Ripartiamo, con gratitudine
Cari lettori, se il cambio d’anno è tempo di ripartenze, questo vale anche per la nostra rivista, che vogliamo sempre più bella e ricca di contenuti. Quando con la redazione ci riuniamo per pensare ai temi da affrontare, quando all’ultimo minuto decidiamo di sostituire un pezzo o una fotografia che non ci convincono, quando confrontandoci verifichiamo il gradimento della copertina e la facciamo ritoccare dal grafico perché renda al meglio, pensiamo sempre al destinatario, a voi che avete la pazienza di seguirci – anche da molti anni – e la bontà di sostenerci con il vostro incoraggiamento: sono numerose le lettere che ci giungono con complimenti e ringraziamenti, ma anche con opportuni suggerimenti e ogni tanto qualche appunto. Non potete immaginare quanto questo dialogo ci faccia bene e ci sproni a sintonizzarci su quella vita reale della quale voi vi fate specchio.
In un tempo nel quale la comunicazione è sempre più gridata e fa audience quando c’è la rissa costruita a tavolino, la volgarità premeditata, finanche il disprezzo dell’altro, fa bene a tutti abbassare i toni, scavare un po’ più in profondità e dire le proprie opinioni in modo fermo e chiaro: è quanto tentiamo di fare mese dopo mese, nella convinzione che la verità cammina con le sue gambe e non ha bisogno di tanto rumore.
In questo numero di gennaio noterete alcuni cambiamenti, a lungo meditati e desiderati per rendere più piacevole la rivista. Innanzitutto è stata usata una carta più resistente e più chiara, perché le fotografie possano risultare luminose e nitide e i testi siano più facilmente leggibili. In secondo luogo troverete nuove firme che, ne sono certo, imparerete ad apprezzare. Do quindi il benvenuto, seguendo l’ordine di impaginazione, a don Vinicio Albanesi, Paola Bignardi, monsignor Luciano Monari, don Tonino Lasconi, Antonia Arslan, Marina Corradi, Giovanni Ruggiero, Sandra Siegato, Antonella Rosso, Claudio Imprudente, Sara Robibaro, Lucetta Scaraffia.
Ne approfitto inoltre per salutare e ringraziare il valente giornalista Igor Man, che con la sua firma ha dato lustro al nostro mensile; Luigi Ciotti, che ci ha comunicato l’amore verso gli ultimi, nella verità; Emmanuelle-Marie per il dono delle sue suggestive meditazioni; monsignor Lucio Soravito per il prezioso servizio che nelle sue pagine ha reso all’annuncio del Vangelo; Paolo Pivetti, che ci ha fatto gustare i molti volti del Santo taumaturgo; Gianni Brunoro, Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, Maria Chiorboli, Eminè Meral Inelmen, Beppe Porqueddu e Vittorio Sammarco.
Una menzione a parte – che ben merita un «punto e a capo» e un grazie corale da parte di tutti i frati, i giornalisti e i grafici del «Messaggero» – va al carissimo Piero Lazzarin, solerte caporedattore che dopo quasi quarant’anni di preziosissimo servizio va in pensione. Molti lettori hanno seguito e apprezzato nel tempo i suoi interventi dall’inconfondibile nitida scrittura. A ciò si può aggiungere il fatto che l’attuale impostazione della rivista è in gran parte merito suo, della sua scuola giornalistica fatta di lealtà nei confronti di uno stile da salvaguardare, senza troppe eccezioni. Ecco la sua frase: «Noi siamo il “Messaggero di sant’Antonio”, solo e sempre a servizio dei lettori».
Un accenno ai contenuti, limitatamente a un paio di rubriche per noi fondamentali. Il primo dossier dell’anno è dedicato a un tema che farà discutere a lungo, l’eutanasia, sul quale è bene farsi delle idee chiare, anche perché c’è in giro molta confusione.
Il cammino di fede che proponiamo nel 2007 focalizza le virtù, cardinali e teologali. La rubrica porta come titolo «Orizzonte virtù», ed è dentro questo orizzonte di bene, desiderato per noi e per tutti, che auguro a voi un buon anno.