Qui l'Italia fa tendenza
Parigi non è solo una splendida metropoli ma un centro culturale che ha saputo accogliere l";ingegno e la creatività di uomini e donne provenienti da ogni Paese del mondo. Della presenza dell";italianità nella capitale francese ho parlato con l";avvocato Paolo Garofalo, console generale d";Italia a Parigi, che mi ha accolto nella sua prestigiosa sede consolare.
Msa. Quanti sono gli italiani residenti nella circoscrizione del Consolato e com";è andata evolvendosi la presenza degli italiani?
Garofalo. La circoscrizione del consolato italiano di Parigi è molto ampia perché comprende la Normandia, la Bretagna e, da tempi più recenti, anche la circoscrizione di Digione. Tenendo presente l";accordo italo-francese sulla doppia nazionalità , fenomeno questo in continua crescita, riteniamo che la collettività italiana nella circoscrizione annoveri circa 150 mila persone. La nostra emigrazione ha conosciuto varie fasi. Nei primi anni del Novecento, sono venuti soprattutto dal Piemonte e dal Friuli; un altro flusso notevole d";italiani è stato registrato tra le due guerre mondiali e, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, negli anni Cinquanta-Sessanta. Io fui a Parigi, in qualità di Console Aggiunto, dal 1972 al 1975, quando gli ultimi flussi migratori andavano lentamente decrescendo. Oggi c";è un";emigrazione diversa, di livello qualificato. Mentre prima venivano in Francia in cerca di un lavoro non specifico e non qualificato, oggi arrivano per motivi di studio, per impiegarsi in banche e in società industriali. Grazie all";Unione europea, sono molti gli italiani che si inseriscono con le loro libere professioni.
Che ruolo ha il consolato nella tutela degli interessi degli italiani residenti nella circoscrizione?
Il consolato ha varie competenze: innanzitutto quella tradizionale riguardante le pratiche per il rilascio di passaporti o altri documenti, e quella rivolto ai lavoratori, soprattutto se anziani e in stato di bisogno. Il consolato è però un punto di riferimento anche per i tanti turisti italiani che ogni anno visitano Parigi, per casi di perdita di documenti o di furti. A causa dell";invecchiamento della nostra comunità , è abbastanza crescente l";attività per le pensioni, mentre sono nuove alcune iniziative estese ai settori della cultura e dell";economia. L";auspicio di sviluppare queste attività d";immagine è emerso durante la prima Conferenza dei Consoli italiani nel mondo, che ha avuto luogo nel dicembre scorso a Roma. In questo contesto, anche nella sede del consolato di Parigi abbiamo organizzato delle iniziative in campo culturale, in accordo con altri enti, come l";Enit, o con province e regioni italiane. Nel gennaio scorso abbiamo presentato l";"anno verdiano", con la partecipazione del sindaco di Parma, di Busseto e con l";assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna. Un gruppo musicale del Teatro Regio di Parma ha eseguito un concerto da camera con musiche di Verdi, che ha visto un grande afflusso di pubblico. In altri due incontri abbiamo presentato il programma estivo dell";Arena di Verona, la cui attività operistica è consolidata da molti anni ma poco frequentata dai francesi, e una manifestazione della Regione Calabria, in modo particolare della Provincia di Reggio, ai fini di promuovere il turismo verso le sue bellezze artistiche e naturali.
Che cosa viene fatto per promuovere lo studio della lingua e della cultura italiana? Esistono corsi a livello scolastico e universitario?
Innanzitutto a Parigi sono attivi un Liceo, una Scuola media ed elementare, in un immobile di proprietà dello Stato italiano, e una sezione italiana del Liceo internazionale di Saint Germain des Prés, frequentato da italiani ma anche da stranieri. Cerchiamo di promuovere lo studio della lingua e della cultura italiana non solo per i figli dei nostri connazionali ma anche per i giovani francesi. Siamo in trattativa perché l";italiano venga inserito nell";ordinamento scolastico delle scuole e dei licei francesi. A tale scopo recentemente ho avuto un incontro con il provveditore agli studi di Digione, per promuovere anche in quel territorio, l";insegnamento della nostra lingua.
