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Dalla Conferenza di Roma è emersa una nuova politica di sostegno agli italiani nel mondo e nuovi ruoli per Regioni, Cgie e Comites.
02 Maggio 2002 | di

Roma

A conclusione della Conferenza che si è svolta, nei giorni 18-20 marzo a Roma, presso la Farnesina, ho potuto intervistare il ministro plenipotenziario Carlo Marsili, direttore generale per gli Italiani all";Estero e le Politiche Migratorie.

Msa. Quali sono stati i punti cardine affrontati dalla Conferenza?

Marsili. La Conferenza si è contraddistinta per aver messo insieme i rappresentanti dello Stato e del Consiglio generale degli italiani all";estero, Cgie "; che già  s";incontravano "; con quelli delle Regioni e delle Province autonome, con un inserimento a pieno titolo nel processo di decisione e di coordinamento delle politiche a favore degli italiani all";estero. Resta naturalmente la priorità  del ruolo del Ministero degli Esteri, ma questo oggi comprende e ingloba l";attività  di coordinamento che, a sua volta, farà  capo al ministro degli Italiani nel mondo, alle Regioni e alle Province autonome d";intesa strettissima con il Cgie. Il coordinamento sarà  effettuato da un gruppo composto da 21 rappresentanti "; 7 dello Stato, 7 delle Regioni e 7 del Cgie "; che dovrà  farsi carico delle attività  del nuovo organismo e dei seguiti operativi della Conferenza.

Dalla Conferenza si possono gettare le basi per una nuova politica di sostegno agli italiani nel mondo?

Direi senz";altro di sì perché la politica di sostegno agli italiani nel mondo ha avuto, nel recente passato, un impulso forte grazie a un";intesa profonda e completa tra la Direzione generale degli Italiani all";estero e il Cgie: un";intesa riconosciuta da entrambe le parti. Con questo impulso si è poi verificato un ulteriore salto di qualità  con la nomina del ministro per gli Italiani nel mondo, avvenuta nel luglio scorso, che agisce in stretta sinergia con il Ministero degli Esteri. Ora si aggiunge un terzo salto di qualità : l";inserimento delle Regioni in questo processo di sostegno alle attività  e quanto riguarda gli italiani nel mondo.

Quali sono gli obiettivi prioritari che attendono di essere attuati?

Sono molti e ambiziosi. Dopo l";approvazione del voto in loco, il primo è il regolamento attuativo sulle modalità  del voto. Questo, però, richiede il rafforzamento della rete consolare e l";aggiornamento delle sue strutture, per facilitare il ruolo dei consoli che saranno i protagonisti del voto in loco. Alla base della legge sul voto in loco c";è l";esigenza assoluta, sul piano legislativo e pratico, di riordinare le anagrafi dei cittadini italiani all";estero, tuttora incomplete e non soddisfacenti. Ciò evidenzia un";altra priorità : non possiamo pensare a una politica incisiva per gli italiani all";estero se ci dimentichiamo di fare uno sforzo maggiore per promuovere la lingua e la cultura italiana nel mondo. Senza tale impegno perdiamo il contatto con i cittadini italiani all";estero e soprattutto con i loro discendenti. C";è poi l";aspetto economico. Siamo tutti convinti che i connazionali all";estero siano una risorsa economica, ma questa va sviluppata in sinergia con gli italiani in Italia per creare un business tra le due Italie. Un altro obiettivo è lo studio della nuova emigrazione per individuare quali e quanti siano gli scienziati e i ricercatori italiani all";estero, per metterli in contatto con i centri d";eccellenza in Italia. A questo proposito, nel prossimo ottobre, organizzeremo a Roma un grande convegno per gli scienziati italiani all";estero, voluto dal ministro Tremaglia. Ci sono altri obiettivi che vanno messi in evidenza: il primo è la creazione di un osservatorio delle donne italiane all";estero, per il quale ho avuto dei contatti con tutte le donne membri del Cgie e con alcune parlamentari di tutte le forze politiche interessate a dare una veste nuova alla partecipazione femminile alla politica degli italiani all";estero; un altro obiettivo è rivolto ai giovani. Infine, ricordo la legge di riforma dei Comites e del Cgie, dal momento che il prossimo anno avremo le elezioni di questi due organismi.

Come rafforzare i rapporti delle Regioni con i ministeri, il Cgie, i Comites e le associazioni italiane nel mondo?

