Remake per Montréal

La neonata metropoli vuole essere il crocevia culturale ed economico del Canada. Tra i protagonisti della rinascita anche Frank Zampino, capo del Consiglio esecutivo.
05 Gennaio 2002 | di

 Montréal

Dal primo gennaio 2002 Montreal cesserà  di essere «una città  come le altre» per diventare, insieme a Toronto, una delle due grandi metropoli del Canada. Ciò è stato possibile in virtù della fusione della città  originaria che contava circa un milione di abitanti con altre 27 municipalità  dislocate nel territorio limitrofo le quali, tutte assieme, contano oltre 800 mila abitanti. In totale avremo una città  di circa due milioni di abitanti.

Questa fusione, imposta dal governo provinciale del Quebec, non ha avuto una facile gestazione perché le municipalità  a cui la fusione era stata imposta esistevano da molti anni, vantavano una loro storia di tutto riguardo, e avevano raggiunto una grande autonomia amministrativa con servizi superiori a quelli della stessa Montréal.

Montréal, oltre ad essere una città  è anche un";isola, la più grande di un arcipelago di piccole isole bagnate dalle acque del fiume Saint Laurent, del cui territorio facevano parte anche le altre 27 municipalità . Su questa isola vive anche la comunità  italiana forte di circa 300 mila persone disseminate in vari quartieri e municipalità . E la comunità  italiana partecipa attivamente, con le sue chiese, la Casa d";Italia, Il Centro Leonardo Da Vinci e diverse altre istituzioni e associazioni, alla vita cittadina. Questa è la ragione per cui, al momento delle elezioni per il nuovo sindaco e per la nuova amministrazione comunale, troviamo italiani che fanno parte degli opposti schieramenti.

Al momento delle elezioni gli schieramenti principali in campo erano due: il Partito Vision-Montréal, guidato dal sindaco uscente Pierre Bourque che aveva fatto suo il motto «Un";isola, una città Â»; e l";Unione dei Cittadini dell";Isola di Montréal, guidato dall";economista Gerald Tremblay, ex-ministro dell";Industria e del commercio nel governo liberale di Robert Bourassa.

Bourque ha guidato l";amministrazione comunale della città  negli ultimi sette anni e, influenzato dalla politica del governo separatista della Provincia di Quebec, ha governato praticamente senza governare perché la città , da quando i separatisti sono al potere, ha perso colpi su colpi a beneficio soprattutto di Toronto che, oltretutto, ha tolto a Montréal il titolo di metropoli del Canada.

Gerald Tremblay, sin dal momento in cui, con un piccolo gruppetto di sostenitori, si è affacciato alla ribalta della politica montrealese, ha cominciato a raccogliere simpatie soprattutto tra le popolazioni delle 27 municipalità  periferiche dell";isola che avevano dovuto subire la fusione. Egli si era presentato alle elezioni con un gruppo di uomini nuovi che avevano una certa esperienza amministrativa perché parecchi di loro erano stati sindaci delle cittadine costrette a fondersi e, con l";aiuto di questi uomini, è riuscito a sbaragliare la marea crescente del sindaco Bourque vincendo clamorosamente le elezioni con una confortevole maggioranza, sorprendendo tutti, capovolgendo persino i sondaggi dell";ultima ora che davano il sindaco Bourque per vincitore. Infatti è riuscito a far eleggere 41 consiglieri su un totale di 72.

A questa vittoria hanno contribuito massicciamente anche gli italiani. Tra i candidati dei due partiti, 5 consiglieri comunali e 4 consiglieri di quartiere sono stati eletti con l";Unione dei Cittadini dell";isola di Montréal di Tremblay, e 3 consiglieri d";origine italiana con l";opposizione che sarà  capitanata dall";ex sindaco Bourque. Tra essi segnaliamo l";ex-sindaco di St. Leonard, Frank Zampino, che è stato eletto presidente del Consiglio Esecutivo della città . Insieme a lui sono stati eletti a St. Leonard, Domenico Perri, Yvette Bissonnet, Robert Zampito e Mario Battista. È stato eletto, per lo stesso partito, l";onorevole Cosmo Maciocia che lascia la politica provinciale per la politica della nuova città .

Uomini nuovi per una città  nuova. E di questi Montréal aveva veramente bisogno. Dal tempo del sindaco Drapeau, quando aveva raggiunto l";apice della sua grandezza, la città , in virtù di una politica cieca e rinunciataria, è andata man mano decadendo. Ora la città  deve rinascere. Montréal, città  cosmopolita, con i suoi due milioni di abitanti, crocevia di due grandi culture, quella francese e quella inglese, rappresenta una grande porta aperta del mondo nord-americano sull";Europa.

