dell’ambiente, se l’educazione e le leggi non le aiutano prima a rispettare se stesse. C’è un’«ecologia umana» da proporre, perché un’ecologia ambientale risulti efficace.
28 Novembre 2012 | di

«La terra è sempre più inabitabile perché l’uomo la sta distruggendo». «Allarme pianeta terra: bilancio delle risorse rinnovabili in rosso». Ogni giorno dai mass media ci giungono allarmi di questo tipo. Del resto già quindici anni fa lo stesso beato Giovanni Paolo II, intervenendo a un convegno sull’ambiente, aveva detto: «L’ambiente come risorsa rischia di minacciare l’ambiente come casa». In questa affermazione, tanto forte quanto profonda, sta l’alternativa tra una concezione dell’ambiente come proprietà assoluta dell’uomo, a cui rapportarsi secondo una logica predatoria perché di dominio, e una concezione dell’ambiente come crea­to, dono di Dio affidato all’uomo perché, lavorandolo, lo custodisca in vista della sua trasformazione-compimento definitivo, quei «cieli nuovi e terra nuova» di cui ci parla l’Apocalisse.

L’aut-aut, infatti, non è tanto tra il mettere al centro l’uomo sacrificando l’ambiente o il mettere al centro l’ambiente, fin quasi a sacralizzarlo, sacrificando il primato dell’uomo. Così facendo si rischia di passare da un estremo ingiusto – quello di uno sfruttamento dissennato delle risorse della terra – a un altro non meno ingiusto, arrivando a rivendicare pari diritto per ogni forma di vita: quella delle piante e degli animali, come quella dell’uomo. Purtroppo la vita quotidiana ci dice che oggi certi animali sono più protetti e difesi di molti uomini, nati e non nati.
 
Anzitutto occorre sfatare alcuni luoghi comuni che circolano come dogmi. Per esempio, che ci sia una relazione di causa-effetto tra l’aumento della popolazione e la fame. Non è affatto vero. Basterebbe considerare l’enorme spreco di cibo che noi abitanti del cosiddetto Primo Mondo ci permettiamo o la vergognosa distruzione di derrate alimentari in funzione del profitto economico. Si tratta quindi di «contrastare soprattutto l’egoismo, che consente alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali, per cui il cibo viene considerato alla stregua di tutte le altre merci», come ha affermato con forza Benedetto XVI intervenendo al Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare. Proprio questa riduzione del cibo a merce, a bene di consumo da fruire individualmente, appiattisce lo spessore umano del bisogno primario di alimentarsi, che è invece sempre intrecciato con il bisogno di legame, di convivialità, di ospitalità. Così come è una contraddizione chiedere alle nuove generazioni il rispetto dell’ambiente naturale, quando l’educazione e le leggi non le aiutano a rispettare se stesse. C’è dunque un’«ecologia umana» da proporre, perché un’ecologia ambientale risulti efficace.
 
Occorre educare a un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita – scrive ancora papa Benedetto nella Caritas in veritate – «nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti». Non è certo un caso che nella Bibbia l’ambiente in cui i nostri progenitori vengono creati sia rappresentato da un giardino (in greco paràdeisos), un luogo di bellezza in cui i rapporti costitutivi dell’uomo – con se stesso, con tutti gli altri esseri e con Dio – sono armoniosi. Non solo, ma lo stesso ambiente è creato per l’uomo che, chiamato a custodirlo e a coltivarlo (Gn 2,15), è anche investito del compito di assegnare un nome agli esseri viventi (Gn 2,19). Una «signorìa» dunque, quella dell’uomo, non posseduta in proprio, ma ricevuta da Dio, di cui egli dovrà rendere conto. Come ho già avuto occasione di ricordarvi, l’uomo non è una monade isolata, ma un io in relazione. È chiamato a rispondere a un altro, con la maiuscola e con la minuscola, per realizzare la sua libertà. E anche, nel nostro caso, per salvare l’ambiente.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017