Come si manifesta l";italianità a Parigi?
Oltre alla presenza della cultura, trovano accoglienza tante altre attività . L";Italia è presente e apprezzata a Parigi e in tutta la Francia per la moda e per il made in Italy. Passeggiando lungo i boulevard parigini si rimane colpiti dalla varietà e dalla ricchezza di negozi, boutique e ristoranti italiani. Noto con piacere che i francesi incominciamo ad apprezzare anche i nostri vini. Ultimamente molte sono le banche e le società italiane che hanno aperto a Parigi le loro filiali. Tanti connazionali, venuti un tempo come emigranti ma distintisi per la loro tenacia e laboriosità , sono divenuti imprenditori industriali e commerciali. Come console generale d";Italia, ho ricevuto diversi inviti a vernissage di boutique, ristoranti e negozi italiani. Sono molti, infine, gli artisti che espongono nella capitale e in altre città francesi.
C";è ancora il desiderio di riscoprire le radici italiane?
Ho potuto percepire questo desiderio nelle persone di nazionalità francese ma discendenti di emigrati italiani venuti tra le due guerre. Frequentano corsi per imparare la lingua italiana, incontri culturali durante i quali si proiettano film di registi italiani e manifestano con fierezza il loro legame con l";Italia, che cercano di conoscere sempre di più in occasione di viaggi o vacanze nel nostro Paese.
Le associazioni italiane hanno ancora una prospettiva ?
Le associazioni regionali continuano ad organizzare le loro attività , e in occasione delle loro riunioni, spesso mi invitano. Tra gli ultimi incontri a cui ho partecipato, ricordo le manifestazioni di Orleans e di Caen, in Normandia, dove l";università locale aveva organizzato un simposio e una bellissima esposizione fotografica sul tema: "Il contributo dell";emigrazione italiana allo sviluppo economico della Bassa Normandia". Oltre alle vecchie lettere scritte dai nostri emigrati, la mostra presentava una ricca documentazione sugli immobili costruiti dai nostri connazionali, che anche in quella regione lavoravano soprattutto nell";edilizia.
I giovani, figli o discendenti di italiani, dimostrano qualche interesse per la lingua e la cultura italiana?
Le nuove generazioni di origine italiana, nate in Francia, sono cresciute e si sono bene inserite nella realtà locale. Sentendosi in Francia come a casa loro e non nutrendo alcun sentimento di estraneità , riservano un";attenzione marginale all";uso della lingua italiana. Quando ho l";occasione di incontrarli, io li sollecito a non perdere valori e caratteristiche della loro identità originaria; dico loro che l";italiano non deve essere considerato solo una lingua di cultura ma, dato che l";Italia è il secondo partner della Francia, costituisce una possibilità in più per trovare un";occupazione presso le banche o le industrie italiane e francesi che cercano, a volte con difficoltà , personale bilingue di ottimo livello. Lo studio dell";italiano non è quindi solo un desiderio legato alla ricerca delle proprie radici, ma è un investimento che può aprire strade interessanti anche dal punto di vista economico-lavorativo.
Il fatto che la Francia e l";Italia appartengano all";Unione europea favorirà gli interessi e i rapporti tra i due Paesi e in quali ambiti?
La loro appartenenza all";Unione europea comporta delle facilitazioni in tanti settori, come quello della libera circolazione, e incentiverà sempre più i rapporti e gli scambi. Non ci sono solo molti italiani che vanno a lavorare in Francia, ma anche molti francesi che si recano per lo stesso scopo in Italia. C";è una facilità d";esercizio delle proprie attività che prima non c";era, anche nelle professioni liberali.