Rosso Rubinho
La pesante eredità di Ayrton Senna
Trazione, motore, bilanciamento. La Ferrari di quest'anno, per Barrichello, è già al top. Il ritiro nel Gran Premio del Brasile dopo una prodigiosa cavalcata, è un fatto statistico, dicono i tecnici. Sull'affidabilità della monoposto messa a punto dalla squadra di Jean Todt, non si discute. Anche se come ha detto il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo «le parole non servono, occorrono i fatti».
Msa. Rubens, senti la responsabilità di dover sostituire Senna nel cuore dei tifosi?
Barrichello. No, quello è il passato. Io sono Barrichello e Senna era Senna. Ayrton è ancora nel mio cuore. Sostituirlo nel cuore dei tifosi è impossibile. O sarò peggio oppure sarò meglio. Sarebbe stato il massimo vedere Senna alla guida di una Ferrari.
Ayrton mi seguiva, mi dava dei consigli, non ho un casco giallo come il suo, però sono anch'io un brasiliano. Allora se non è stato possibile vedere Senna su una Ferrari, sicuramente è importante che un pilota brasiliano guidi ora una Ferrari. Per me questo è il massimo, perché tutto quello che ho sognato, cioè guidare una macchina in grado di vincere, adesso ce l'ho. L'anno scorso ho detto che avrei potuto sorprendere. Ed è questo che mi aspetto.
Nel tuo modo di essere, nella tua personalità e anche nel tuo stile di guida in che cosa ti senti più italiano e in che cosa più brasiliano?
Nel modo di gestire le cose sono una persona più calda, con la gente, con i miei meccanici. Io sento tutti molto volentieri, parlo con tutti, vedo tutti. Il fatto che parlo l'italiano mi aiuta e mi avvicina al modo di vivere degli italiani.
Che consiglio darebbe Barrichello a Barrichello per questo Campionato del mondo di Formula 1?
Di essere calmo perché non è facile. Di avere fiducia e determinazione.
Se ad un certo punto del Campionato fossi costretto dalle circostanze a fare da «scudiero» a Schumacher, come ti comporteresti?
Io ho firmato un contratto con la Ferrari perché credevo in una macchina in grado di vincere. Sono contento di avere Schumacher come compagno di squadra perché è il migliore del mondo. Lui è bravo, ha vinto due volte il Campionato del mondo; io non ho vinto ancora nemmeno una gara. Allora lascio che «parli» lui. Dopo, se posso, «parlo» io.
Che cosa apprezzi di più dell'Italia?
La gente e la cucina.
E che cosa non ti piace?
Fa un po' più freddo che in Brasile...
Dei piloti che hanno corso con la Ferrari, ce n'è uno che per te è un punto di riferimento?
Villeneuve. Quello che ha fatto lui mi ha sempre impressionato.
In Brasile va in onda una telenovela sugli emigrati italiani, intitolata Terra Nostra, che è molto seguita. Pensi che questo possa contribuire ad aumentare la tua popolarità ?
Veramente ha già aiutato mia moglie Silvana a parlare un po' di più l'italiano. Lei dice: «Ecco». Se le chiedi «Come stai?», lei risponde: «Sto bene, grazie, e lei?». Quando siamo in Brasile parliamo in italiano in quella mezz'ora di trasmissione. E lei impara in fretta.
Ti trovi bene alla Ferrari?
Sì, sono contento di tutto quello che sto facendo: mi piace moltissimo la macchina, la squadra, il modo in cui posso parlare, il modo in cui posso guidare. Come ho detto, Michael Schumacher è attualmente il migliore pilota, questo è indiscutibile; se arriverò ad essere migliore, peggiore o uguale a lui, si vedrà durante la stagione. Ho sempre pensato fin da bambino: «Sono solo un buon pilota o posso essere un pilota 'speciale'?». È quello che devo dimostrare.