Rio... di Adelaide

04 Maggio 1998 | di

Nel giorno di San Valentino esplode la festa popolare: carri mascherati, musica, balli, entusiasmo e partecipazione  massiccia di tutti i gruppi etnici. Il segreto? I sogni dell'infanzia.

Adelaide

Il Rymill Park, che ha ospitato per due giorni il Carnevale italiano organizzato dal Cic - Centro italiano di coordinamento - sembrava la Corte dei Miracoli di San Valentino, specie il sabato dedicato agli innamorati. La spianata d'erba, punteggiata di eucaliptus, si era riempita di creature strane e affascinanti: maschere, clown, musicisti, zampognari, ballerini. Tutti personaggi del mondo delle fiabe che sanno dare al vivere quotidiano qualche colore in più.

Non era piovuto durante le esibizioni in programma e non faceva caldo. Era San Valentino - si pensava - a velare il sole nei momenti più afosi e a farlo dardeggiare quando la temperatura mitigava. Il sole si mascherava in tono con i personaggi della festa. Stesso comportamento della luna nelle ore serali.

In giro, tra i tavoli e gli stand, le coppie di innamorati erano molte, tutte felici. Sul quotidiano di Adelaide avevo letto nella mattinata di sabato: 'Vorrei che tu non fossi il sogno della mia vita, ma la vita che sogno'. Frase veramente carina se consideriamo scritta in un'epoca dell'usa e getta'. Il fenomeno dell'innamoramento vive ancora, nonostante il prevalente concetto virtuale ed edonistico della vita. Ne sono prova i messaggi, la tenerezza degli sguardi, la dolcezza delle parole, il camminare con la mano nella mano non solo di coppie giovani ma anche di persone mature. Si vede che il mondo dell'amore gravita più verso San Valentino, in cielo, che verso la terra e le sue buriane.

Il programma prevedeva un week-end sensazionale. Il corteo dei carri mascherati attraverso le vie del centro sembrava incedesse nella fiaba di piccole meraviglie. Montate sui camion, le costruzioni in cartapesta rappresentavano animali, gruppi di maschere, torri, castelli. C'era persino Pinocchio nella bottega di mastro Geppetto. Gli applausi erano rivolti a tutti quei gruppi etnici, inclusi scozzesi, spagnoli, tedeschi, che avevano aderito all'invito del Cic di partecipare al Carnevale italiano con un'opera di loro scelta o facendo esibire un gruppo folkloristico e dei virtuosi con strumenti tipici.

L'entusiasmo aveva un sapore d'infanzia, del tempo cioè in cui le favole si mescolano ai sogni. C'erano gruppi di bambini delle scuole italiane, vestiti nei costumi regionali, che sul tavolato del prato danzavano le tarantelle accompagnati dal ritmo dei tamburelli. E c'erano orchestre che snocciolavano canzoni moderne seguite da esibizioni di attori in maschera declamanti versi di poeti dialettali o composizioni umoristiche. Numerosi i gruppi orchestrali con cantanti italiani di buon nome. Il tenore Dario Rustichelli ha presentato, assieme al figlio e alla figlia, artisti di violino e flauto, un concerto di musiche napoletane pregevoli mentre Franco Califano e il suo quintetto hanno eseguito ritmi e canzoni nell'ambito di un repertorio musicale di buon valore. Ma molti altri si sono esibiti in movimentati giri di tarantella e di mazurche, o cantando, in omaggio a vecchie canzoni d'amore, certo mai passate di moda.

La spianata verde, bordata di stand in cui si vendevano cibi e bevande tipiche regionali, ma in cui si potevano ammirare anche maschere, foto, quadri, confezioni di figurine, sembrava trasformato in una piazza di fiera piacevolmente rumorosa.

Un'altra immagine vorrei cogliere di questo pittoresco Carnevale italiano: quella della santa Messa della domenica, celebrata da padre Paolo Civardi, accompagnata dal Coro Monteverdi, diretto dal maestro Guido Coppola, e la partecipazione del tenore Dario Rustichelli. Significative l'omelia del celebrante, sul dovere dei popoli ricchi di aiutare quelli poveri, e la devozione dei fedeli raccolti in preghiera dimenticando temporaneamente la festa carnevalesca.

I fuochi d'artificio hanno coronato la fine del Carnevale, che ha riscosso i consensi anche delle altre comunità  presenti. La partecipazione dei gruppi etnici potrebbe essere la chiave del successo dei futuri eventi sociali. Un bravo! al Comitato del Cic presieduto da Antonio Tropeano, e diretto dal manager Paolo Nocella.

Da segnalare, per l'apporto fattivo al successo del Carnevale, i seguenti club: Altavilla Irpina, Areno community, Artisti e solisti, Calabria, Campania, Casa d'Abruzzo Molise, Cic, Fogolar Furlan, Inter Italian, Lions, Molinara, Sicilia, South Australia, Società  di S. Ilarione.

Ci sia permesso un rilievo: perché non stampare il depliant anche in lingua italiana?

Insomma il Carnevale ha aperto le porte all'amore e alla fantasia. Entrare è stato un piacere. Migliaia di italiani non hanno voluto rinunciarvi. Il sottoscritto per primo.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017