 

 

 

Intervista a Frank Zampino, neo presidente del Consiglio esecutivo della città 

 

«Nel corso dei primi cento giorni di governo "; dice Zampino "; faremo una vasta consultazione popolare per sapere dai cittadini quali sono le priorità  che devono essere prese in considerazione dalla nuova amministrazione».

Msa. Oggi quali sono le vostre maggiori preoccupazioni?

Zampino. Le nostre preoccupazioni sono le stesse dei cittadini che abitano sull";isola: salvaguardare i vantaggi acquisiti dalle varie municipalità  che sono diventate «arrondissementes» ossia quartieri della nuova metropoli, garantire la loro continuità  per il futuro, e fare in modo che tutta la città  possa usufruire di servizi migliori di quelli attuali: certamente ci muoveremo nell";ambito della legge 170 che sancisce la costituzione della nuova città .

Ma ci sono problemi come quello delle tasse molto alte.

Su questo, oggi, non possiamo fare pronostici ma il nostro partito ha fatto eleggere degli amministratori di provata esperienza che sono arrivati dalle città  limitrofe e i quali, senza dubbio, affronteranno questo problema con molta attenzione. Possiamo dire che occorre consolidare e snellire certi dipartimenti, renderli più efficienti ed eliminare gli sprechi.

Si è parlato, durante il periodo elettorale, della rinascita di Montréal come entità  economica sia sul piano nazionale che sul piano internazionale. Quali sono gli obiettivi?

Montréal può rinascere solo se riusciamo a raddrizzare la sua economia, e per fare questo occorrono molti investimenti. Il nostro è l";unico partito che ha già  dei piani d";investimento in tutti i settori. Incoraggeremo tutti coloro, canadesi e stranieri, che vorranno venire a investire a Montréal. Certo non possiamo farlo da soli ma occorrono gli aiuti del governo provinciale e del governo federale. Noi prevediamo un investimento di 3 miliardi e mezzo di dollari nei prossimi tre anni i quali, secondo i nostri calcoli, daranno una resa del 58%.

Come membro della comunità  italiana di Montréal, come si sente ad assumere le responsabilità  amministrative di questa nuova metropoli?

Sono orgoglioso di servire i cittadini della nuova Montréal. E come italiano sono altrettanto orgoglioso di aver conquistato la fiducia dei cittadini di San Leonard dove vivono molti italiani che mi hanno rieletto insieme a tutto il mio gruppo. Questa è una dimostrazione che la nostra passata gestione ha avuto successo.

 

Montréal è nata in Sicilia

 

Pochi sanno che il nome della città  di Montréal ha un";origine italiana. Questa scoperta è stata fatta nel 1723 dal presidente dell";Accademia di Francia, professor Hénaut, ma è stata resa nota solo pochi anni fa. Nel 1985, in occasione del 450° anniversario della nascita della città , padre Camillo Menchini, ex parroco della chiesa italiana Madonna della Difesa, che si trova nel quartiere Mile-end della città , ha pubblicato un libro dal titolo: Montréal e il suo certificato di nascita nel quale, servendosi di documenti del Biggar e di C. B. Ramusio, ha ricostruito il secondo viaggio di Jaques Cartier avvenuto nel 1535. Il navigatore francese giunse sulle coste dell";attuale Canada 38 anni dopo la scoperta di Giovanni Caboto e ridiscese il fiume St. Laurent per scoprire nuove terre.

Ma facciamo un passo indietro. Jean Le Venneur era un vescovo di Santa Romana Chiesa, intimo del re di Francia, Francesco I, e a sua volta amico intimo del cardinale Ippolito de"; Medici, nipote di papa Clemente VII. Il cardinale Ippolito de"; Medici era arcivescovo di Monreale, una cittadina della Sicilia che ancora oggi porta questo stesso nome. Egli, oltre ad essere un porporato era un intraprendente uomo politico, ed era di casa alla corte di Francesco I. Era intervenuto in più occasioni presso il papa suo zio, su importanti decisioni a favore della Francia. E lo studio sulla famiglia Le Venneur, così conclude: «Fu per ringraziare il cardinale de"; Medici per il suo benefico intervento presso il papa, e su domanda di Jean Le Venneur, che il re, Francesco I, prescrisse a Jacques Cartier di dare il nome Monreal, di cui il cardinale Ippolito era arcivescovo, ad un luogo da scegliere sulle terre che egli avrebbe scoperto nella Nuova Francia. Jacques Cartier dette questo nome non solo alla montagna ma a tutta l";isola di Hochelaga ossia l";attuale isola di Montréal».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017