Radicati e fondati in Cristo
In questi ultimi mesi più volte mi sono trovato a riflettere sul rapporto tra «fede e nuove generazioni». La prima occasione di riflessione mi è stata offerta dal confronto con alcuni giovani che hanno partecipato, nella notte tra il 28 e il 29 maggio scorso, al «Cammino di sant’Antonio», il pellegrinaggio a piedi lungo i 25 chilometri che dividono il santuario di Camposampiero dalla Basilica del Santo a Padova, vale a dire il percorso compiuto in parte da sant’Antonio morente. Il secondo evento è stato il raduno, domenica 29 maggio, di 25 mila giovani nello stadio di Düsseldorf, chiamati da Kiko Argüllo, iniziatore del Cammino Neocatecumenale. Il terzo momento, infine, è stato l’incontro dei membri del Rinnovamento dello Spirito, a Rimini, nei primi giorni di giugno, nel corso del quale grande attenzione è stata data proprio alla formazione spirituale delle nuove generazioni. Tutti appuntamenti, questi appena ricordati, che precedono la «Giornata Mondiale della Gioventù» (Gmg), la quale richiamerà a Madrid, dal 16 al 21 agosto, folle di giovani invitati a riscoprire Gesù Cristo e porre così solide basi alla loro vita.
L’iniziativa della Gmg è legata a un’intuizione profetica di Giovanni Paolo II che, sin dagli anni ’80, volle scommettere sui giovani. Un’eredità raccolta da Benedetto XVI, il quale in più occasioni ha rivolto ai giovani l’invito a vivere, uniti a lui, l’incontro di Madrid come dono di fede e opportunità per recuperare lo spirito cristiano di missionarietà. «Voi siete il futuro della società e della Chiesa» ha scritto Benedetto XVI nel suo Messaggio per questa Giornata dal titolo «Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede». E ha poi continuato: «Vorrei che tutti i giovani, sia coloro che condividono la nostra fede in Gesù Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi o non credono in Lui, potessero vivere questa esperienza». All’invito hanno già risposto più di 400 mila ragazzi e ragazze di 182 Paesi del mondo (100 mila dall’Italia) e circa un milione dalla sola Spagna. A Madrid, come già accaduto nelle altre Giornate Mondiali, i giovani potranno approfondire la loro fede, partecipare a momenti di preghiera e di condivisione, confrontarsi con le esperienze di vita di coetanei d’ogni continente. Per tutti sarà un’occasione di crescita d’identità. Molti adulti che hanno avuto la possibilità di partecipare da ragazzi a qualche edizione della Gmg, infatti, ricordano ancora oggi con nostalgia e immenso piacere i giorni trascorsi in compagnia di moltissimi coetanei di tutto il mondo: sono stati momenti decisivi per la loro adesione a Cristo e alla Chiesa, ed esperienze davvero formative per la loro vita.
Tanti sono i frutti significativi delle Giornate mondiali: vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata; conoscenze tra ragazzi e ragazze maturate poi in rapporti d’amicizia e d’affetto e in matrimoni; vere conversioni che hanno rivoluzionato le vite. Benedetto XVI, nel suo messaggio per questa Giornata Mondiale della Gioventù, ha sottolineato il bisogno di andare alle sorgenti delle grandi aspirazioni dei giovani. Secondo il Pontefice essi sentono, infatti, «il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà. Molti manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale sicurezza, che posano garantire un futuro sereno e felice». È un messaggio di speranza in un momento in cui, soprattutto nei Paesi europei, il futuro di molti giovani è sempre più incerto; ma nello stesso tempo è un invito ai ragazzi e alle ragazze a essere «radicati e fondati in Cristo» proprio in un momento in cui il mondo è sempre più immerso in una sorta di «eclissi di Dio» e in una cultura opposta al messaggio cristiano.