Resoconto 2018: a chi è arrivata la vostra solidarietà
80 progetti in 32 Paesi del mondo, per un totale di oltre 1 milione 660 mila euro. Questi i numeri del resoconto 2018 di Caritas Antoniana, l’opera di solidarietà in nome di sant’Antonio sostenuta dai lettori e dagli amici del Santo.
«Al cuore della nostra solidarietà – spiega fra Valentino Maragno, direttore di Caritas Antoniana –, ci sono principalmente tre soggetti: i bambini, i giovani e le comunità, che vivono soprattutto in due ambienti di emarginazione: le periferie delle grandi metropoli e le zone rurali isolate dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina».
Di fatto, i Paesi in cui Caritas Antoniana è stata più presente sono la Repubblica Democratica del Congo e l’India, e, complessivamente, il 60 per cento dei progetti è stato realizzato in Africa.
I beneficiari diretti quest’anno hanno superato il milione e 200 mila, grazie ad alcuni progetti sanitari di forte impatto, che hanno migliorato nettamente la sopravvivenza e la possibilità di curarsi della popolazione, in zone carenti di dispensari e ospedali.
Le aree di progetto
Confermate le classiche aree di progetto, che anche quest’anno hanno riguardato soprattutto cinque comparti: la scuola e la formazione, la salute e l’igiene, la promozione umana, la casa e l’accesso all’acqua. I progetti scolastici e di formazione sono di vario tipo: dalla costruzione di aule al consolidamento degli edifici, alle attrezzature per la mensa. Nel comparto salute/igiene aumentano le richieste di bagni per gli edifici comunitari e di attrezzature specialistiche per sale operatorie e ambulatori. I progetti di promozione umana mirano, invece, a migliorare le condizioni di vita e di sostentamento delle piccole comunità rurali e vanno dai centri di professionalizzazione alle sale comunitarie, alle attrezzature condivise come il mulino del villaggio.
L’accesso alla casa ha avuto nel 2018 un posto di rilievo, grazie al progetto del 13 giugno, realizzato in Ecuador in occasione della festa del Santo, a favore delle famiglie dei campesinos della foresta, nuclei di contadini isolati e poverissimi che hanno spesso uno o più membri portatori di gravi disabilità fisiche e mentali. Pozzi, cisterne e reti idriche sono l’ultimo importante impegno sempre presente nell’agenda di Caritas Antoniana: «Bere acqua buona è il primo passo per evitare malattie e morti – afferma fra Valentino –. Non solo, avere l’acqua a portata di mano significa spesso permettere ai bambini, e in particolare alle bambine, di andare a scuola, in quanto in molti villaggi sono proprio i più piccoli ad avere il compito di procurare l’acqua, a costo di camminare per chilometri e passare la giornata a cercarla».
Le realizzazioni più richieste
Il progetto più richiesto è la costruzione di edifici. Non solo scuole e case per famiglie bisognose, ma anche dispensari, dormitori, reparti di ospedale. «I luoghi in cui operiamo soffrono di carenza o assenza di infrastrutture minime. Costruire un edificio è un impegno gravoso sia dal punto di vista dei costi che della logistica. Non è facile trovare maestranze e materiali, né trasportare macchinari in zone prive di strade. Per questo la richiesta di costruzioni occupa un posto tanto importante e diventa una leva essenziale di sviluppo».
Anche quest’anno la maggior parte delle realizzazioni (67 per cento) sono microprogetti sotto i 20 mila euro, confermando l’impegno di Caritas Antoniana di sostenere uno sviluppo fatto a piccoli passi, insieme alla gente del luogo e alla Chiesa locale.
Gli obiettivi per il 2019
Nel prossimo futuro Caritas Antoniana si propone obiettivi ambiziosi: «Lavorare maggiormente con le missioni di suore locali che si sono dimostrate le più attive e in prima linea nelle periferie più abbandonate ed emarginate del nostro Pianeta – afferma fra Valentino –. L’altro grande obiettivo è farsi carico di una categoria di poveri per i quali non esiste alcuna assistenza: le persone che soffrono di malattie mentali invalidanti. Stiamo pensando a progetti in Togo, Romania e Albania. L’ultima frontiera è collegarsi al prossimo Sinodo panamazzonico, convocato da papa Francesco per l’ottobre del 2019». L’incontro dei vescovi che operano a contatto con la grande foresta, polmone del mondo, e con il suo popolo è un invito per tutta la Chiesa a trovare, come suggerisce il tema del Sinodo, nuovi cammini per un’ecologia integrale. «Abbiamo l’onore e l’onere di avere alcuni dei nostri frati che operano nella zona amazzonica – conclude fra Valentino –, faremo fruttare queste esperienze a favore di nostra madre terra e per il bene di popoli dimenticati. Vi ringraziamo per l’aiuto e il sostegno che costantemente ci date. Senza di voi la solidarietà in nome di sant’Antonio e san Francesco non sarebbe possibile».
Il bilancio completo è pubblicato sul numero di febbraio 2019 del Messaggero di sant'Antonio e sul sito di Caritas Antoniana.