Questo è un lavoro che ora spetta al Gruppo di Coordinamento formato dalla Conferenza. Finora i rapporti, saltuari e certamente non organici, avvenivano tra Cgie e Comites con i consoli, le ambasciate e la nostra Direzione generale. Ora, invece, il rapporto è rafforzato e allargato alle Regioni e alle altre istituzioni, in un dialogo organico. Quando, però, mi riferisco al Cgie e ai Comites non voglio trascurare il mondo delle associazioni italiane, importantissime e non sempre valorizzate. Le associazioni entrano a pieno titolo in questo dialogo rafforzato attraverso una cabina di regia, proprio per valorizzare concretamente questa crescita d";interesse e queste iniziative che le Regioni intendono adottare e perseguire in modo sempre più organico nei confronti delle nostre comunità .

Dagli interventi della Conferenza è emerso il nuovo ruolo del Cgie e dei Comites?

L";assemblea generale del Cgie ha già  dato le indicazioni finali e conclusive sugli emendamenti del nuovo disegno di legge sui Comites, recependo le loro richieste. Su questo avrà  l";impegno massimo sia da parte della Direzione generale degli Italiani all";estero, del Ministero degli Esteri, così come del ministro per gli Italiani nel mondo. Il nuovo ruolo del Cgie è invece legato alla legge sul voto in loco che prevede l";ingresso in Parlamento di 12 deputati e 6 senatori, eletti dalle nostre collettività  all";estero. Il Cgie dovrà  avere il ruolo di continuo supporto nell";azione di questi parlamentari e di raccordo con le comunità  di base, soprattutto con i Comites e le associazioni. In questo senso, mi auguro che la nuova legge di riforma mantenga il voto d";elezione del Cgie attraverso i Comites, altrimenti si verrebbe a perdere il contatto con i Comites e le associazioni, e si creerebbe in qualche modo un doppione dei parlamentari.

Sarà  possibile promuovere una maggiore partecipazione delle nuove generazioni all";estero e progetti di interscambio con i loro coetanei residenti in Italia?

Questo è un obiettivo importante e dovrà  essere possibile con l";intervento delle Regioni. Gli interscambi tra i giovani italiani all";estero e i loro coetanei residenti nella penisola possono trovare nell";azione dello Stato un supporto, ma i mezzi sono limitati. Mentre le Regioni, che hanno maggiori disponibilità  finanziarie, hanno il compito di promuovere, direttamente o in collegamento con le università  e il mondo accademico, interscambi tra le giovani generazioni. Un approfondimento generale su questo tema lo faremo nella Conferenza mondiale dei giovani italiani, programmata per il 2003.

Qual è il suo pensiero sui media d";emigrazione e sull";informazione di «andata e ritorno»?

Il tema del rapporto con i media d";emigrazione è d";importanza fondamentale. Ce ne siamo accorti l";anno scorso nei due convegni organizzati qui alla Farnesina: uno con Rai International, per approfondire «come» l";emittente deve operare per rispondere alle attese e agli elementi d";insoddisfazione espressi dalle comunità  italiane; l";altro per porre in attento confronto Rai International e altre Tv italiane con emittenti europee coinvolte dal fenomeno migratorio. Il tema, poi, dell";informazione di ritorno, è un obiettivo del programma del ministro Tremaglia: gli italiani devono conoscere cosa fanno e chi sono i connazionali all";estero e a tale scopo egli ha costituito una Commissione.

Sul ruolo della cultura e della lingua italiana sono emersi dei progetti che fanno sperare nella promozione dell";italianità  nel mondo?

Noi dobbiamo agire attraverso due strade: la prima è quella dei «Piani Paese», varati in pieno accordo con la Commissione Cultura del Cgie. Questi piani ci dicono: come e dove dobbiamo intervenire di più o diversamente nelle varie circoscrizioni, con corsi di lingua e cultura italiana; quale sarà  il ruolo delle organizzazioni culturali esistenti, come per esempio gli Istituti di cultura che non possono pensare solo agli stranieri. Il secondo punto è l";azione della Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all";estero, di cui faccio parte con due membri del Cgie. Il sottosegretario agli Esteri, Baccini, ha dato un impulso enorme all";attività  di questa Commissione, recependo l";istanza del Cgie che essa tenga presente il mondo delle nostre collettività .

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017