Rinascimento d'italianità
MONTREAL
La Comunità italiana di Montréal, sempre sensibile ai richiami sulla discussione dei problemi che la riguardano, ha risposto all'invito del Comites di Montréal con un massiccio intervento dei presidenti e dei responsabili delle maggiori associazioni e federazioni di associazioni italiane della metropoli del Quebec. Quella avvenuta al Centro Leonardo da Vinci è stata una manifestazione incentrata su alcuni temi portanti: da Rai International ai voli diretti Montréal-Roma, all'Anagrafe consolare. Allo stesso tempo è stato un momento di riflessione sulla problematica dei giovani, della cultura e dello studio della lingua italiana nonché della funzione delle associazioni in seno alla comunità . Ad organizzare l'incontro è stato Giovanni Rapanà , dinamico presidente del Comites di Montréal, che ha invitato anche il direttore del Messaggero di sant'Antonio-edizione italiana per l'estero, padre Luciano Segafreddo. Tra gli altri relatori, hanno partecipato all'incontro, il console generale d'Italia a Montréal, Gian Lorenzo Cornado; Silvio De Rose, presidente del Centro Leonardo Da Vinci; Mario Galella, presidente della Fondazione Canadese-Italiana.
Giovanni Rapanà ha aperto la seduta parlando su due temi importanti: Rai International e i voli diretti Montréal-Roma e ritorno. Sul problema di Rai International, ha detto che la direzione generale ha già preparato i documenti da presentare davanti all'organo governativo canadese, la CRTC, preposto per la concessione del permesso ad operare, e si spera di ottenerlo al più presto. Inoltre ha detto che, a partire dal prossimo mese di maggio, la compagnia canadese Air Canada, inizierà i voli diretti Montréal-Roma e viceversa tanto attesi non solo dagli italiani ma da molti canadesi che vivono nelle province dell'est.
A parlare di lingua e cultura è stato il professore di Italianistica della Concordia University, Filippo Salvatore il quale ha illustrato la necessità da parte dei genitori e degli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, di avvalersi della facoltà di scegliere l'italiano come terza lingua. Dal prossimo settembre, su scala sperimentale, il programma sarà applicato nelle scuole Saint-Exupery a St. Leonard, e Jean Gagnon alla Rivière des Prairies.
Silvio De Rose ha parlato del Centro Leonardo Da Vinci che, ormai, è una realtà in cammino e ha illustrato i servizi che esso rende alla comunità : dal teatro che con la sua capienza di 545 posti funziona a pieno regime, ad una vasta gamma di attività sportive e ricreative. Nel centro hanno sede i più importanti enti comunitari, le principali associazioni e federazioni di associazioni. Il console generale d'Italia, Cornado, ha parlato dell'anagrafe consolare che ormai si va consolidando, e ha raccomandato di leggere attentamente le informazioni in modo da formulare con correttezza le domande riguardanti il voto: «Si può votare comodamente per posta senza spostarsi dalla propria casa - ha detto - basta sceglierlo e notificarlo, tramite l'apposito modulo, alle autorità consolari».
La senatrice italocanadese Barth ha confermato l'ineludibilità di riattivare le trasmissioni di Rai International come insostituibile servizio informativo per le comunità italiane in Canada.
Infine, è intervenuto padre Luciano Segafreddo che ha parlato dei servizi che il Messaggero di sant'Antonio rende agli italiani nel mondo. Occorre dire subito che l'edizione del Messaggero per gli italiani all'estero è una rivista illustrata che arriva in 150 Paesi del mondo. Padre Segafreddo lo ha definito «un carissimo amico che ti è sempre affianco con la sua presenza mensile e che, oltre a portare la voce dei frati della Basilica del Santo, con i suoi servizi giornalistici porta nelle case dei lettori la voce degli italiani sparsi in tutto il mondo. L'edizione per gli italiani all'estero - ha aggiunto - fin dagli anni Cinquanta, appena dopo la fine della seconda guerra mondiale, si è distinta quale strumento d'informazione, punto di riferimento e di servizio per le comunità , le associazioni e le famiglie italiane sparse nei vari continenti. Fin da allora, il Messaggero di sant'Antonio, come tante altre realtà editoriali d'ispirazione cristiana, ha rappresentato la Chiesa sia sul piano pastorale che su quello sociale attivo nella realtà degli emigrati italiani. Nel corso degli anni - ha ricordato padre Luciano - ci siamo battuti per il riconoscimento dei loro diritti politici: la doppia cittadinanza, i diritti previdenziali e il diritto di voto. Abbiamo fatto inchieste e stimolato iniziative mirate alla promozione dello studio della lingua e della cultura italiana; abbiamo promosso l'approfondimento della diffusione delle nostre tradizioni e tutto quello che può salvaguardare i valori dell'italianità nel mondo». Con gli anni il Messaggero è diventato multimediale. Il suo impegno si estende anche ad un programma radiofonico settimanale: Incontri che viene trasmesso da circa 50 stazioni radiofoniche di lingua italiana sparse in tutto il mondo. Uno dei segni di questo coinvolgimento e della partecipazione dei lettori e degli ascoltatori è rappresentato dalle 200 mila lettere ricevute ogni anno, la metà delle quali giungono da italiani residenti all'estero.
Un altro ambito in cui opera la rivista è quello sociale. Ogni anno, infatti, essa promuove progetti sociali in aiuto di popoli in via di sviluppo e di comunità afflitte da gravi emergenze. Solo nel 2002, il Messaggero ha realizzato, tramite la Caritas antoniana e l'aiuto dei lettori, 160 progetti che hanno richiesto per la loro realizzazione una somma di 2.800.000 euro pari a circa 5 miliardi e 420 milioni delle vecchie lire. I progetti più significativi sono stati attuati in Tanzania, Kenia e Angola, mirati a far nascere i bambini senza le malattie delle loro madri: l'aids o la tubercolosi.
Padre Luciano Segafreddo ha parlato anche del ruolo che i mass media dovrebbero avere per conservare la memoria delle radici e procedere al recupero della propria identità : «Mai come oggi pare emergere il bisogno di un recupero d'identità da parte dei giovani discendenti di italiani: un recupero che si esprime come desiderio di conoscere la propria storia, le proprie radici; un recupero che matura proposte per frequentare corsi o stage universitari o in aziende italiane». I mass media per gli italiani nel mondo avranno un futuro se sapranno far fronte ad alcune sfide. La prima richiede una maggiore crescita in qualità e professionalità dei mass media per rispondere, anche attraverso moderni strumenti telematici, alla domanda d'informazione dei nostri connazionali all'estero. La seconda è legata a programmi e ad iniziative mirate a stimolare la partecipazione, alla necessità di specializzarsi per riattivare rapporti e per entrare nelle case dei nostri italiani all'estero con concrete offerte di servizio. La terza sfida riguarda la capacità di promuovere un'informazione di ritorno e un rapporto più attivo con gli italiani residenti in patria che poco conoscono i problemi, le attese e i preziosi apporti dell'«altra Italia».
L'ultima sfida riguarda le giovani generazioni che devono essere accompagnate nel processo d'integrazione nelle società in cui vivono, con iniziative mirate al mantenimento della loro italianità e delle loro radici. Non basta dare loro solo cultura: occorre promuovere interscambi alla pari tra le università italiane e quelle estere, con possibilità di stage, master, corsi o esperienze di qualificazione professionale. «Oggi possiamo rivivere un nuovo rinascimento della nostra italianità - ha concluso padre Segafreddo - se sapremo rinsaldare i rapporti con le comunità italiane nel mondo; se sapremo gestire e utilizzare in modo sinergico le risorse intellettuali e culturali dell'italianità , che si estende nel mondo attraverso gli interscambi universitari ed economici, ma anche attraverso il mondo dello spettacolo, dell'arte, della moda; se sapremo utilizzare tutti gli strumenti per un'informazione circolare che coinvolga tutti gli italiani: la stampa, la radio, la Tv, internet e gli altri canali informatici. Un impegno, questo, che rinsalda il ruolo delle istituzioni - come il Cgie e i Comites - e delle associazioni, la cui presenza rimane insostituibile per mantenere e recuperare i valori della nostra identità culturale».